Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
Scopri subito le Cronache di Midda!
www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
sabato 1 settembre 2012
1687
Avventura
035 - La tragica storia di Carsa Anloch
(Resti Mu’Sah in prossimità alle orecchie dei propri due servi il tempo opportuno a scandire una relazione riguardante la morte di suo fratello Mu’Reh per sua mano e, ancora, del successivo stupro a discapito della moglie. Il signore del palazzo non celi nulla alla coppia, laddove non vi può essere, in lui, timore per quanto eventualmente potrebbe derivare da tale rivelazione proprio a loro beneficio, o forse discapito, in quanto entrambi pressoché di sua proprietà e, in ciò, sostanzialmente impossibilitati a offrire la benché minima reazione, laddove questa esuli dalla sua volontà.)
(Nel corso del racconto, Reja si dimostri visibilmente sconvolta, anche se, per il bene proprio e della propria figlia, si impegni a mantenere ogni commentò per sé, ogni esternazione nel proprio cuore. Probabilmente, le fosse concessa l’occasione, ella scapperebbe subito lontano, distante da lì, conducendo la propria figlia verso una nuova vita. Ma, nel confronto con un segreto del genere, se solo formulasse tale esigenza, ella verrebbe fatta a pezzi con la più totale indifferenza, da chi, del resto, capace prima di uccidere il sangue del proprio sangue, figlio di suo padre e di sua madre, e poi di stuprare violentemente e sadicamente la moglie. Meglio, in ciò, tacere, aspettando il momento opportuno per esprimere la propria senza correre pericoli di sorta… fosse anche attendendo per sempre tale occasione..)
(Sempre nel corso del racconto, Sha’Maech si dimostri, proprio malgrado, meno sorpreso della donna nel confronto con le sanguinarie gesta dell’uomo, del principe, laddove a questi più vicino e, per tal ragione, più prossimo alle sue idee, ai suoi modi di confrontarsi con la vita e tutto il resto. Per lui, suo consigliere, purtroppo tutto ciò ha da considerarsi una tragedia annunciata. Ovviamente, in ciò, non abbia da considerarsi per lui una speranza di evitare il peggio, una brama volta a imporre, al proprio signore, di mutare le sue idee: tuttavia, come appare evidente, ogni desio può considerarsi ormai semplicemente vana, ove il peggio è già avvenuto.)
Mu’Sah – … e questo è tutto. (Conclude, ritraendosi e concedendosi un profondo respiro.) Credete forse che qualcosa, in tutto ciò, possa riguardare la scomparsa di mia figlia?! (Ritorna alla questione primaria, in assenza della quale non avrebbe avuto ragione si rendere palesi i propri delitti.)
(Reja non risponda, ancora troppo sconvolta per prendere voce.)
Sha’Maech – Potrebbe. (Annuisce.) Potrebbe essere, certo. Una probabilità che assume il sapore di certezza nell’ipotesi che ella abbia involontariamente assistito alla tragedia… agli eventi che sono avvenuti entro queste mura. (Spiega, riformulando nel timore di poter contraddire il proprio signore a definirla qual una tragedia.)
Mu’Sah – Impossibile! (Nega fermamente.) Sono certo di essere rimasto da solo per tutto il tempo!
(Sha’Maech, che poc’anzi aveva rimproverato Reja di assumere posizioni estremiste nel commentare con toni simili a quelli appena resi propri dal principe, evita di replicare in egual misura a quanto prima, apprezzando troppo la vita per rischiare di sprecarla vanamente.)
Reja – Tua figlia, oh principe, è una ragazza incredibilmente capace. (Asserisce, ritrovando ora voce in difesa delle possibilità della giovane Ah’Reshia.) Sottovalutarne il potenziale sarebbe un gravissimo errore. Un errore del quale troppo facilmente, poi, potremmo avere di che pentirci: non è una ragazza comune e, parimenti, i suoi interessi non sono interessi comuni.
Sha’Maech – E’ vero. (Annuisce, a supporto delle parole della parigrado.) Ah’Reshia ha un talento straordinario e, parimenti, una straordinaria brama di porsi alla prova in incredibili imprese, in missioni impossibili, come quelle che ama ascoltare in merito a una certa… Mira… Mira Bento…
Reja – Midda Bontor… (Lo corregge.) E’ una mercenaria dell’ovest. Kofreyota probabilmente o, comunque, di un qualunque regno lì confinante. Le sue imprese, per qunato palesemente frutto di immaginazione, come per prima la sfida con una chimera, sono particolarmente interessanti all’attenzione di tua figlia ed ella non fa altro che fantasticare su questa figura mitologica, certa di poter, sospinta dalla propria più semplice forza di volontà, arrivare a imitarla ed eguagliarla, non qual semplice idolo, ma qual insegnante di vita da rispettare e da seguire, nei propri precetti…
Mu’Sah – Midda Bento?! (Ripete, confondendo i due nomi suggeritigli.)
