A prendere parola in tali termini, allora, era stata la voce di una fra le più peculiari ospiti de “Alla signora della vita”: Lora Gron’d.
Lora Gron’d, al pari di Duva, Lys’sh, Tagae e Liagu, non avrebbe avuto a doversi fraintendere qual originaria di quel mondo, per quanto, entro certi versi, ella fosse nata o, quantomeno, rinata in quel mondo, nella propria attuale identità di ritornata.
Quella donna, infatti, faceva parte dello smisurato stuolo di non morti che, attraverso le soglie di un altrettanto riedificata Biblioteca di Lysiath, qualche tempo prima avevano fatto la propria apparizione in quel mondo, lì accomunati dall’essere stati, nel corso della propria precedente esistenza, uccisi dalla Figlia di Marr’Mahew. E se pur, in un primo momento, fra la confusione di una situazione decisamente difficile da razionalizzare, quanto sarebbe potuto essere difficile da razionalizzare il ritrovarsi in un corpo putrescente in una realtà a sé aliena, e una sorta di negativo influsso psicologico su tutti loro imposto da un altrettanto ritornata Nissa Bontor, tutti loro erano stati trascinati a dichiarare guerra al genere umano; fortunatamente lo sviluppo degli eventi aveva portato a una meno tragica soluzione. Così, per quanto ancora molti fossero gli uomini, le donne, e, più in generale, le creature, che, fatto ritorno dal regno dei morti, vagavano in maniera indipendente e, talvolta, pericolosa per coloro i quali avrebbero avuto la sfortuna di incrociarli; una quantità non inferiore avrebbe avuto a dover essere intesa in coloro che, già abitanti di quel mondo o a esso estranei, avevano altresì deciso di cercare occasione di una convivenza pacifica. Dopotutto, per chi non li avesse conosciuti in vita e non fosse, in ciò, informato del fatto che essi avessero a doversi riconoscere quali ritornati, improbabile sarebbe stato per chiunque rendersene conto a meno di non avere a tentare di ucciderli: a differenza dei comuni zombie, infatti, i ritornati, dopo un primo momento di decrepito incedere, avevano presto ritrovato la propria integrità fisica, in termini tali per cui, quindi, nulla, in apparenza, avrebbe potuto tradirne l’effettiva natura.
Anche Lora Gron’d, insieme al proprio amico e amante Korl Jenn’gs, estranei a quel mondo e a tutto ciò che li circondava, avevano deciso di offrirsi per una soluzione pacifica al conflitto ricercato da Nissa e, in questo, in ottemperanza agli accordi presi, erano stati trasferiti, in un primo momento, in un piccolo villaggio di nome Korrynia, per lì avere occasione di trascorrere, in maniera quieta e discreta, la propria immortale esistenza. Tuttavia, per due come loro, provenienti da una realtà decisamente più tecnologicamente avanzata rispetto a quella, la piccola Korrynia, e il suo bucolico stile di vita, non avrebbe potuto offrire particolare ragione di conforto, fisico o psicologico, ragione per la quale, ben presto, sfruttando quelle che, nel loro mondo di origine avrebbero avuto a dover essere riconosciute quali conoscenze a dir poco elementari, avevano iniziato a spingere per il progresso tecnico del villaggio, introducendo piccole, ma decisamente piacevoli, soluzioni prima inesplorate. Soluzioni che, nella straordinaria novità allor rappresentata per quel mondo, non avevano potuto ovviare ad attrarre molte attenzioni, incluse anche quelle della stessa Midda Bontor, la quale, per tal ragione, si era sospinta insieme alle sue sorelle d’arme fino a Korrynia, per conoscere i due “geniali” inventori che tanto stavano facendo parlare di sé. Ovviamente, però, Lora e Korl non avrebbero avuto a dover essere fraintesi qual gli unici in grado di giocare a un simile giuoco, ragione per la quale anche altrove avevano iniziato a fare la propria apparizione piccoli progressi tecnologici, i quali, tuttavia e purtroppo, non avrebbero avuto a dover essere riconosciuti egualmente innocui qual quelli su cui, sino ad allora, Korl e Lora si erano impegnati. E proprio in quel di Kriarya, lord Brote era quindi sopravvissuto a un attentato a opera di un paio di mercenari armati, in maniera del tutto inedita, da delle rivoltelle, armi da fuoco che mai alcuno, prima, avrebbe potuto concepire entro i confini di quel mondo. Per tale ragione, quindi, Midda Bontor aveva fatto ritorno dai propri due “amici” inventori, a verificare che non avessero nulla a che fare con ciò; ed essi avevano colto l’occasione per offrirsi di riaccompagnarla in città, e di cooperare, entro i limiti delle proprie possibilità, al progresso tecnico e tecnologico di Kriarya, in termini utili da porla al sicuro da nuove, possibili minacce.
