Se, infatti, quando Maddie aveva fatto per la prima volta la propria comparsa entro le mura dodecagonali di Kriarya, accompagnata, all’epoca, da Howe e da Be’Wahr, oltre che da lord Brote e dal defunto lord Bugeor, non aveva potuto che essere accolta con una certa curiosità, per l’inattesa apparizione di una figura in tutto e del tutto simile alla Campionessa, se non per una più giovine età, e un’integrità fisica decisamente più marcata, costringendo la voce del popolo a giustificare la sua esistenza qual una qualche parente ancor sconosciuta della stessa Midda Bontor, in termini che non avrebbero potuto essere considerati propriamente corretti seppur neppur del tutto errati; e se, ancora, quando Rín aveva fatto per la prima volta la propria comparsa entro quelle stesse mura, accompagnata, per l’occasione, nuovamente da Howe e da Be’Wahr, ma anche da H’Anel e da M’Eu, oltre che dalla stessa Maddie, non aveva potuto che suscitare ancor un qualche interesse nei più, a confronto con la sorpresa derivante dall’evidenza di quante sconosciute parenti potesse ancor avere la Campionessa, e la Campionessa che, in quegli anni, era scomparsa dalla circolazione; già l’arrivo di Mera Ronae e di Namile non mancò di passare maggiormente in sordina, tanto per la discrezione con la quale le due figlia di Nissa approcciarono alla città del peccato, quanto per un’evidente perdita di interesse generale per qualcosa che, ormai, non avrebbe più potuto essere frainteso qual una novità, quanto e piuttosto pura e semplice normalità, quasi nulla di più ovvio sarebbe stato poter veder spuntare dal nulla una nuova figura in tutto e per tutto simile a quella della donna guerriero più famosa di quelle lande.
Così, quindi, il fatto che Duva e Lys’sh ebbero a fare ritorno in città accompagnate da un’”altra” Midda, non ebbe a suscitare interesse di sorta. Anche nell’evidente difficoltà, ormai, a distinguerle, soprattutto per chi, in fondo, non poi così confidente con loro. Insomma: accanto a Duva e Lys’sh, in quel momento, avrebbe potuto quietamente essere Maddie o Rín, e nessuno avrebbe avuto a poter esprimere certezza alcuna a tal riguardo, là dove, agli sguardi dei più, fondamentalmente indistinguibili.
In verità, comunque, una certa distinzione fra le varie “Midda” avrebbe potuto essere resa evidente anche e soltanto dalle rispettive acconciature, e da quelle acconciature che, per ognuna, avrebbero potuto vantare una certa differenza. Maddie, in particolare, nel volersi inizialmente proporre qual un vero e proprio surrogato della Figlia di Marr’Mahew, fosse anche e soltanto per ovviare a troppe facili discussioni in città, aveva reso proprio sin da subito un taglio di capelli simile a quello proprio della classica immagine di Midda Bontor, con capelli corti a sufficienza da accarezzarle appena le spalle e, soprattutto, del tutto privi di qualunque genere di ordine o di regolarità, in un ammasso confuso di rossi ciuffi. Ammasso confuso che avrebbe allor avuto a essere presente anche nella Midda Bontor originale, benché, attualmente, ella si stesse impegnando allo scopo di farli crescere un poco rispetto al proprio classico canone, a venire incontro alla richiesta dei propri figli, e di quei figli che, in effetti, l’avevano conosciuta, per la prima volta, con un taglio decisamente radicale, e volto a lasciar emergere meno di un pollice di rosso manto dalla superficie del proprio cranio: un taglio, in effetti, che ella aveva avuto ad apprezzare non poco, nella propria straordinaria praticità, ma che, come Tagae e Liagu non avevano potuto ovviare a far notare, soprattutto nel confronto con alternative quali quelle offerte da Maddie e da Rín, avrebbe avuto a castigare non poco la sua femminilità, ragione per la quale, ora, ella avrebbe potuto vantare almeno una spanna di lunghezza in più rispetto ai capelli della propria versione alternativa. Rín, d’altra parte, non condivideva l’approccio caotico all’argomento proprio della sua gemella e della sua versione autoctona, motivo per il quale, non rinunciando a una certa praticità, aveva acconciato i propri capelli in una lunga treccia, e in una lunga treccia che trovava la propria origine meno di due pollici al di sopra della sua fronte, percorrendo il suo intero profilo e poi ridiscendendo quasi a sfiorare metà della sua schiena, definendo, pertanto, una lunghezza decisamente maggiore rispetto alle altre due. Lunghezza maggiore qual, in effetti, avrebbe avuto a dover essere riconosciuta anche quella proposta da Nissa, in un parallelismo forse obbligato, e pur non per questo meno inquietante, fra le due coppie di gemelle, e in un parallelismo che, tuttavia, non poneva i capelli dell’ex-regina dei pirati di Rogautt qual ordinati in una treccia, quanto e piuttosto in un’alta coda che, legata sull’estremità superiore del suo capo, ridiscendeva in una superba e ordinata cascata di rossi capelli fino a giungere all’altezza dei suoi glutei.
