11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

mercoledì 30 giugno 2021

3688

 

Il sangue sembrò raggelarsi all’interno del corpo della donna, nel mentre in cui i suoi occhi tornarono ad aprirsi... anzi, a sbarrarsi, a confronto con il proprio interlocutore.

“... Nóirín...?!”

Aveva udito correttamente? Davvero Desmair l’aveva appena chiamata per nome...? Come accidenti poteva essere possibile che un ricordo avesse tanta confidenza con lei...?!
Per un istante l’agitazione crebbe nel suo cuore, nel dubbio che egli non fosse un ricordo ma, a tutti gli effetti, fosse proprio l’originale Desmair. Dopotutto, in effetti, Desmair non era morto. Semplicemente, dopo aver lasciato il corpo di Be’Sihl, nel quale aveva trovato estemporaneo rifugio dopo la distruzione del proprio a opera di suo padre Kah, in favore di un nuovo ospite, e di un ospite contraddistinto da un’utile immortalità, il semidio era sparito dalla circolazione, nell’impegnarsi, in quel delle smisurate vastità siderali, a riservarsi una propria occasione di potere, di predominio, per così come, in fondo, aveva da sempre desiderato fare, pur ostacolato in tale brama dall’impietosa decisione presa da sua madre Anmel Mal Toise di rinchiuderlo al di fuori della propria stessa dimensione, per impedirgli di poter essere d’ostacolo ai propri, personali, piano di dominazione assoluta. Tutt’altro che morto, e sin da subito presentatosi qual più confidente di chiunque altro con il tempo del sogno, quel semidio avrebbe quindi potuto essere lì non qual memoria rievocata di se stesso, quanto e piuttosto qual il proprio vero io, in una proiezione onirica della propria coscienza, analogamente a quanto era loro accaduto la prima volta.
Ma se quello fosse stato il vero Desmair, questo avrebbe necessariamente cambiato le carte in tavola per lei, là dove quella presenza avrebbe potuto rivelarsi essere tanto un terribile ostacolo, quanto un potenziale aiuto, alla propria ricerca, in considerazione del fatto che, unito da un legame mentale con la propria sposa, egli avrebbe potuto, meglio di chiunque altro, avere a offrire loro un qualche indizio nel merito della sua effettiva collocazione.

« ... come mi hai chiamata...?! » esitò quindi ella, cercando conferma da parte sua nel merito di quel dettaglio, e di quel dettaglio rivelatore nel merito del proprio nome.
« Con il tuo nome: Nóirín Mont-d'Orb. » sorrise egli, quasi deliziato dal panico impresso sul viso della propria interlocutrice « Di certo non sei Madailéin: potete anche essere identiche dal punto di vista fisico... ma sotto qualsiasi altro punto di vista siete distanti come il giorno dalla notte. E soltanto un idiota non sarebbe in grado di distinguervi. » puntualizzò, non soltanto ribadendo così il concetto, ma anche dimostrando quanto avesse a poter vantare una certa confidenza con lei e con la sua gemella.

Quell’essere poteva essere quindi il vero Desmair...?!
Rín non avrebbe potuto escluderlo in maniera frettolosa e superficiale. Ma, al tempo stesso, non avrebbe potuto neppure considerare tutto ciò qual necessario e sufficiente per riservarsi certezza a tal riguardo. Poiché, superato lo stupore iniziale, ora la sua mente stava rapidamente ragionando attorno all’accaduto e stava prendendo in esame nuove possibilità atte a giustificare tutto quello.
Che Desmair, infatti, avesse a conoscere lei e la sua gemella non avrebbe avuto a dover essere frainteso qual fonte di sorpresa: in passato, dopotutto, egli era stato in grado di ricreare all’interno della testa di Midda Bontor un’intera e complessa realtà onirica a immagine e somiglianza del loro mondo natale, per così come anche Be’Sihl aveva avuto recente occasione di comprovare. Come egli potesse essere stato in grado di raccogliere un tale livello di informazione a tal riguardo, francamente, ella non avrebbe potuto immaginarlo. Ma laddove ciò era accaduto, inutile sarebbe stato tergiversare nel merito della cosa. Motivo per il quale, quindi, quello innanzi a lei non avrebbe necessariamente avuto a dover essere inteso qual il vero Desmair soltanto perché si era dimostrato in grado di riconoscerla, e di riconoscerla con precisione... non laddove, semplicemente, egli avrebbe potuto comunque essere un ricordo di Be’Sihl successivo alla loro prima visita al tempo del sogno, e un ricordo, in ciò, dotato di conoscenza utile per avere a esprimersi in quella maniera.

