Anche quella sera gli adulti della compagnia si ritrovarono a condividere il medesimo tavolo, a confronto con una città che non avrebbe avuto a potersi considerare del tutto ripresasi dagli eventi del giorno precedente.
Sebbene, infatti, nella locanda, così come nelle strade della città, si stessero iniziando a mostrare nuovamente alcuni gruppi di persone mossi dal desiderio di riservarsi una qualche occasione di normalità, benché a confronto con quella pur inoppugnabile consapevolezza di quanto il concetto di normalità prima esistente avrebbe avuto a dover essere completamente rivisto nelle proprie stesse fondamenta; i numeri di simili presenze avrebbero avuto comunque a doversi riconoscere così irrisori da non richiedere una presenza costante dietro al bancone né per Arasha, né per Seem, né, tantomeno, per Be’Sihl. E un paio di ore dopo il calar del sole, in buona sostanza, la loro giornata lavorativa avrebbe potuto avere a potersi intendere già conclusa, in termini tali da concedere loro un nuovo momento conviviale, utile a tirare le somme su quanto avvenuto e a cercare di comprendere la direzione più opportuna entro la quale avere a muoversi.
Anche perché, a ben vedere, una simile necessità di chiarezza mentale non avrebbe avuto a dover essere intesa soltanto qual loro prerogativa, quanto e piuttosto un’esigenza della città stessa, per così come Arasha non mancò di riportare all’attenzione di tutti i partecipanti a quel bizzarro concilio...
« Durante tutto il giorno, da diverse parti della città, sono sopraggiunte persone alla ricerca di Midda. » comunicò ai propri interlocutori, con un quieto sorriso tirato.
« Chi erano...? » domandò incuriosito e perplesso Be’Sihl, non potendosi negare una necessaria ragione di sospetto a confronto con tanto interesse nei riguardi dell’unica “autorità” certamente sopravvissuta dell’intera città del peccato.
« Rappresentanti di gilde, proprietari di bordelli e di taverne, mercanti e semplici guardie... di tutto un po’, insomma. » riportò quindi, in un elenco che si impegnò a sintetizzare nel non voler certamente proporre un censimento dell’intera popolazione cittadina « Tutti stavano cercando la Campionessa della città, per invocare il suo discernimento in un frangente come questo. »
« Interessante... » osservò lo shar’tiagho, sinceramente sorpreso da simile evoluzione « Ero convinto che già oggi si sarebbero iniziati a scannare per tentare di assumere il controllo della città, occupando il vuoto di potere venutosi a creare nella scomparsa dei lord. E, invece, desiderano appellarsi a Midda...?! »
« Beh... » prese voce Seem, nel desiderio di aver a commentare quel comportamento inteso qual anomalo da parte di Be’Sihl « Sin da dopo l’assedio dei Mahkra e l’elezione di Midda a Campionessa, il sentimento della popolazione di Kriarya nei suoi confronti è decisamente mutato, riconoscendo in lei non più un’occasione di sfida quanto e piuttosto un motivo di orgoglio. » spiegò, a beneficio di colui che, in fondo, era stato lontano da quella capitale per troppo tempo per poter avere consapevolezza di ciò « E così, le stesse persone che un tempo si sarebbero proposte animate da una certa brama di antagonismo nei suoi riguardi, per associare il proprio nome alla fama derivante dall’aver sconfitto una simile, celebre figura; hanno iniziato a lasciarsi dominare da una vivace nostalgia per la mia signora, soprattutto negli anni della vostra permanenza fra le stelle del firmamento... »
« Affascinante... » ribadì Be’Sihl, francamente meravigliato da tutto ciò, là dove, in fondo, si sarebbe atteso che in molti, al contrario, avrebbero avuto a trarre un sospiro di sollievo a confronto con l’idea della scomparsa di una figura tanto ingombrante qual ella, indubbiamente, si era sempre impegnata a essere.
« Del resto, non è un caso che la famiglia reale abbia sempre più in odio il nome di Midda Bontor. » aggrottò la fronte Duclar, intervenendo nella questione « Sebbene ella non si sia mai soffermata a riflettere su di ciò, nel confronto con la sua fama e il suo valore ella non avrebbe potuto trovare ostacolo alcuno alla presa definitiva del potere su Kriarya, se soltanto lo avesse mai desiderato. Nessuno dei signori della città si sarebbe mai potuto opporre a lei e, in effetti, nessuno si sarebbe mai neppure voluto opporre a lei... »
E una simile testimonianza, riportata per bocca di Duclar Mi’Chill avrebbe avuto allora a riservarsi un indubbio valore, là dove, in fondo, egli avrebbe avuto a doversi riconoscere di buon grado qual la persona più vicina a lord Brote e, in ciò, più addentro, rispetto a chiunque altro, agli equilibri di potere propri della città del peccato.