Reja – Bontor… (Specifica, timorosa.)
Sha’Maech – Bento, Bontor… non cambia molto. (Scuote il capo.) Ciò che conta è che tua figlia è praticamente innamorata di questa donna, tanto desidererebbe essere parte di lei e della sua vita. E, in tutto questo, non è da escludersi che muoversi nell’ombra, finendo persino ad assistere a quanto non avrebbe dovuto assistere, possa essere stato per lei il concetto alla base di un giuoco. Un giuoco, suo malgrado, alfine sviluppatosi in termini non apprezzati e tali da…
Mu’Sah – … da spingerla a fuggire! (Esclama, anticipando la conclusione di quelle affermazioni.) Dei. (Gema, scuotendo il capo.) Ciò significa che se mai dovesse accaderle qualcosa, tutto ciò sarà stato solo per mia colpa?!
(Al di là della propria crudeltà, in questo momento Mu’Sah appaia sinceramente afflitto dall’idea di ciò che potrebbe essere accaduto. Si odia, forse, per tutto questo e, per un istante, vacilli, offrendo l’impressione di star per crollare a terra, in un’eventualità prontamente scongiurata dalla coppia a lui prossima, che si precipita a lui per sorreggerlo, per offrirgli tutta l’energia della quale potrebbe abbisognare. E lo stesso Mu’Sah che poco prima aveva minacciato di morte Reja e sua figlia, ora si mostri aggrappato alla nutrice come un bambino alla madre, una madre per la quale morirebbe e ucciderebbe, ma che mai vorrebbe deludere o ferire.)
Mu’Sah – Dobbiamo… dobbiamo trovarla. (Balbetti, confuso, quasi dimentico persino di chi sia egli stesso, ma consapevole della necessità di raggiungere Ah’Reshia, ovunque ella sia, e di riportarla a casa.) Non posso perderla… non posso perdere la mia bambina.
Sha’Maech – Daremo subito l’allarme e Mu’Rehin invierà i suoi uomini in ogni direzione pur di ritrovare la sua amata cugina. (Annuisce alle parole del proprio principe, ancora sorreggendolo, per come può.) Tuttavia, al fine di non distrarlo da tale importante incarico, ritengo indispensabile mantenerlo all’oscuro del triste fato del padre, mantenendo valida ancora la bugia già collaudata ieri. (Afferma, facendo propria una terrificante complicità con il delitto avvenuto, nel nome di quella figlia mai avuta e che pur sente anche propria.) Se egli sapesse, infatti, si struggerebbe in un letale sentimento di vendetta… e la vita di Ah’Reshia, per quanto anche per lui preziosa, finirebbe drammaticamente in secondo piano nel confronto con il richiamo del sangue, della violenza, della morte.
Reja – Ma negargli la consapevolezza della verità… (Interviene, rifiutando la proposta sulla quale entrambi sembrano aver trovato immediato accordo.) … è… terribile. (Continua, seppur, in tale proseguo, con minor enfasi, in conseguenza di una improvvisa e inattesa stretta sulla sua spalla gentilmente offerta dalla mano del signore, là dove si sta sorreggendo, cercando il suo sostegno.)
Sha’Maech – Non più di quanto non sarebbe, in questo momento, lasciarlo schiacciare sotto il peso della consapevolezza. (Replica, non rendendosi conto della violenza del principe in reazione alle ultime parole della donna.) A tempo debito è inevitabile che scopra tutto… ma per ora Ah’Reshia deve essere la nostra priorità… (Conclude, con convinzione assoluta.)
Mu’Sah – Rendo mie le tue parole, saggio Sha’Maech. (Annuisce fermo a quanto asserito e concluso, volgendo ora uno sguardo carico di severità in direzione di Reja, accanto al quale non abbiano da occorrere ulteriori parole.) Sia mobilitato subito Mu’Rehin, come da te indicato, e venga inviato con i suoi uomini alla ricerca di mia figlia, sua cugina. E che non torni senza di lei, tanto sarebbe il dolore che mi imporrebbe in caso di fallimento…
(Reja non osa controbattere, ben comprendendo come, al di là dell’apparente debolezza del signore, egli resti comunque più forte di lei e, soprattutto, di sua figlia, che non desidera porre in pericolo.)
(Si incamminino, tutti e tre, verso il fronte sinistro del palco, Sha’Maech e Reja sorreggendo il principe, a loro ancora aggrappato.)
(Escono tutti.)
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