Le parole che Be’Sihl ebbe lì a scandire, ed ebbe a scandire a partire dal proprio io attuale, ovviamente, non avrebbero potuto avere a trovare occasione di corrispondenza nelle parole che avrebbero potuto essere proprie del suo io dell’epoca, al di là di quanto, comunque e per l’appunto, all’epoca la sua reazione fosse stata decisamente più irata, e non a torto, a discapito della Figlia di Marr’Mahew: l’uomo che egli era divenuto, del resto, non avrebbe avuto a poter vantare una corrispondenza stretta con l’uomo che egli era all’epoca, né, tantomeno, il rapporto da lui maturato con Midda non avrebbe potuto vantare una corrispondenza neppur larga con il rapporto che, al contrario, era loro all’epoca. E per quanto la Midda di fronte a lui, in quel frangente, non avrebbe avuto a dover essere intesa essere la vera Midda dell’epoca, quanto e soltanto una proiezione della medesima, tale proiezione non avrebbe potuto ovviare a cogliere qual inatteso, se non addirittura improprio, quel suo intervento.
Così, reagendo non come avrebbe potuto reagire la Midda da loro ricercata, e reagendo non come aveva reagito ella all’epoca, nel ritrovarsi posta a confronto con una reazione decisamente diversa da quella, la Figlia di Marr’Mahew lì in piedi innanzi a lui ebbe innanzitutto a sgranare appena gli occhi, evidentemente sorpresa a confronto con l’inedita e romantica audacia da lui espressa verso di lei, per poi aprirsi in un sorriso a metà fra il lusingato e il divertito.
« Per Thyres! » esclamò quindi ella, aggrottando la fronte « Lo sconvolgimento all’idea della mia morte deve essere stato particolarmente intenso per te, vecchio amico mio. » osservò, scuotendo appena il capo « Da che ci conosciamo, non rammento tu mi abbia mai rivolto parole simili... né, tantomeno, toni simili... o sguardi come quelli che ora mi stai rivolgendo. » puntualizzò, ammiccando poi verso di lui con fare scherzosamente complice « Non è che sotto sotto tu ti sei un po’ innamorato di me e non lo vuoi ammettere...?! »
E lo shar’tiagho, dal canto proprio, non poté che cogliere con un certo disappunto quanto, a confronto con la sua dolcezza, ella si stesse lì emotivamente ritraendo, in misura decisamente opposta a quella che era stata molti anni addietro quando, in conseguenza alla sua furia ella, al contrario, era avanzata a coprire la distanza esistente fra loro, e a coprirla con un appassionato bacio... il primo di molti altri.
“Che assurdità...!” si ritrovò quindi a pensare, salvo poi decidere di non limitarsi a pensarlo ma, addirittura, di scandirlo ad alta voce, affinché l’altra potesse udirlo « Che assurdità...! »
« ... è quello che dico anche io. » ridacchiò Midda, annuendo nel fraintendere quelle parole e nel considerarle risposta diretta alla propria domanda, in termini tali da vederlo escludere una qualunque possibilità di coinvolgimento emotivo con lei « Comunque sia, davvero mi dispiace per la locanda e, credimi, pagherò tutto ciò che sarà necessario per ricos... »
Ma a impedirle di cambiare discorso, e di ritornare in una situazione di maggiore conforto psicologico, egli levò una mano a richiederle di tacere, prima di riprendere voce, al fine di meglio esplicitare la propria posizione...
« Dubito che tu possa realmente comprendere quanto desidero dirti... ma, visto che siamo qui, voglio comunque approfittare dell’occasione per farlo. » premesse egli, separandosi volontariamente da Rín, per concedersi quel momento di intimo confronto con la propria amata « Perché è veramente assurdo che, soltanto perché io ora non ti sto gridando contro, non ti sto minacciando di porre definitivamente fine al nostro rapporto, tu stia affrontando quasi con allegria tutto questo, là dove, altrimenti, ti ritroveresti costretta a fare i conti con i tuoi sentimenti, con le tue emozioni, e ad accettare quello che, in fondo, abbiamo sempre saputo entrambi, se non dal nostro primo incontro certamente da poco dopo: che tu e io siamo fatti per stare insieme. »
« Ehm... » esitò ella, ancora sgranando gli occhi, a confronto con quella nuova deriva da parte sua, e una deriva nuovamente inattesa.