Al di là, tuttavia, della propria natura di ritornata, con tutti i vantaggi e gli svantaggi derivanti da ciò, e del proprio impegno nel tentare di riconcepire l’intera Kriarya, sforzo per poter cogliere gli effetti del quale, ovviamente, sarebbe stato necessario parecchio tempo, quanto più di tutto non avrebbe potuto ovviare a risultare lampante osservando Lora Gron’d, tuttavia, sarebbe stato qualcos’altro. E qualcosa che, più di ogni altra cosa, l’avrebbe resa immediatamente riconoscibile fra chiunque in città... se non in tutta Kofreya. Perché Lora Gron’d non apparteneva alla specie umana, quanto e piuttosto a quella feriniana. E, in quanto tale, il suo aspetto sarebbe stato quello di una conturbante femmina ibrida umana-felina, dal corpo manto completamente nero, se non per la presenza di una macchia bianca a forma di cuore in corrispondenza al suo occhio destro.
Un aspetto, quello proprio di Lora, che a un primo impatto non avrebbe potuto mancare di suscitare perplessità e timori, soprattutto in coloro i quali da sempre abituati a doversi confrontare con bestie mitologiche di ogni tipo, e generalmente affamate di carne umana e assetate di sangue umano; ma che, ove fosse stato compreso e accettato, avrebbe allor lasciato quietamente spazio a una persona normalissima, che anche le due figlie di Nissa Bontor, in quegli ultimi giorni, non avevano mancato occasione di iniziare a conoscere e, parimenti, apprezzare.
« Lora... salute a te. » sorrise Seem, voltandosi verso la donna gatto e offrendole un quieto sorriso « Non ti chiederò come stai, giacché la risposta sarebbe banale... » ammiccò quindi, con fare quasi scherzoso, in termini allor utili, anche a lui stesso, per ricordarsi continuamente quanto avesse a dover riconoscere quella figura qual amica, malgrado il suo aspetto e malgrado la sua negromantica origine.
« Come se tu non fossi andato avanti a chiedermelo per almeno un mese prima di arrenderti all’evidenza della futilità della questione. » ridacchiò per tutta replica l’altra, scuotendo appena il capo « Comunque... dico sul serio: se per te e Arasha può andare bene, posso accompagnarle io. » ribadì, a ricollegarsi alla propria affermazione precedente « Tanto al mercato devo andarci comunque: sto ancora attendendo la consegna di alcune merci... e, alla dea piacendo, magari oggi potrebbero essere finalmente arrivate. »
« Mi porta Lora! Mi porta Lora! » saltellò subito felice la piccola Eli, non tanto per il pensiero della presenza di Lora, quanto e piuttosto per il fatto che, così, avrebbe potuto accompagnare Meri e Nami, esattamente per come desiderato « Lei è grande! E’ un’adulta! »
In effetti, che Lora Gron’d fosse un’adulta non avrebbe avuto a dover essere posto in discussione. Ragione per la quale, con buona pace di ogni iniziale divieto, alla fine Midda Elisee, tenendo fede al proprio primo nome, la ebbe comunque vinta, ottenendo la possibilità di uscire per così come aveva desiderato e per così come sarebbe stata disposta a fare il capricci a non finire in caso contrario.
« Ne sei sicura...?! » sussurrò per un’ultima volta Arasha in direzione di Lora, nel momento in cui, dopo qualche ulteriore minuto utile a raccogliere tutti i permessi del caso, il gruppo fu pronto a uscire « Stare dietro a Eli può essere veramente stancante. »
« Stai tranquilla. » replicò la giovane feriniana, strizzando l’occhio sinistro verso di lei « Se riesco a gestire Korl, sono certa che Eli non mi darà problemi di sorta... » ironizzò, non mancando di volgere una frecciatina del tutto gratuita al proprio compagno, chiaramente desiderosa di far leva sulla complicità femminile della propria interlocutrice in tal senso.
Arasha, ovviamente, non mancò allora di sorridere a quella battutina, prima di rivolgersi per un ultima volta verso la figlioletta, per le ultime raccomandazioni: « Ricordati le regole, piccola peste. Non si corre per la città, non ci si allontana da Lora, e non si fa i capricci per nulla. » elencò sulla punta delle dita della mancina « Stai andando solo a fare loro compagnia... non voglio che chiedi nulla a nessuno. »
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