11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 24 aprile 2011

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« M
a no… nonna! » scosse il capo la piccola birbante, facendo sfoggio, per l'occasione, del proprio volto più sereno e innocente, al punto tale da poter apparire, per tale occasione, quale una brava bambina e non la monella che, altresì, era da sempre solita essere « Non dire così! Nissa e io abbiamo solo voglia di migliorarci giorno dopo giorno, grazie ai tuoi consigli… »
« L'adulazione non ti salverà dalla giusta punizione per qualsiasi piano tu abbia in mente questa volta, discola che non sei altro. » la volle porre in guardia, osservandola con attenzione e cercando, con tale sguardo, di comprendere cosa potesse star complottando la nipotina, al punto tale da dimostrarsi tanto carina e gentile.
Ma solo una selva di capelli rossi color fuoco disordinati e due grandi, immensi occhi azzurri color ghiaccio vennero proposti qual unica risposta in direzione della donna, a lei offrendosi con candore tale da poter rabbonire anche il cuore più indurito, seppur ove a conoscenza di quanto malevola astuzia potesse lì essere celata anche in quello stesso momento.
« Comunque sia… » riprese la nonna, scuotendo il capo e, temporaneamente, rinunciando a tentare di intuire i piani della bambina, certa di come, comunque, presto o tardi i frutti dei medesimi si sarebbero fatti notare « Vi ho preparato molte belle frasi da leggere, tratte da una delle vostre storie preferite. Chi fra voi due vuole iniziare? »

Puntualmente, a levare la propria manina per richiedere simile occasione, fu la diligente Nissa, sempre pronta a porsi alla prova tanto al fianco della gemella, nelle sue incredibili e fantasiose imprese infantili, sia innanzi allo sguardo della loro tutrice, in quelle loro ormai abituali lezioni insieme.
In conseguenza di tale volenterosa operosità nella piccola Nissa, al giudizio di un ipotetico spettatore esterno all'intera famiglia, qualcuno che non fosse sufficientemente confidente con le reali capacità individuali delle due sorelle, particolarmente critico si sarebbe necessariamente delineato un eventuale parere nel merito dell'intelligenza della ribelle Midda nel confronto con la propria prima amica, confidente e complice, ove la fluidità e la sicurezza proprie della lettura a voce alta di quest'ultima avrebbero purtroppo lasciato impallidire per la vergogna l'esitante incedere altresì proprio della prima. Ma, se anche tale opinione sarebbe potuta apparire umana e legittima, essa non avrebbe potuto essere più erronea, più sbagliata, nella propria superficialità, così come gli eventi che caratterizzarono successivamente quella stessa mattina non mancarono di dimostrare con indiscutibile fierezza: non un problema di intelligenza o di capacità, avrebbe dovuto essere invero e pertanto ritenuto quello della futura mercenaria, quanto, piuttosto e semplicemente, una questione di carattere, dal momento in cui uno spirito particolarmente vivace, al punto da apparire inquieto, qual il suo, male si sarebbe proprio malgrado rapportato con i ritmi lenti e riflessivi dello studio, nel quale, altresì, la sua più quieta sorella riusciva pertanto a eccellere senza problema alcuno, rendendo già omaggio al proprio stesso nome anche nei suoi riguardi.
Ovviamente la nonna delle due piccole, così come non si sarebbe attesa una risposta diversa alla propria domanda rispetto alla candidatura volontaria e quasi entusiastica della brava Nissa, a differenza di qualunque eventuale spettatore esterno, non avrebbe comunque mai commesso l'errore di ritenere Midda inferiore alla propria gemella, ragione per la quale, necessariamente sorpresa sì, e pur non incredula, si pose nel confronto con la dimostrazione di quanto compiuto nel corso della notte dalla propria piccola avversaria, qual ella stessa si considerava, per tentare di vanificare la sua odierna lezione…

