11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

venerdì 16 luglio 2021

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« Mi farò perdonare per questo supplizio... » sussurrò quindi verso la propria sposa, nel mentre in cui le benedizioni dei sacerdoti stavano continuando a concludersi, innanzi a loro.
« Sarà meglio per te... maritino. » replicò l’altra, non negandosi un sorrisetto scherzosamente minaccioso a margine di quelle parole.

La cerimonia finì. Non certamente in breve. Eppure finì.
E conclusa la cerimonia iniziò la festa, e una grande festa che coinvolse non soltanto gli sposi ma anche, e ancor più, tutti i loro invitati, nell’entusiasmo collettivo per quella magnifica unione, e quell’unione così largamente benedetta dagli dei.
E forse per la gioia espressa da tutti i partecipanti a quei festeggiamenti; forse le la carica euforica della musica, e della musica a cui anche la stessa sposa ebbe a collaborare in prima persona, non dimentica della di tale propria passione; forse per l’abbondanza di vino che ebbe a colmare tanti boccali prontamente svuotati; ora del calar della sera Be’Sihl era riuscito finalmente a svuotare la propria mente da ogni preoccupazione, da ogni ansia, da ogni pensiero, per poter semplicemente avere di che godere di tutto ciò, insieme alla propria famiglia, ai propri amici e, soprattutto, alla propria sposa.
Non che Midda Bontor fosse stata da lui dimenticata, non che l’amore da lui provato verso di lei fosse stato archiviato: semplicemente egli era riuscito a scendere a patti con la realtà, e con la realtà propria del fatto che, ormai, ella non avrebbe più potuto far parte della propria vita. Una realtà certamente dolorosa da accettare, e pur una realtà incontrovertibile forse quanto e ancor più della morte, nel non dimenticare come, in fondo, egli stesso avesse già fatto ritorno dal regno dei morti.
Così, alla fine, anche la voce nella sua mente si era placata, come se anche quella proiezione di lei avesse quindi accettato di lasciarlo libero di vivere quella propria, nuova quotidianità. E una nuova quotidianità nella quale, allorché rincorrere il fantasma di Midda, avrebbe fatto bene a tenere ben stretta a sé la propria amata Deeh’Od, in quello che, in fondo, avrebbe potuto essere romanticamente inteso qual il suo lieto fine, nell’insperata, e insperabile, possibilità di coronare quell’antico sogno d’amore.
E quando anche il festeggiamento ebbe a concludersi, non vi poté comunque essere alcuna possibilità di riposo per lui, là dove, giustamente, ella ebbe a pretendere che egli avesse ad assolvere ai propri obblighi coniugali...

« Ti amo, mio sposo... » sorrise Deeh’Od, mordicchiando appena il labbro inferiore di lui prima di avere a sollevarsi dal suo corpo per lasciarsi delicatamente sdraiare al suo fianco « E, dall’alto di questo incommensurabile sentimento, ho deciso di concederti qualche istante di riposo prima di un nuovo... giro. » soggiunse, giocosa verso di lui e apparentemente inarrestabile, malgrado ormai avessero a doversi considerare svegli da più di venti ore.
« ... come?! » sgranò gli occhi lui, quasi spaventato a confronto con tale idea « Ma sarebbe già il... quinto?!... “giro”. »
« Sesto, per la precisione. » precisò ella, ammiccando verso di lui « Anche se, in effetti, fra il secondo e il terzo non ti ho lasciato molto intervallo per riprenderti e, in questo, potrei averti confuso un po’ le idee. » sottolineò, per poi imporgli qualche pizzicotto sul fianco destro, per spronarlo a muoversi « Su su... approfittane. Vai a bere. Mangiati un paio di uova. Una bistecca. O quello che vuoi. Ma poi vedi di tornare da tua moglie, che la notte è ancora giovane. »
« Per inciso credo che sia quasi l’alba... » osservò egli, tentando di porsi a sedere anche nell’intento di poter sopperire ad alcuni bisogni fisiologici e, francamente, non riuscendo più a trovare energie utili per farlo « Ma ti ricordi, vero, che non è la nostra prima notte insieme...?! Quella è stata parecchio tempo fa... e da allora ve ne sono state molte altre. Praticamente tutte, in effetti! »
« E allora…?! » sorrise la donna, scuotendo il capo con aria divertita « E’ la nostra prima notte di nozze. E’ praticamente come se fossimo una coppia nuova ora. E, comunque, sei stato tu a dire che ti saresti fatto perdonare per il supplizio al quale mi hai costretta! » gli ricordò, in riferimento alla rassicurazione da lui rivoltale nel corso della loro cerimonia nuziale « Ergo... »

