« Senza fretta... » commentò, non priva di una certa, tesa ironia, la donna dai rossi capelli, intendendo ovviamente il contrario di quanto stava in tal maniera apparentemente suggerendo.
Come previsto, infatti, Midda Bontor non si stava dimostrando desiderosa di gettare la spugna. Anzi. Ogni nuovo insuccesso, ogni nuovo respingimento da parte della propria antagonista, sembrava essere soltanto atto a galvanizzarla, a spronarla, per spingerla oltre: oltre i propri limiti, oltre le proprie capacità, oltre ogni ostacolo. E per quanto Nóirín potesse star impegnandosi a contrastarla, temeva francamente l’eventualità che da un momento all’altro ella si sarebbe dimostrata capace di trovare una falla nella sua difesa, qual certamente comunque c’era.
Certo: a confronto con la minaccia da lei rappresentata, e con quella minaccia letale, ella avrebbe anche potuto decidere di reagire in maniera altrettanto violenta, materializzando innanzi a sé un paio di mitragliatori automatici a sei canne e aprendo il fuoco con una potenza tale da cancellare, letteralmente, quanto rimasto di quella locanda bruciata innanzi a loro. Ma così facendo, ella non avrebbe avuto a potersi considerare certa di andare a operare soltanto contro una proiezione della Figlia di Marr’Mahew e non, piuttosto, contro l’originale e, in effetti, contro ogni altra Midda Bontor esistente nel multiverso, incluse ovviamente tutte le Madailéin Mont-d'Orb, fra cui la sua gemella. Dopotutto nel tempo del sogno tutto era e niente era, e tutto avrebbe potuto essere pur non essendo: una condizione di estrema indeterminatezza a confronto con la quale non avrebbe potuto riservarsi l’opportunità di uccidere con troppa leggerezza la donna che, dopotutto, si erano sospinti sino a lì per salvare.
« Be’S... » richiamò ella dopo aver respinto un nuovo attacco da parte della Figlia di Marr’Mahew, e un nuovo attacco questa volta non sopraggiunto frontalmente, quanto e piuttosto di rimbalzo, in un repentino cambio di traiettoria dell’ultimo istante a confronto con il quale Midda era andata pericolosamente vicina a giungere sino a loro « Quando prima ho detto “senza fretta”, ovviamente, ero sarcastica. » sottolineò, non riuscendo a credere che stavano davvero rischiando la vita a confronto con quell’antagonista « Un po’ di urgenza puoi considerarla presente... »
« Non so dove tu abbia appreso certi trucchetti... ma... complimenti, sorella. » le riconobbe la sua controparte, roteando la propria spada attorno ai propri fianchi, nel mentre in cui, a pochi piedi di distanza, stava tentando di valutare il modo migliore nel quale procedere all’attacco « Ora sì che possiamo considerarci propriamente agli antipodi: io una guerriera e tu una strega. Così uguali e pur completamente diverse! »
Che Midda potesse desiderare sprecare tempo in qualche futile chiacchiera, Rín non lo avrebbe mai creduto. Ragione per la quale, a confronto con tutto ciò, ella non avrebbe potuto che temere il peggio, nella certezza di quanto, allora, ella stesse per sferrare un nuovo e conclusivo attacco a suo discapito, nel mentre in cui, con tali parole, tentava di confonderla, di distrarla.
Non avendo sufficiente confidenza con le tattiche della propria controparte, ella non avrebbe potuto in alcun modo anticipare le sue mosse, né avrebbe potuto sperare di riuscire a intuirle in tempo utile per vanificare il suo operato, se non in grazia a tanta fortuna e una soluzione di decisamente amplio spettro qual quella allora adottata. Così, più che ragionevolmente preoccupata per quanto avrebbe potuto allor accadere, la versione alternativa di Nissa tentò di prendere parte al suo stesso giuoco, e di distrarla a propria volta, nella speranza in tal senso di guadagnare tempo utile per permettere a Be’Sihl di trasportarli via di lì.