« Vuoi dire che anche Brote e Bugeor avrebbero accettato di riconoscerla in tal senso...? » insistette il locandiere, ritrovandosi decisamente spiazzato da ciò, nel non aver mai immaginato nulla di simile.
« Dimentichi come siano stati proprio loro a volerla come Campionessa della città...? E come siano stati, ancora, loro a seguirla nella battaglia di Rogautt, conducendo seco i propri uomini...?! » sorrise il colosso d’ebano, quasi divertito dall’ingenuità che, in quel frangente, egli stava dimostrando « Midda Bontor è già da anni la sovrana di questa città, ispirazione e guida per tutti coloro che qui vi abitano. »
Per Korl e Lora quel discorso non avrebbe potuto che giungere nuovo, là dove, ovviamente, avrebbero avuto a doversi intendere troppo al di fuori delle dinamiche politiche di quel mondo per potersi permettere una qualsivoglia consapevolezza a tal riguardo. Ciò nonostante, nulla di quanto stavano allora dichiarando Seem e Duclar avrebbero potuto avere a sorprenderli, là dove, in fondo, avevano già avuto occasione di constatare in prima persona quanto, al cospetto di quella piccola donna dai rossi capelli color del fuoco e dagli azzurri occhi color del ghiaccio, tutti avessero a piegare la propria volontà, o per amore o per forza. Così era stato in quel di Lysiath, quando Midda Bontor aveva definito personalmente i termini della tregua con i ritornati e dell’integrazione di coloro che avessero voluto impegnarsi in tal senso all’interno della stessa società in contrasto alla quale avevano pur dichiarato guerra, minacciandone la più completa estinzione. E così era stato anche in quel di Kriarya, là dove ella li aveva condotti con il non semplice compito di aver a reinventare da capo quella capitale, con il pieno consenso e il completo appoggio di tutti quei lord che, di buon grado, avevano quindi accettato il suo volere.
Sì: benché essi avrebbero avuto a doversi intendere troppo al di fuori delle dinamiche politiche di quel mondo, alcun dubbio sarebbe stato comunque giustificato a confronto con l’idea che Midda Bontor fosse una condottiera per quelle persone... una regina, per così come, allora, l’aveva appena definita Duclar.
« A questo punto, probabilmente la cosa migliore da fare sarebbe mandarla a chiamare... » suggerì pertanto Korl, cercando di confrontarsi in maniera razionale con la situazione « Abbiamo idea di dove sia...?! »
« Chi può dirlo...?! » si strinse fra le spalle Be’Sihl, storcendo le labbra verso il basso « ... e, comunque, anche avendo idea di dove si trovi, difficilmente credo che un qualsivoglia messaggero sarebbe mai in grado di raggiungerla. »
« Le difficoltà di comunicazione in questo mondo sono frustranti. » gemette Lora, volgendo gli occhi al cielo e pensando a quanto tutto fosse più semplice nella loro precedente vita, in grazia a molteplici dispositivi elettronici attraverso i quali chiunque sarebbe stato reperibile praticamente ovunque nell’universo.
« Sono le difficoltà di comunicazione con Midda a esserlo... a prescindere dal mondo circostante. » ammiccò l’altro, non potendo fare a meno di concedersi una risatina divertita « Ti assicuro che nel corso della nostra permanenza nella “vostra” ipertecnologica concezione della realtà è stato più il tempo in cui non avevo idea di dove ella fosse rispetto a quello in cui lo sapevo. » dichiarò, in una frase che avrebbe potuto apparire iperbolica ma che, in effetti, non avrebbe avuto a esserlo « Potremmo persino considerarlo parte del suo fascino... se soltanto non fosse tremendamente irritante! »
« Squisito. » commentò la feriniana, coprendosi gli occhi con il palmo della mano destra, in segno di sconsolato imbarazzo « Ergo dobbiamo aspettare che torni a casa di propria iniziativa... con buona pace della piccola fine del mondo che stiamo vivendo. »
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