Be’Sihl avrebbe voluto protestare di fronte alla tirannia della propria novella sposa. Ciò non di meno, per potersi permettere di protestare, egli avrebbe dovuto avere ancora un po’ di energie da spendere. Energie che, in effetti, in quel momento gli mancavano.

« Ti prego... dimmi che mi stai pigliando in giro. » la supplicò egli, aggrottando la fronte « O dimmi che, in verità, non sei un essere umano ma una succuba... perché, altrimenti, potrei iniziare a spaventarmi. »
« Esagerato. » ridacchiò ella, inarcando appena un sopracciglio « Ti sei già dimenticato di quella volta nell’oasi...?! Lì sì che abbiamo finito con il crollare stremati dalla fatica. »
« Quella volta siamo crollati stremati dalla fatica dell’esserci ritrovati a vagare per quasi due giorni senza cibo e, soprattutto, senza acqua. » sottolineò Be’Sihl, ben rammentando quell’evento.

La memoria umana avrebbe avuto a doversi considerare qualcosa di straordinariamente complesso e, di ciò, egli avrebbe avuto a poter rendere testimonianza proprio in quella nuova fase della propria vita. Perché se pur, per decenni, egli aveva represso quei ricordi, relegandoli nel profondo della propria mente e non rivolgendo più loro alcuna attenzione, forse e persino per cercare di obliarli là dove altrimenti troppo dolorosi; da quando quella realtà era diventata la sua nuova realtà, la sua mente era stata in grado di andare a riesumare tutte quelle perdute reminiscenze quasi come avessero a riguardare eventi occorsi pochi giorni prima. E così, se pur, un tempo, probabilmente non sarebbe stato minimamente in grado di comprendere a cosa ella potesse starsi riferendo; ora non soltanto aveva avuto occasione di cogliere immediatamente la natura delle cose ma, anche e soprattutto, avrebbe avuto a doversi intendere in grado di ribattere, e di ribattere con piena cognizione di causa.
Tutto ciò, ovviamente, a discapito di altri ricordi, di altre memorie, e di memorie che, in maniera diametralmente opposta, stavano sprofondando sempre di più nei recessi della propria mente, riferendosi proprio malgrado a una vita che non avrebbe più potuto tornare a vivere.

« Non mi riferisco alla prima volta che siamo crollati, sciocco! » protestò tuttavia ella, ben cogliendo il volontario fraintendimento reso proprio dall’interlocutore, e punendolo, in tal senso, con nuovi pizzicotti lungo il fianco « Ma a quando, dopo esserci dissetati e ristorati, abbiamo deciso di approfittare della situazione per festeggiare il fatto di essere ancora in vita... » rammentò, quasi con una certa nostalgia per un evento che, pur, avrebbe potuto concludersi in maniera decisamente tragica se soltanto non avessero incontrato quasi per caso quell’oasi « ... anche se, devo ammettere, non avrei mai immaginato che potesse essere tanto scomodo impegnarsi in certe attività in una pozza d’acqua! »
« Questo letto è decisamente più comodo... » concordò Be’Sihl, con un quieto sorriso, nel mentre in cui approfittò dell’occasione per provare a chiudere gli occhi, abbisognando di un momento di riposo... fosse anche e soltanto l’intervallo a lei necessario per rendersi conto della cosa e decidere di risvegliarlo.

Ma se Deeh’Od ebbe a rendersi conto del fatto che egli si fosse allor addormentato, non lo diede assolutamente a lasciar intendere, nel lasciarlo proseguire sereno nel proprio meritato riposo. E, semplicemente, si limitò ad appoggiarsi dolcemente contro il suo corpo con il proprio, per poter avere occasione di perdersi nella dolcezza del suo respiro...

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