« Il tuo tono così canzonatorio e provocatorio a mio discapito è quasi grottesco, pensando quanto, comunque, a parlare sia colei destinata a diventare erede della regina Anmel Mal Toise, la nuova Portatrice di Luce e la nuova Oscura Mietitrice. » sorrise verso di lei, decidendo di giocare, in maniera forse non propriamente corretta, quella carta, con la speranza in tal senso di riuscire a spiazzarla non di meno rispetto a quanto non fosse accaduto pocanzi con l’involontaria uscita di Be’Sihl « Dalle mie parti abbiamo un bel modo di dire per simili situazioni: “il bue che dice all’asino: ‘cornuto’”. »
« Di che cosa stai blaterando ora...? » esitò per un istante la Figlia di Marr’Mahew, non riuscendo a dimostrarsi così indifferente a quell’affondo, per così come ebbe a tradirla un’estemporanea estensione delle sue nere pupille all’interno delle iridi glaciali « Io non desidero divenire l’erede della regina Anmel Mal Toise...! » si difese, escludendo categoricamente quella possibilità.
Se Nóirín non si stava erroneamente rammentando l’ordine temporale degli eventi della storia di Midda Bontor, all’epoca di quei fatti ella non aveva ancora apertamente iniziato la propria lotta contro la regina Anmel Mal Toise, neppur sospettando di quanto fosse realmente occorso al momento del recupero della sua corona perduta.
Ciò non di meno, ed evidentemente, anche e soltanto il nome di quella temibile regina del passato avrebbe avuto a dover essere considerato sufficiente per porre sul chi vive la sua antagonista, riuscendo a rallentare per qualche prezioso istante.
« Secondo te per qualche motivo la corona della regina Anmel era stata protetta da un sistema volto a valutare la forza d’animo di coloro i quali avrebbero mai tentato di recuperarla...?! » replicò pertanto Rín, sperando di non dire qualcosa di sbagliato a margine di tutto ciò, conoscendo sì gli eventi in linea di principio e, ciò non di meno, non potendo vantare una particolare confidenza con i dettagli più minuti, a confronto con i quali non avrebbe potuto permettersi di insistere più di molto « La Progenie della Fenice l’aveva lì celata per evitare che qualcuno potesse rivendicare il potere associato a essa... e il potere proprio della Portatrice di Luce e dell’Oscura Mietitrice. Il potere del quale, ora, tu sei l’erede designata, non per una qualche predestinazione, quanto e piuttosto in sola conseguenza alle tue stesse azioni! »
« Hai perduto completamente il senno, Nissa... ammesso che tu ne abbia mai posseduto uno negli ultimi lustri. » scosse il capo la donna guerriero, escludendo nuovamente che tutto ciò potesse riservarsi un qualche senso.
« Ah sì...? » commentò tuttavia Rín, sperando che Be’Sihl stesse approfittando di tutto ciò per compiere quanto allora avrebbe potuto salvare loro la vita « E se ti dicessi che fra poco più di una decina di anni a partire da ora, tu, sfruttando involontariamente proprio i poteri di Anmel Mal Toise, avrai a creare una nuova specie di non morti, riportando indietro tutti coloro che hai ucciso, e che ucciderai nei tempi a venire, come creature perfettamente capaci di intendere e di volere, dotate di tutti i propri ricordi e di tutta la propria coscienza, e contraddistinti da un corpo praticamente indistruttibile...?! »
« Direi che hai una fantasia particolarmente fervida, sorella... perversa, ma fervida. » replicò Midda, scuotendo appena il capo « Ma né questa, né altre fole, potranno mai salvarti dalla giusta punizione per tutto ciò che hai compiuto! »
Evidentemente Rín aveva tirato troppo la proverbiale corda, e questa si era spezzata: perché se un accetto ad Anmel Mal Toise poteva aver incuriosito estemporaneamente Midda, il riferimento ai ritornati e a quegli eventi pur propri del di lei futuro avrebbe avuto a doversi intendere troppo privo di fondamento nel confronto con la sua attuale visione della realtà per poter essere allor accettato in termini diversi dal mero prodotto di una fantasia malata.
Ragione per la quale, senza ulteriore tergiversare, ella ebbe allor ad agire, e ad agire con una nuova mossa in contrasto ai suoi due avversari...
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