« Come pensi che andrà a finire questa faccenda...? » domandò quindi Seem, affidandosi all’esperienza del proprio interlocutore per tentare di meglio discriminare la questione, e quella questione di tutt’altro che semplice analisi, fosse anche e soltanto per le forti emozioni in gioco.
« Sinceramente non ne ho idea. » scosse il capo il locandiere, ammettendo il proprio limite in tal senso « E’ possibile... è probabile, anzi, che, alla fine, tutto questo abbia a rivelarsi un trucco da parte di Nissa. E se così fosse, avremo da sperare non abbia a occorrere qualche nuova tragedia, come sempre in passato ogni qual volta la questione ha avuto a riguardarla. » sospirò, storcendo appena le labbra verso il basso « Tuttavia, nell’eventualità tutt’altro che di facile occorrenza, nella quale qualcosa di diverso abbia a occorrere, e questo non si abbia a dimostrare un trucco da parte sua... beh... le cose potrebbero persino risultare ancor più complesse da gestire, là dove, certamente, la questione non avrebbe a potersi concludere in maniera così banale. »
« Ritieni davvero possibile che Nissa voglia arrendersi, come ha detto...?! » gemette l’altro, no negando evidente sorpresa a tal riguardo.
« Non è importante cosa io abbia a ritenere possibile o meno... ma cosa avrà ad accadere, a prescindere a quanto ognuno di noi potrebbe mai avere ad attendersi. » specificò quindi lo shar’tiagho, stringendosi fra le spalle « Però, se proprio devo dire la mia, spero che non abbia a mutare nulla rispetto al solito... o quello che avrà a dischiudersi innanzi a noi sarà uno scenario così imprevisto, e imprevedibile, che non potrà ovviare di coglierci tutti alla sprovvista. »
Un’analisi, quella così compiuta da Be’Sihl, che non avrebbe potuto che preoccupare anche la stessa Midda Bontor, nel mentre in cui, a propria volta, non poté che confrontarsi con ciò, in conseguenza a quanto stava accadendo innanzi ai propri stessi occhi.
Benché, infatti, l’apparente rabbonimento della sua gemella, eventualità ancora tutta da verificare, non avrebbe avuto a doversi fraintendere qual qualcosa di negativo, nel proporsi, anzi e piuttosto, qual un evento tanto insperato, quanto a dir poco miracoloso; tutto ciò non avrebbe potuto prescindere da quanto occorso nei tre decenni di faida fra loro, e in quei tre decenni nel corso dei quali molti, troppi, erano stati i morti venutisi ad accumulare. E se pur, all’occorrenza, ella avrebbe potuto trovare il coraggio utile per prendere la decisione di andare oltre, e di non pregiudicare, per questo, la propria gemella; diverso avviso avrebbe avuto necessariamente a dominare altri possibili suoi creditori, almeno un paio fra i più inferociti fra i quali avrebbero avuto a potersi ritrovare proprio sopra le loro teste in quello stesso momento.
La Figlia di Marr’Mahew, infatti, non avrebbe potuto concedersi sufficiente ingenuità da ignorare quanto Howe e lord Brote non avrebbero mai potuto perdonare Nissa per quanto loro occorso. Né, parimenti, avrebbe mai potuto ignorare quanto non soltanto Howe e lord Brote avrebbero potuto essere riconosciuti qual desiderosi di un’occasione di vendetta a discapito di quella donna. Una brama di sangue che non avrebbero potuto certamente soddisfare nel confronto con una ritornata, e che, pertanto, non avrebbe potuto che crescere, e crescere continuamente, rendendo la sua sola esistenza nel Creato qual una ragione di folle risentimento da parte loro a discapito non soltanto degli dei tutti ma, anche e persino, di ella stessa, nel saperla, in fondo, qual diretta responsabile, seppur non propriamente cosciente di ciò né, tantomeno, concorde con ciò, del suo ritorno.
Ma quell’analisi, del resto, non avrebbe avuto certamente a doversi fraintendere qual un’esclusiva propria dell’intima coscienza della stessa nuova regina di Kriarya, non laddove, a sua volta, anche Nissa non avrebbe potuto avere a giustificarsi alcuna possibilità di ingenuità a tal riguardo. Anzi. Certamente ella doveva aver ampliamente previsto quella possibilità, e quella possibilità praticamente sicura, in termini tali da essersi più che preparata psicologicamente a quanto sarebbe potuto accadere e, soprattutto, a quanto sarebbe stato necessario avesse ad accadere.
Ragione per la quale, pur non desiderando avere a separarsi troppo facilmente dalle proprie figliuole, ella non poté che giungere a formulare, in direzione della propria gemella, una richiesta, e una richiesta allor quasi ovvia...
« Possiamo parlare per un momento...? » le domandò, aggrottando appena la fronte « Solo tu e io. »
Ovviamente, nel momento in cui quella fosse stata una trappola, l’invito così formulato nei riguardi di un incontro riservato fra loro avrebbe avuto necessariamente a considerarsi quel banale pretesto utile per scatenare il loro confronto diretto, e quel confronto dal quale difficilmente una fra le due avrebbe avuto a poter uscire vittoriosa.
Ma dopo quanto appena osservato, la Figlia di Marr’Mahew non avrebbe potuto necessariamente escludere la possibilità che tutto quello non avesse a doversi intendere qual una trappola. Ragione per la quale, con buona pace di ogni prudenza, ella ebbe ad annuire.
« Mera... Namile... per favore, tornate di sopra con gli altri. » invitò allora Midda verso le proprie nipoti, non fidandosi, ovviamente, all’idea di lasciarle sole con quel branco di predoni dei mari nel mentre in cui ella avrebbe avuto a confrontarsi con la loro sovrana, là dove, per quanto Nissa non avrebbe forse potuto far loro del male, difficile sarebbe stato estendere tale fiducia anche ai suoi compagni d’arme, pur lì ancora saldamente legati « Avrete ancora occasione di parlare con vostra madre... »
E se pur, necessariamente, né l’una, né l’altra, avrebbero potuto accondiscendere a buon cuore a quella richiesta, alcuna fra le due ragazzine ebbe a sollevare la benché minima obiezione a tal riguardo, ritraendosi lentamente dalla propria genitrice e iniziando a retrocedere verso l’ingresso della cantina.
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