Un dettaglio minore, e pur importante, quello derivante da quelle acconciature, che non avrebbero quindi potuto permettere ad alcuno di equivocare le quattro figure fra loro molto simili. E un dettaglio minore, comunque, non unico nella propria offerta, là dove, ovviamente, altri piccoli dettagli, a partire dalle rispettive età, passando dall’abbigliamento, sino, ovviamente, a giungere all’atteggiamento, avrebbero avuto a rendere quelle quattro “Midda” ben diverse le une dalle altre, e del tutto inconfondibili, almeno fra coloro a loro più vicini…
… a meno fino a quando, per lo meno, le stesse non si fossero impegnate a confondere le acque, così come, in passato, Nissa non aveva perso occasione di compere, nel fingere di essere la propria gemella, emulandone non soltanto le caratteristiche fisiche, quanto e ancor più il comportamento e i modi di parlare, in maniera utile a ingannare anche coloro a lei più vicini, come lord Brote e l’allora sua moglie Nass’Hya, o come gli stessi Howe e Be’Wahr.
Ma se l’arrivo di un’”altra” Midda non ebbe a suscitare più di tanto clamore entro i confini di Kriarya, ben diversa reazione tale evento ottenne entro i confini de “Alla signora della vita”, la locanda di proprietà di Be’Sihl e della stessa Midda, nonché, almeno per il momento, dimora di tutti i membri del suo clan… e di tutte quelle persone che, poste a confronto con quell’immagine inattesa, non poterono riservarsi dubbi di sorta nel merito della sua identità. E del fatto che ella fosse…
« … Nissa! » gridò Howe, subito sguainando la propria lama dorata e ponendosi in guardia, tutt’altro che entusiasta di ritrovarsi a confronto con la donna che lo aveva privato del proprio arto sinistro… un arto a lui restituito in tempi recenti soltanto in grazia alla straordinaria tecnologia propria di altri mondi, e di quei mondi lontani fra le stelle del firmamento, da cui provenivano anche Duva e Lys’sh.
« Per Lohr… » gli fece eco il suo amico fraterno, Be’Wahr, ponendo subito mano ai propri coltellacci, non potendo vantare maggiore simpatia rispetto a lui nei confronti di quella figura, e di quella figura da sempre riconosciuta qual antagonista.
« Ma cosa diamine…?! » esclamò Maddie, accanto a loro, levandosi a propria volta in piedi quasi qual riflesso condizionato a confronto con la loro reazione.
« … boia mondo. » commentò Rín, nel ritrovarsi nuovamente a confronto con la propria versione alternativa, e quella versione alternativa della quale aveva imparato a diffidare in occasione del loro precedente incontro, e quell’incontro occorso nel momento in cui ella aveva appena fatto ritorno dal regno dei morti.
Solo la presenza di Duva e Lys’sh ebbe a frenare reazioni più violente a confronto con quella scena, e con quella scena di non immediata lettura, là dove, obiettivamente, difficile sarebbe stato comprendere chi stesse tenendo prigioniero chi, apparendo improbabile che Nissa, accompagnata per lo più da cinque dei suoi uomini, avesse a poter essere trattenuta soltanto da Duva e da Lys’sh, senza pur nulla togliere nulla alla capacità guerriera delle due.
Prestando maggiore attenzione alla scena, tuttavia, facile sarebbe stato notare come, al di sotto delle pieghe dei loro abiti, i loro polsi fossero strettamente legati attraverso delle corde, atti, se non a inibire qualunque loro potenzialità offensiva, quantomeno a ridurre il loro grado di minaccia, e di una minaccia che, ciò non di meno, avrebbe avuto a doversi riconoscere comunque elevata. Sicuramente non elevata quanto una dozzina di titani attorno alle mura della città e, ciò non di meno, forse ancor più insidiosa…
« Ma che accoglienza calorosa… » sorrise ella, quasi lusingata da tutto ciò.
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