« Capisco... » si limitò ad annuire Korl, ovviando a qualunque ulteriore possibile argomentazione a tal riguardo, anche laddove avrebbe ben volentieri voluto obiettare quanto egli sapesse scrivere, leggere e far di calcolo... e probabilmente lo sapesse fare a livelli che mai alcuno, su quel pianeta, avrebbe potuto immaginare.
« Direi che con questo abbiamo finito. » sospirò quindi il suo interlocutore, sorridendogli stancamente « Ho raccolto tutte le informazioni necessarie e, sulla base anche di quanto emergerà da tutti gli altri, vedremo di trovare una collocazione a ciascuno di voi. » lo volle rassicurare, sempre con maggiore gentilezza di quanto lo stesso Korl non se ne sarebbe offerta a parti inverse.
Improbabile sarebbe stato allor cercare di comprendere il perché di tutto ciò. E, probabilmente, anche inutile sotto ogni fine pratico, giacché, in fondo, nulla sarebbe per lui cambiato nell’avere risposta a una simile curiosità piuttosto che nel non averla.
Ciò non di meno, a confronto con un numero già sin troppo smisurato di interrogativi destinati a restare irrisolti, Korl Jenn’gs decise lì di riprendere voce, e di riprendere voce anche ed eventualmente a proprio esplicito discapito, per così come si sarebbe potuto scoprire a posteriori formulare una tale obiezione proprio in quel momento e proprio a confronto con quel particolare interlocutore. E nel riprendere voce, egli si espresse, ancora una volta, in assoluta franchezza, non sapendo in quale altra maniera, altrimenti, poter affrontare la questione.
« ... perché?! » domandò, verso quell’anonimo messo inviato lì per intervistarli, per raccogliere da loro quelle informazioni di natura quasi e semplicemente anagrafica, probabilmente anche in conseguenza alla difficoltà a poter elaborare quanto avrebbe potuto raccontargli con un maggior livello di dettaglio « Perché sei tanto gentile con me...? Io... io sono uno di quei mostri che hanno attaccato la tua città. Che hanno ucciso molti di voi. E che, probabilmente, avrebbero sterminato tutti quanti se soltanto... »
Soltanto... cosa? Difficile a dirsi. E difficile a spiegarsi, laddove, in effetti, anch’egli non avrebbe ancor potuto vantare la benché minima consapevolezza a tal riguardo, rientrando, anche ciò, all’interno di quella lunga e variegata lista di questioni irrisolte.
« ... se soltanto? » ripeté curioso l’altro, invitandolo a terminare la frase.
« Francamente non lo so neppure io... » scosse tuttavia il capo Korl, rendendosi conto di quanto folle tutto ciò non avrebbe potuto mancare di apparire dall’esterno, nel ben considerare che, già dall’interno, non avrebbe avuto a doversi intendere particolarmente più sensato « Comunque... perché sei tanto gentile con me? Sei forse pagato per comportarti in questa maniera...? O temi forse che, approcciandomi in altro modo, potrei magari rivoltarmi contro di te e ucciderti...?! »
Il suo interlocutore non si negò l’occasione di una risatina a margine di tutto ciò, stringendosi poi fra le spalle a minimizzare il valore della cosa.
« Sicuramente l’idea di essere ucciso da te, proprio in questo momento, non mi aggraderebbe poi molto... » sorrise, ancor divertito « ... ma non è per questo che sono “tanto gentile”. »
« E allora perché...?! » insistette il primo, sempre più disorientato da tutto ciò.
« Perché mi è stata data l’occasione di occuparmi di voi. E mi è stata data direttamente dalla Campionessa di Lysiath, Midda Bontor. » sancì, non privo di un certo orgoglio nel proclamare tale mandato, probabilmente più fiero allora di quanto non avrebbe potuto esserlo anche ove lo stesso sovrano di Kofreya fosse intervenuto a tal riguardo « E, francamente, non desidero deludere una donna straordinaria come lei. »
« Non capisco cosa c’entri... » sottolineò tuttavia Korl, ancor smarrito.