« Sbaglio o stavi per andartene...? » riprese voce il semidio, a confronto con il riflessivo silenzio entro il quale involontariamente ella si era così trincerata, sforzandosi di riflettere sulla questione e sul da farsi a confronto con tutto ciò « Non ti fare problemi per me, mia cara. » la invitò egli, levando la propria mancina e accennando a gesto di congedo nei suoi confronti.
« Andarmene...? » ripeté ella, per un attimo così incerta su come avere a interpretare tutto ciò da ritrovarsi costretta a comportarsi da stupido eco.
« Non era quello che volevi fare chiudendo gli occhi, poco fa...? » domandò egli, aggrottando appena la fronte con aria sempre più divertita innanzi allo smarrimento di lei « Chiudere gli occhi e cercare di ridefinire questo mondo in un’altra forma? Com’è che lo avevi chiamato...? » si sforzò di ricordare il termine da lei adottato per definire quella dimensione primigenia, per lui da sempre priva di un qualche effettivo nome utile a indicarla « ... ah sì! Tempo del sogno! »

Che un ricordo di Be’Sihl attorno alla figura di Desmair potesse avere sufficiente consapevolezza nel merito di lei e di Maddie per poterla riconoscere, e che potesse avere sufficiente coscienza di sé per potersi permettere quel dialogo, in effetti, avrebbe potuto anche essere giustificato. Ma che un mero di ricordo potesse avere anche a definire l’ambiente attorno a sé in quanto, per l’appunto, nulla di più di un estemporaneo costrutto del tempo del sogno... beh... quello era un po’ troppo da accettare.
No. Non ci potevano essere dubbi a tal riguardo.
Quella creatura non era un semplice ricordo, non era una mera reminiscenza del passato di Be’Sihl. Quella creatura era veramente...

« ... Desmair! » esclamò ella, ancor strabuzzando gli occhi a confronto con la consapevolezza in tal maniera raggiunta, e quella consapevolezza che non avrebbe avuto a doversi fraintendere in alcuna maniera qual banale nella propria occorrenza.

Il semidio, allora, scoppiò in una grassa risata, gettando all’indietro il proprio enorme capo e permettendo alla propria ilarità di eruttare direttamente dal profondo del proprio petto, attraverso il collo taurino e sino alla sua grottesca bocca ornata da denti simili a zanne. Una risata colma di divertimento ma che, a coinvolgere una tale immagine, non avrebbe potuto ovviare a risultare anche contraddistinta da una certa malevolenza, apparendo quasi simile a un’espressione di sadico piacere.

« Che c’è, ora? » questionò egli, tornando a guardarla mentre ancora qualche risatina sembrava scappare dalle sue labbra fra una parola e l’altra « Desideri ricominciare tutto da capo...?! » la provocò, divertito « Non per mancarti di rispetto, ma fra tutte le rosse della tua famiglia, nelle loro varie versioni, mi ero illuso che tu avessi a dover essere considerata una fra le più intelligenti... devo forse ricredermi? »
« Sei veramente tu. Sei il vero Desmair! » osservò Rín, a esplicitare le ragioni dietro al proprio sconcerto, per così come da lui considerato tanto divertente « Non sei un costrutto creato dal tempo del sogno a partire dai ricordi di Be’Sihl...! »
« Eh già. » sorrise il semidio, inarcando appena un sopracciglio prima di tornare a sorseggiare dalla propria coppa « Il solo e inimitabile Desmair! »

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