« Dai. Basta con questi giochetti infantili... » la invitò egli, avanzando verso di lei « Perché ti spaventa tanto l’idea che io possa amarti? E, ancor più, l’idea che tu possa amare me...?! E, ti prego, non tirare in ballo la tua gemella, perché, francamente, quella sarebbe soltanto una scusa puerile. »
« La mia gem... » ripeté ella, saltando ora all’indietro per la sorpresa, a rimarcare la necessità di mantenere una certa distanza fra loro, non soltanto a livello fisico, ma ancor più a livello psicologico ed emotivo « Come fai a sapere di mia sorella...?! »
In effetti all’epoca la storia del passato di Midda non era ancora di pubblico dominio e, di conseguenza, Be’Sihl, al pari di chiunque altro in quel di Kofreya e di Kriarya in particolare, non aveva la benché minima idea che potesse esistere una Nissa Bontor, né, tantomeno, che la stessa si potesse essere impegnata al solo scopo di dannare la vita della propria gemella.
Per tale ragione, quindi, il fatto che egli si fosse lì espresso in quelle parole non avrebbe potuto ovviare a risultare quantomeno improprio, se non esplicitamente sospetto, e sospetto nella misura in cui, nel conoscere qualcosa nel merito dell’esistenza di Nissa, egli non avrebbe potuto che essere inteso un uomo al servizio della stessa, un traditore dormiente, un infiltrato in quieta attesa del momento giusto in cui colpire, per così come era già successo il giorno in cui Salge Tresand, capitano della Jol’Ange e primo grande amore di Midda Bontor, era stato ucciso davanti ai suoi occhi.
Così, prima ancora che qualunque ulteriore alito potesse uscire dalle di lui labbra, ella ebbe a privarsi del manto sotto il quale aveva tenuto celata la propria identità in quelle ultime ore, ed ebbe a estrarre la propria spada bastarda, quell’epica lama compagna di molte avventure, per predisporsi a compiere l’ultima cosa che mai avrebbe potuto immaginare di essere costretta a fare in quel giorno: uccidere Be’Sihl Ahvn-Qa!
« Ferma! » esclamò allora Rín, scattando in avanti in maniera istintiva al fine di prevenire quella possibile tragedia e quella tragedia che, se avesse realmente coinvolto Be’Sihl, non soltanto l’avrebbe potuto effettivamente uccidere ma, ancor peggio, avrebbe finito per cancellarlo completamente da ogni piano di esistenza, quasi egli non avesse mai avuto a esser mai stato concepito, in accordo con le peculiari leggi del tempo del sogno « Che cosa stai facendo...?! »
Ma se con la precedente Midda ella era inaspettatamente apparsa camuffata dietro un aspetto inedito, che l’avrebbe resa irriconoscibile al suo sguardo, con quella Midda, e in quel particolare momento, le cose ebbero a prendere la peggiore piega possibile. Giacché laddove pur, sino ad allora, ella quasi non aveva neppure offerto riprova di accorgersi della di lei presenza, e della di lei presenza accanto a Be’Sihl; non appena Nóirín ebbe a prendere in tal maniera la parola e a pretendere la sua attenzione, innanzi allo sguardo della Figlia di Marr’Mahew ebbe a presentarsi l’immagine della propria stessa gemella, e l’ultima immagine he mai avrebbe potuto essere tollerabile in quel momento.
« Allora è così...? » esclamò Midda, con un tono a metà fra il funereo e il glaciale, utile a esprimere la pienezza del suo disappunto a confronto con tutto quello, e a confronto con l’evidenza di quanto, ancora una volta, la sua gemella si fosse impegnata a rovinarle la vita, e a rovinarla addirittura negandole un uomo del quale, forse, in un altro contesto, in un altro momento, ella avrebbe potuto effettivamente innamorarsi « Ci sei tu dietro a tutto questo, Nissa...?! » domandò con fare retorico, non attendendosi una replica da lei là dove, chiaramente, non vi sarebbe stata necessità alcuna in tal senso « Sei folle... sei folle, sorella mia! »
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