11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 30 gennaio 2022

3897


« Non sto cercando di negare le responsabilità di Nissa. Io, più di chiunque altro, sono perfettamente consapevole di tutta la morte che da lei è derivata… » sancì la Figlia di Marr’Mahew, in replica all’obiezione in tal modo scandita dal proprio ex-mecenate, nonché amico « Nissa si è macchiata con molto… troppo sangue innocente. Ed è stato proprio per questa ragione che, alla fine, più di un lustro fa, molti fra voi qui presenti oggi hanno deciso di schierarsi al mio fianco in quella che avrebbe dovuto essere l’ultima grande battaglia fra noi… e che è stata l’ultima grande battaglia fra noi, conclusasi con la sua morte. E con una morte della quale, ella stessa, volontariamente, si è resa protagonista, se non per espiare tutte le proprie colpe passate, quantomeno nella volontà di non concedere ad Anmel Mal Toise ulteriore possibilità di azione, dopo che, sospinta dalla sua furia omicida, si era ritrovata persino a uccidere il proprio stesso figlio, nonché fratello maggiore di Mera Ronae e di Namile. » rievocò, indicando in tal mentre le proprie nipoti, e quelle due ragazzine che, in silenzio, stavano ascoltando attentamente le parole della zia e stavano seguendo ancor più attentamente l’evoluzione della questione, nella volontà di comprendere dove tutto quel discorso potesse voler andare a parare, desiderose sì di potersi riabbracciare alla loro genitrice e, ciò non di meno, di non essere costrette a perdere la loro zia, e quella zia che soltanto allora, dopo tanti… troppi anni, stavano iniziando a conoscere e ad ammirare.
« E, comunque, se proprio desiderassimo parlare di vendetta, chi fra di noi, potrebbe considerarsi in fede privo di responsabilità nella morte di qualcuno…? O, davvero, vogliamo avere a illuderci del fatto che soltanto i nostri cari, le nostre perdite, possano avere un qualche valore, mentre quelle proprie di chiunque altro hanno a doversi intendere semplicemente prive di significato….?! » continuò quindi Midda, non avendo ovviamente a includere in quel discorso, in quell’interrogativo, i più giovani, e, ciò non di meno, non mancando di scorrere con lo sguardo fra tutti i propri amici, fra tutti i propri cari, partendo proprio da lord Brote e da Howe, che sapeva non potersi certamente arrogare alcun diritto di giudicare in maniera così radicale il sangue indebitamente versato dalla propria gemella, avendone abbondantemente versato anche loro, nel corso delle proprie vite « Thyres… cosa dovrebbero dire, a questo punto, Korl e Lora…? E tutte le altre decine di migliaia di ritornati, che hanno a poter vantare quale unico fattore comune fra loro l’essere morti per mia mano…?! » rammentò, scuotendo appena il capo « Seguendo una logica di sangue, la battaglia di Lysiath non avrebbe avuto a dover terminare sino a quando io non fossi stata uccisa. »

Midda era consapevole di starsi facendo carico di un compito non semplice. Perché, alla base della sete di sangue di Brote, di Howe, e di chiunque altro, non avrebbe avuto a doversi intendere semplicemente un discorso di rivalsa a discapito di Nissa, quanto e piuttosto una questione di ordine morale.
In quel mondo, nel suo mondo natale, infatti, e in quella società, nella sua società, la vita, in senso stretto, non avrebbe avuto a dover essere fraintesa qual caratterizzata a un valore inestimabile, quanto e piuttosto da un prezzo, e il prezzo che sarebbe stato riconosciuto qual sufficiente a muovere qualcuno a cancellarla, e a cancellarla senza rimorso alcuno. Una mentalità, un ordine morale, quello, che era stato anche per lei proprio almeno fino a quando Desmair, il suo mai amato sposo, l’aveva intrappolata all’interno della propria stessa testa e l’aveva costretta a vivere una vita diversa dalla sua, in una società diversa dalla sua, e in una società contraddistinta da un diverso ordine morale, e un ordine morale atto, almeno nel proprio ideale, a identificare la vita qual il bene più prezioso, il valore più grande, e, per questo, priva di una qualunque possibilità di prezzo.
Non che in quella diversa realtà, e una realtà, in effetti, ispirata a quella di provenienza di Maddie e di Rín, non avessero a esistere brutalità e omicidi. E non che, ancora, tale rispetto per la vita avrebbe avuto a doversi riconoscere qual espresso in un ordine assoluto, là dove, comunque, un disgraziato avrebbe potuto egualmente morire in mezzo alla strada, o al mare, senza che alcuno avesse a rivolgergli la benché minima attenzione, arricciando, anzi, le labbra in una smorfia di disappunto per tanto plateale maniera di morire, allorché limitarsi a trapasso più discreto, e che non avesse a poter infastidire alcuno.
Ciò non di meno, e pur con tutti i limiti del caso, la regola di principio fra quella realtà e la propria avrebbe avuto a doversi riconoscere diversa, e diversa in misura sufficiente, allora, da poter ben giustificare il diverso punto di vista fra loro.
Tuttavia, e se davvero ella desiderava interrompere quel circolo vizioso che era divenuta la propria stessa esistenza, un evento dirompente avrebbe avuto a dover occorrere, soverchiando ogni equilibrio preesistente e permettendo la nascita di un mondo nuovo. Non diversamente da quanto era accaduto con l’attentato dinamitardo a Kriarya, evento che aveva completamente rivoluzionato ogni equilibrio preesistente, e preesistente da secoli, in favore dell’avvento di un unico sovrano in città… una sovrana, anzi: la stessa Midda Bontor.

« Desidero restare qui in Kriarya. Desidero restare insieme a voi, che siete la mia famiglia. Desidero proseguire nel cammino che stiamo percorrendo insieme, rinnovano questa città e dando vita a qualcosa di nuovo in questo mondo, e qualcosa che possa essere d’esempio anche per altri. » proclamò quindi, definendo in maniera chiara il nocciolo della questione, e quel nocciolo per giungere al quale era stato allor necessario tutto quel monologo, e quel monologo speranzosamente utile a giustificare quanto allora stava dicendo e, soprattutto, quanto ancora avrebbe detto « Ma per riuscire a fare tutto ciò, devo cambiare me stessa e il mio passato approccio con i miei problemi… e, soprattutto, con mia sorella Nissa. » puntualizzò, sforzandosi di apparire convinta e convincente nelle proprie parole « Ragione per la quale desidero provare a concederle fiducia pe… »

E fu il caos.

Nessun commento: