11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 16 febbraio 2021

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Ma chi mai avrebbe potuto essere sufficientemente folle o arrogante, o folle e arrogante, per potersi permettere un’azione tanto radicale...?!

« E se, dietro a tutto questo, vi fosse la famiglia reale...? » suggerì Liagu, dopo un lungo istante di intima riflessione.

L’ipotesi avanzata dalla figlia di Midda, per quanto ovviamente priva di qualunque fondamento, non avrebbe potuto avere a fraintendersi così insensata nella propria formulazione.
Sebbene Kriarya facesse parte del regno di Kofreya, e ne fosse, addirittura, capitale, riferimento politico per un’ampia provincia e una provincia collocata geograficamente in una posizione di forte interesse strategico, a metà fra Y’Shalf e Tranith, il medesimo decadimento dei valori morali lì presente giustificativo della nomea di città del peccato aveva condotto nel corso degli anni, dei secoli, quel particolare territorio a trovare una certa autonomia rispetto al resto del regno, rifiutando ogni imposizione feudale proveniente dal governo centrale e surrogandola, quantomeno nelle questioni interne, con la presenza dei cosiddetti lord della città, eccelsi criminali, tagliaborse o tagliagole che fossero, che, in grazia alle proprie forze, o alla propria astuzia, erano riusciti a riservarsi un ruolo di predominio entro i confini di quelle mura dodecagonali. E se questa situazione, di principio, non avrebbe potuto compiacere la famiglia reale di Kofreya, ancor meno avrebbe potuto essere incontrata la loro approvazione nell’emergere, all’interno di quella stessa città, di una figura carismatica qual quella della medesima Midda Bontor, leggenda vivente le cui gesta arricchivano il già amplio repertorio di ogni bardo o cantore di tutto il regno.
In una situazione, quindi, già non propriamente benvoluta dai signori di Kofreya, nel corso di quegli ultimi anni si era venuta a sommare qualche mai meglio chiarita questione irrisolta con la stessa Midda Bontor o, più probabilmente, con la sua gemella Nissa Bontor, la cui esistenza, tuttavia, era rimasta a lungo ignota ai più, vedendo addebitare alla stessa Midda qualunque responsabilità per l’operato della gemella. Operato che, evidentemente, a un certo punto, doveva aver anche coinvolto, in maniera diretta, la stessa famiglia reale, in termini tali, quindi, da avere a indicare la Figlia di Marr’Mahew qual nemica del regno e, in questo, ufficialmente ricercata. Una condizione di latitanza, pertanto, quella nella quale ella avrebbe avuto a doversi fondamentalmente riconoscere, nel confronto con la quale, comunque, nessun cacciatore di taglie avrebbe avuto il coraggio di avere a perseguirla, a meno di non desiderare avere a rinunciare, prematuramente, alla propria esistenza mortale. Così, per lunghi anni, Midda aveva continuato a restare invisa alla famiglia reale senza che, tuttavia, alcuna concreta azione fosse intrapresa a suo discapito. E questo era stato tale almeno fino alla sua partenza per le stelle del firmamento.
Dopo gli eventi che avevano condotto sino alla battaglia di Rogautt e alla morte di Nissa Bontor, infatti, gli equilibri interni alla città del peccato erano mutati in una quieta alleanza fra due antichi avversari, lord Brote e lord Bugeor: due signori dotati di grande potere già nella propria individualità, ma che, nella propria comunione, avevano facilmente tracciato una nuova rotta per Kriarya, e una rotta volta a consolidare definitivamente quella medesima unione interna che già, quanto nel corso degli anni si era dimostrata necessaria, aveva comprovato incredibile valore per la capitale e tutti i suoi abitanti. L’eco di tali nuovi assetti interni, così, non aveva potuto ovviare a giungere sino all’attenzione della famiglia reale, la quale, in maniera non poco paranoica, si era convinta di quanto dietro a tutto ciò avesse a doversi intendere proprio la stessa Midda Bontor, loro antagonista in una mai riconosciuta esistenza per la sua gemella Nissa: Midda Bontor, così, dopo essere stata considerata avversaria della famiglia reale, si era veduta addebitare il suolo di anarco-insurrezionalista, nella volontà di rovesciare l’intera gerarchia feudale kofreyota per rivendicare per se stessa tutto il potere o, peggio, per consegnare il regno nelle mani dei nemici y’shalfichi, in relazione ai quali era nota l’esistenza di importanti legami da parte sua.
Così l’equilibrio era venuto meno. E, in breve tempo, la famiglia reale si era organizzata assoldando mercenari della Confraternita del Tramonto con lo scopo di riconquistare la città del peccato, e consegnarla nelle mani di un membro della medesima, un cugino il quale, in virtù del proprio legame di sangue, avrebbe assicurato una possibilità di controllo diretto su tale dominio. Ovviamente, per quanto la Campionessa di Kriarya fosse assente, lord Brote e lord Bugeor non si erano lasciati trovare impreparati a confronto con tale minaccia. E, guidando personalmente le forze di Kriarya, avevano respinto per ben tre volte il nemico in tre grandi battaglie, prima che il cuginetto reale fosse ucciso e l’interesse della famiglia venisse nuovamente assopito. Tuttavia l’evidenza del ritorno in scena della stessa Midda Bontor e, oltretutto, i recenti eventi che l’avevano vista sostanzialmente conquistare anche la fiducia di una seconda provincia, quella di Lysiath, potevano aver preoccupato la famiglia reale, riportando l’attenzione della medesima in direzione di Kriarya e di una questione ancor ben lontana dal potersi considerare risolta.