« C’entra nella misura in cui è stata lei a raccomandarci di avere a rivolgerci a voi non come a terrificanti mostri criminali, quanto e piuttosto a vittime delle circostanze, e delle circostanze che vi hanno condotto sotto il malvagio influsso di quella cagna maledetta di Nissa Bontor. » puntualizzò quindi, ancor sorridendo e, ora, annuendo « Ergo... è esattamente quello che sto facendo da due giorni a questa parte. E, fino a ora, devo ammettere, che nessuno di voi mi ha dato ragione per cui ricredermi di ciò. » puntualizzò, con evidente soddisfazione.
Ammirazione: a motivare quell’uomo, a incentivarne i modi cortesi e misurati verso di lui, e quell’attenzione a volerlo trattare da essere umano e non da mostro, altro non avrebbe avuto a dover essere intesa se non l’ammirazione da questi stesso provata nei riguardi della loro assassina. Ammirazione così palesemente smisurata, a confronto con la quale, quindi, ogni proprio possibile pregiudizio sarebbe stato quietamente superato, per compiere quanto domandatogli per così come domandatogli.
Che razza di donna avrebbe avuto a dover essere intesa Midda Bontor per riuscire a ispirare qualcosa del genere...? E, soprattutto, quanto sano avrebbe avuto a doversi intendere tutto ciò...?!
Del resto, prima dell’improvvisa e ancor inspiegata conclusione della battaglia, anche tutti loro si stavano proponendo contraddistinti da una cieca fiducia verso Nissa Bontor, pronti a seguirla, e ad ascoltarne i comandi, anche attraverso una fossa di fiamme... immagine che, alla luce di quanto occorso nei primi capitoli di quella guerra lampo, non avrebbe avuto a doversi fraintendere puramente metaforica, quanto e piuttosto straordinariamente pratica.
Possibile che il sentimento di ammirazione che stava legando quel giovane alla propria cosiddetta Campionessa non avesse a doversi fraintendere poi troppo diverso da quell’insano, e malefico, sentimento di fiducia e di fedeltà che aveva coinvolto tutti i ritornati in favore della loro ex-comandante...? O, forse e piuttosto, l’assenza di qualunque genere di contestualizzazione utile a meglio comprendere tutto quello lo stava semplicemente rendendo terribilmente paranoico...?!
« Del resto... anche tu sei qui perché hai scelto di esserlo, no...?! » insistette allora il suo interlocutore, distraendolo dai propri pensieri.
E Korl, osservandolo stranito, dovette riconoscere l’evidenza della banalità della cosa. E di quella cosa che, obiettivamente, non avrebbe avuto a doversi fraintendere mossa da chissà quali oscure forze, quanto e piuttosto dalla buona volontà dei presenti: la buona volontà, da parte sua, di voler cercare un’occasione di integrazione in quel mondo per lui tanto estraneo... e la buona volontà, da parte dell’altro, di volergli offrire quell’occasione di integrazione, magari anche in aperto contrasto a posizioni decisamente più critiche a tal riguardo da parte di altri abitanti di Lysiath o di quell’intera nazione.
Insomma: Korl non avrebbe dovuto certamente eleggere quell’individuo a rappresentanza di tutti gli abitanti di quella città, o di quel mondo intero. Ma, ciò non di meno, avrebbe potuto comunque essere a lui grato per l’impegno che, tanto palesemente, stava lì dimostrando a proprio favore.
« Sì. » confermò, or decisamente meno confuso « Altri non sono d’accordo. Ma io ho deciso di avere fiducia nell’occasione offertaci da Midda Bontor. E sono qui per questo. » annuì, con quieta convinzione.
Poi, quasi sul punto di alzarsi in piedi per andarsene, Korl Jenn’gs ebbe a soffermarsi ancora un istante, riprendendo voce verso il proprio interlocutore per un’ultima, fugace ma importante richiesta...
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