« Bene, Nissa. » sorrise, ancora ignara di quanto preso sarebbe avvenuto, nel tendere verso la nipote una delle due tavolette, dopo aver gettato un rapido sguardo sulla superficie di cera della medesima per assicurarsi che i caratteri fossero ancora leggibili e non vi fossero strani disegni al posto dei testi preparati la sera prima « Leggi pure la prima frase a voce alta… e mi raccomando, scandisci bene le doppie. »
« Sì, nonna. » annuì, con soddisfazione, la piccola, accogliendo la tavoletta nelle proprie mani, al confronto con le quali sarebbe potuta apparire enorme, e subito concentrando il proprio sguardo sui segni lì tracciati, desiderosa di offrire l'ennesima riprova della propria crescente abilità con quell'arte « Solo la prima frase? » domandò, rialzando per un istante lo sguardo, quasi delusa da quel limite.
« Inizia con la prima… e poi, se non ti interrompo, prosegui pure con la seconda. » le accordò la donna, accomodandosi sulla propria abituale seggiola e lì preparandosi all'ascolto e, ove necessario, alla correzione della pronuncia della bambina.
« D'accordo… » approvò con sincera felicità, tornando a osservare la tavoletta e a impegnare tutta la propria attenzione sui caratteri lì impressi, trasformandoli, non senza un ancor necessario sforzo mentale, in sillabe e, così, in suoni « "Tan…to. Tanto più. Tanto più buo…na è… la pa… stella." » iniziò a leggere, con apparente maggiore difficoltà rispetto al proprio solito, quasi stesse esitando sull'interpretazione da offrire a quei segni « "Tanto più buona è la pastella, tanto più buo… na sarà… la frit… tella." »
« Nissa… ma cosa stai dicendo?! » la interruppe la maestra, con occhi spalancati per lo stupore del momento, nel non riconoscere assolutamente quella frase qual propria e, in ciò, nel non riuscire a comprendere cosa potesse star accadendo alla propria allieva prediletta, a giustificare un tale errore, una tanto assurda reinvenzione di quanto da lei altresì scritto.
« E' quello che c'è scritto qui, nonna. » tentò di difendersi l'altra, per un attimo sentendosi smarrita nel confronto con il tono adottato nei suoi confronti, ben lontano da quello proprio degli abituali complimenti a lei destinati in tali occasioni « "Tanto più buona è la pastella, tanto più buona sarà la frittella." » ripeté, muovendo il ditino sopra la cera della tavoletta per indicare ogni singolo carattere a sostegno della propria posizione, proseguendo poi, con tono ancora esitante e affaticato, ma carico di trasparente e concreta volontà nel non gradire il dubbio mosso in propria opposizione dal loro mentore « "E non… non so… lo buo… na, ma anche bella,… è quella che… fa la mam…ma a for… ma di stel…" »

Ma ancor prima che quella nuova frase potesse essere conclusa, la nonna, attonita testimone di quegli eventi, non poté trattenersi dal rimpossessarsi quasi bruscamente della propria tavoletta, nel desiderio di verificare, in prima persona, in quale misura ciò che la bambina si era tanto impegnata a leggere avesse da esser riconosciuto qual effettivamente corrispondente a realtà e non, al contrario, qual frutto di un inatteso scherzo da parte sua.
Fu allora che, con sincero stupore, concedendo ai caratteri incisi nella cera maggiore attenzione rispetto al rapido e superficiale sguardo precedente rivolto loro, ella ebbe lampante evidenza di come non uno solo fra essi avrebbe potuto essere riconosciuto qual lì definito per effetto della sua stessa mano, quanto, piuttosto, da un tratto più incerto, meno nitido, tale da giustificare la difficoltà propria di Nissa nel leggero, e pur, nonostante tutto, straordinariamente corretto, al punto da essere stato capace di rivoluzionare completamente il testo originale e di sostituirlo con una più semplice, ma fantasiosa, filastrocca infantile, ripetuta continuamente a riempire l'intero spazio a disposizione, con il solo, indubbio scopo di boicottare, in maniera assolutamente imprevista e imprevedibile, quell'ennesima mattina di studio.

« "Ma stai attenta nonna: non Nissa è la monella, quanto piuttosto sua sorella." » lesse la donna, proseguendo là dove precedentemente aveva interrotto l'esitante incedere della sua piccola allieva, portando poi lo sguardo a verificare la seconda tavoletta, ancora posta da parte, solo per scoprirla del tutto identica alla prima « Midda! » esclamò, ritrovando voce dopo un istante di smarrimento « Sei stata tu? » le richiese, con indubbia retorica, ove, impertinente come sempre, la frugoletta era giunta persino a firmare la propria opera « Come ci sei riuscita?! »
Ma la piccola inquisita, senza offrir riprova del benché minimo timore per un'eventuale, e già promessale, punizione, sorrise sorniona e si limitò a commentare: « Il mio testo è molto più divertente del tuo. E poi a noi piacciono le frittelle della mamma… non è forse vero, Nissa? »

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