« Non è un’ipotesi assurda... anzi. » confermò Na’Heer, non negando una certa ragionevolezza a margine di ciò « Fra tutti, in effetti, potrebbero essere quelli che più avrebbero a trarre vantaggio dalla scomparsa di tutti i signori di Kriarya e, soprattutto, da mio padre e da zio Bugeor. »
« Perché...?! » domandò Eli, non avendo ancora sufficiente consapevolezza nel merito delle questioni politiche della città per poter comprendere la cosa, a differenza del figlio di Brote e dei figli di Midda che, per evidenti motivazioni di ordine familiare, avrebbero dovuto riconoscersi più avvezzi a sentir discutere di tali argomentazioni.
« Perché al re di Kofreya non piace che qui in Kriarya non ci si interessi ai suoi capricci... motivo per il quale certe figure scomode devono essere necessariamente eliminate. » scosse il capo il ragazzino, a offrire una sintetica, ma speranzosamente semplice, spiegazione alla bimba.
« Mamma mi rimprovera sempre quando faccio i capricci... » osservò per tutta replica Midda Elisee, arricciando appena le labbra con fare pensieroso e ipotizzando che, magari, anche il re di Kofreya potesse necessitare di qualcuno che lo sgridasse, per evitare che facesse tanti danni.

Ma se pur quell’ipotesi non avrebbe avuto a dover essere considerata insensata, c’era un dettaglio che non convinceva pienamente Namile, motivo per il quale la figlia di Nissa decise allora di avere a riprendere parola per esprimere i propri dubbi a tal riguardo...

« Scusate un attimo, però... » esordì, piegando appena gli angoli della bocca verso il basso a esprimere una certa contrarietà « Ipotizziamo pure che siano stati i signori di Kofreya a organizzare questa iniziativa. E a organizzarla mossi dal desiderio di riprendere il controllo della città eliminando di colpo tutte le figure scomode all’interno della medesima. Perché è questo che stiamo dicendo, no?! »
« Esatto. » annuì Liagu, rivolgendo tutta la propria attenzione alla cugina, curiosa di comprendere cosa potesse avere a obiettare a tal riguardo.
« Ecco... » esitò per un istante ella, volgendo gli occhi verso un punto non meglio definito in alto a sinistra, a riordinare le idee « Non vi pare, però, che abbia a mancare una figura fondamentale nell’annovero delle vittime designate...?! Forse, e in effetti, la più importante fra tutte... »

E laddove, per un istante, nessuno fu in grado di comprendere cosa ella potesse sottintendere; un attimo dopo tutti giunsero, praticamente in contemporanea, alla medesima risposta, e a una risposta che non avrebbe potuto ovviare a gettare un’oscura ombra sopra tutti loro.

« Manca Midda Bontor. » osservò Nami, offrendo voce al pensiero collettivo, nel silenzio improvvisamente calato nella stanza « E, con lei, manca questo edificio...! »

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