11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

lunedì 25 aprile 2011

1195


S
e solo l'affezionata nonna non fosse stata tanto confidente con entrambe le proprie nipotine qual, effettivamente, ella era, assurdo, incredibile, inverosimile sarebbe stato accettare che una bambina di quasi cinque anni, sino a quel momento dimostratasi appena capace di leggere, potesse aver appreso autonomamente come scrivere e, soprattutto, scrivere correttamente e coerentemente, dando vita a una sì breve sentenza e, pur, in essa, offrendo riprova di incommensurabile tenacia, nonché fantasia e ironia. Fortunatamente per sé, la donna, pur senza mancare di riconoscere i giusti meriti alla piccola Nissa, sua allieva modello, non si era permessa di sottovalutare stolidamente le possibilità di sua sorella Midda, per quanto, in effetti, mai avrebbe potuto prevedere che tanto impegno, tanta fatica, qual pur necessariamente avrebbe dovuto essere considerata da parte sua quella rivolta a comporre un tale testo e a riprodurlo, nella notte passata, sulle tavolette incerate, sarebbe stato investito al solo scopo di tentare di violare le sue lezioni, qual, solamente e concretamente, avrebbe dovuto essere allora riconosciuto tale sforzo.
Ancora una volta, e in maniera meravigliosamente plateale, per quanto pur discreta, la futura donna guerriero che oggi tutti noi conosciamo e, probabilmente, o ammiriamo o invidiamo, concesse in tal, originale maniera dimostrazione alla propria tutrice, e con lei alla propria intera famiglia, di una delle caratteristiche che, se pur in termini meno infantili, non avrebbero mai smesso di caratterizzarla neppure negli anni a venire, nella sua vita da marinaia e avventuriera tanto quanto nella sua attuale vita da mercenaria: alcuna impresa, per quanto dai più ritenuta improbabile o, persino, impossibile, sarebbe mai stata da lei affrontata con tal pregiudizio, con simile preconcetto a proprio aperto discapito, ove, da parte sua, vi fosse stato un qualche interesse, personale o, banalmente, professionale, a condurre a termine tutto ciò. E così come, quindici anni prima Midda Bontor aveva affrontato l'impresa propria dell'apprendimento autonomo della scrittura al solo, semplice e non troppo innocente scopo di boicottare l'ennesima mattina di studio impostale contro la sua volontà, quindici anni più tardi ella affrontò con eguale, indomito spirito l'impresa propria della sfida a una chimera, al solo, semplice e totalmente smaliziato scopo di conquistare un proprio ruolo all'interno della società kofreyota, e della città del peccato che tutti conosciamo con il nome di Kriarya, qual mercenaria, là dove, altresì, alcuno le avrebbe riconosciuto il giusto credito.

« D'accordo, piccole mie. » riprese voce la nonna, incassando con superba grazia e dignità la sconfitta subita da parte della pargoletta, anche perché, a prescindere, la medesima le si presentò altresì ammantata delle vesti proprie di un trionfo « Per oggi credo che potrete godervi il resto della mattina impegnandovi nei vostri giuochi. » concesse, scatenando, immediatamente, un giubilo di soddisfazione da parte della responsabile per tutto ciò, imitata più per solidarietà che per altre ragioni da un'ancor confusa Nissa, quest'ultima proprio malgrado incerta su quanto fosse effettivamente avvenuto.
« Che sia chiaro, però… » proseguì immediatamente, prima che le sue allieve potessero sfuggirle « … che la sola ragione alla base di tutto ciò, ha da intendersi la necessità, per me, di andare a comprare del nuovo materiale per l'attività che, da domani, si contenderà il vostro, e mio, tempo mattutino dedicato alle lezioni. »
« C-cosa?! » esitò Midda, non gradendo lo spiacevole sottinteso che, per quanto bimba, aveva pur già colto in quell'avvertimento e, ancor più, nel tono di malcelata soddisfazione proprio della sua aguzzina.
« Certamente. » annuì la nonna, con un aperto sorriso carico di soddisfazione « Dopotutto ho appena avuto chiara riprova di quanto, ormai, abbia da considerarsi giunto il tempo di proseguire oltre e affiancare, all'attività di lettura, anche un impegno di scrittura. »

Impegno per lo svolgimento quale, come sinceramente aveva pocanzi espresso, alla paziente e tenace maestra sarebbe stato necessario acquistare almeno due coppie di nuove tavolette incerate da impiegare nei giorni a seguire, supporti in assenza dei quali sarebbe stato complesso tentare di proseguire nelle proprie lezioni: due coppie in quanto, ovviamente, una sarebbe stata utilizzata per gli esercizi di lettura e l'altra per quelli di scrittura; due coppie ed entrambe nuove, ancora, in quanto, non lo avrebbe mai ammesso davanti alla già sin troppo orgogliosa Midda, mai avrebbe, in futuro, osato levare la propria mano a cancellare le tavolette da lei riempite nel corso di quella notte, conservandole quali uno dei doni più belli, e graditi, che mai la piccola le avrebbe potuto riservare, per quanto involontariamente.

A seguito di questi due, primi e brevi aneddoti, attraverso i quali, miei attenti ascoltatori, sono certo che avrete potuto meglio apprezzare non solo il carattere proprio dell'ancor piccola Figlia di Marr'Mahew, nell'epoca in cui ella era semplicemente la figlia di Nivre e di Mera, vorrei approfittare del vostro interesse per una terza, preannunciata, e ultima digressione prima di giungere agli anni della fanciullezza della nostra protagonista, anni nei quali la sua vita iniziò a essere segnata da alcune, importanti scelte che ne avrebbero delineato in maniera irreversibile il futuro, cronaca dei quali starete probabilmente attendendo frementi. Una terza, breve storiella la quale, a differenza delle prime, non desidera convogliare l'interesse meramente in direzione dello spirito ribelle e contestatore della piccola, quanto, piuttosto, verso un aspetto forse meno epico, e pur indubbiamente umano, della medesima, utile a ricordarcela qual, in fondo, ella era: una bambina, ancora lontana dal poter essere posta a confronto con la donna che sarebbe poi divenuta.
E dovendo scegliere in qual modo introdurvi a quest'ultimo aneddoto, occorso ancor meno di un anno dopo l'inizio delle lezioni di scrittura, dubito che alcun, altro esordio potrebbe essere più significativo rispetto alla frase che, con rabbia frammista a disperazione, esplose dalle labbra della piccola Midda…

« Dov'è? » gridò ella, attraversando di corsa la casa con le braccia levate al cielo, muovendosi quasi come fosse posseduta da un spirito malvagio, innanzi allo sguardo attonito di sua madre, nel mentre in cui ella stava apprestandosi a preparare la colazione accogliere il risveglio delle proprie meravigliose e tanto amate gioie e, parimenti, il ritorno del proprio meraviglioso e tanto amato sposo.
« Midda… tesoro. » la richiamò Mera, con misurata dolcezza nel proprio tono di voce, reagendo con quiete all'agitazione della bambina, allo stesso modo in cui, dopotutto, son soliti reagire gli adulti al confronto con gli esasperati toni dei propri figli, nel conoscerli in maniera sufficiente da saper ricondurre, spesso erroneamente minimizzando, drammi e tragedie infantili alla giusta dimensione « Cosa accade?! »
« Mamma… mamma. Dov'è? » insistette la frugoletta, ora gettandosi innanzi alla madre, lì inginocchiandosi e tendendo le manine con fare di supplica, quasi si stesse rivolgendo a Thyres in persona ancor prima che alla propria genitrice « Te ne prego… riconsegnamela e ti prometto che mi comporterò bene. Ti prometto che non farò mai più scher… mmm… non farò scherzi per almeno una settimana. Un mese anzi! »

La donna, che pur non poté evitare di concedersi un sorriso alle parole della bambina, ammissione di colpa, da parte sua, di tutti i guai che era consapevole di creare quotidianamente, reagì a tale richiesta con sincero smarrimento, non riuscendo a comprendere, in quel primo istante, a qual soggetto, o oggetto, ella potesse riferirsi, ove le frasi da lei scandite, pur con incredibile dolore, avrebbero dovuto essere giudicate eccessivamente generiche, ambigue per poterne cogliere il senso. Per un fuggevole, effimero momento, addirittura, Mera non poté ovviare a dubitare, con irrinunciabile e umana ansia, che al centro della denuncia così proposta dalla figlia avesse da intendersi la scomparsa della sua gemella: fortunatamente, però, a dissipare qualsiasi timore in quella direzione, la sagoma della piccola Nissa fece la sua comparsa sulla porta della camera condivisa con la sorella, stropicciandosi gli occhi in conseguenza del sonno prematuramente interrotto da quegli strepiti, da tanti schiamazzi.

« Midda. » sospirò la madre, appoggiando il coltello sul tavolo ove stava lavorando per poter essere libera di chinarsi sulla figlia e rivolgersi a lei in maniera più diretta, a cercare di ottenere maggiore chiarezza « Potresti dirmi di cosa stai parlando, per favore? Che cosa dovrei averti sottratto? Non comprendo… »

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