11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 5 febbraio 2008

026


S
alita alle proprie camere, Midda fece entrare Camne prima di sprangare la porta dietro di loro.
Il di lei alloggio, che per qualche giorno avrebbe dovuto dividere con la fanciulla, contava addirittura due spazi, risultando così il più vasto ed il migliore dell’intera locanda: un favore personale che le era stato accordato dal proprietario della medesima, a seguito di un regolamento di conti con una banda di tagliagole che aveva lì offerto fastidi fino al giorno dell’arrivo della donna. Dall’ingresso si accedeva direttamente alla stanza principale, larga circa cento piedi quadrati, collegata poi attraverso un’altra soglia priva di porta ad un locale minore, di dimensioni praticamente dimezzate.
La prima area era stata adibita a dormitorio, ospitando al proprio interno una scelta frugale ma completa di mobilio: un ampio ma spartano letto era posto angolarmente fra la parete della porta d’ingresso e quella della soglia interna, vedendo la posizione dei cuscini rivolta proprio verso l’angolo più riparato; una cassapanca in legno con angoli in metallo appariva ai piedi del letto, accanto alla medesima soglia, chiusa da un pesante lucchetto metallico di cui solo l’inquilina aveva la chiave; un armadio in legno massiccio, poi, era posto sul lato opposto a quello della soglia interna risultando tanto largo da poter ospitare al suo interno due uomini adulti senza problemi; infine, in opposizione al guardaroba, era addirittura una sedia in legno ed uno scrittoio, con tanto di pergamena, calamaio e penne già pronte per l’utilizzo sulla propria superficie e due cassettini sotto il piano di scrittura. La presenza di quel tavolino, che per la maggior parte degli inquilini di quella locanda sarebbe stata inutile nell’ignoranza dell’arte della scrittura, era il reale segno di distinzione e di lusso di quell’alloggio rispetto a tutti gli altri. Pergamene ed inchiostri erano beni di grande valore, normalmente di proprietà solo di grandi signori benestanti o nobili: trovarli, pertanto, nella camera di una mercenaria appariva spiazzante più di quanto sarebbe stata fuorviante una prostituta in un tempio. Sulla parete opposta al letto, fra l’armadio e lo scrittoio, era poi una finestra bifora, dalle forme ovviamente angolate nello stile kofreyota e dalle ante in legno richiuse, attraverso le quali solo una leggera luce riusciva a filtrare.
La seconda stanza, di dimensioni ridotte, era stata invece adibita a sala da bagno, secondo precise disposizioni della donna guerriero stessa. Al suo interno, un largo catino in legno, con la funzione di vasca, riempiva quasi l’intero spazio, ponendosi sul lato dell’accesso a tale spazio, accanto al quale poi una latrina in coccio si disponeva sotto ad una sottile finestra, in opposizione ad uno stretto ed alto mobile di legno sulla cima del quale era il lavabo. Questo ultimo, in ceramica, presentava un sapone grezzo e privo di qualsiasi odore, una brocca per l’acqua ed un panno adibito ad asciugamano. Per quanto spartano potesse apparire, quello spazio privato era, insieme allo scrittoio dell’altra stanza, una ricchezza che faceva apparire quell’alloggio degno di un potente signore di nobili origini: probabilmente, in effetti, prima dell’arrivo di Midda quelle stanze erano riservate a tali scopi, tenute con cura dal proprietario per eventuali facoltosi o importanti ospiti. Ma da quando ella era giunta in città, da quando aveva scelto di soggiornare in quella locanda, quelle due stanze erano diventate la di lei casa, che neanche il proprietario avrebbe violato fino a quando non fosse stata lei stessa a decidere di allontanarsi definitivamente da lì: nessuna pressione le era mai stata offerta in tal senso ed, anzi, la di lei presenza era riuscita a riportare una certa serenità all’interno dell’edificio, tranquillità di cui il padrone non poteva che esserle grato.
Prima di risalire al primo piano, ove si trovava l’alloggio, la donna guerriero non aveva mancato di richiedere che le venisse riempita al più presto la vasca, desiderosa e bisognosa di un caldo bagno con il quale ripulire il proprio corpo e la propria mente dagli orrori della palude di Grykoo, dal sangue di tutti gli avversari sconfitti ormai diventato crosta sulla di lei pelle. Entrata nella stanza e sprangata la porta, in attesa dell’arrivo dell’acqua calda, aveva immediatamente effettuato una serie di controlli silenziosi, ad incominciare dal letto, per proseguire con la sala da bagno e finire con il grosso armadio: la paranoia, spesso, le aveva salvato la vita e, per quanto quella fosse come casa sua, preferiva evitare eccessi di fiducia, soprattutto a seguito di una prolungata assenza come era stata quella degli ultimi giorni. Dopo aver verificato che effettivamente lei e Camne fossero sole nella stanza, aveva tratto un sospiro di sollievo, estraendo una chiave dai propri pantaloni ed aprendo la cassapanca, al fine di depositare le gemme ambrate al suo interno: lì sarebbero rimaste al sicuro, almeno fino all’appuntamento con il suo mecenate.

« Accomodati pure, Camne, e fai come se fossi a casa tua. » disse verso la compagna, richiudendo la cassapanca e lasciando nuovamente scomparire la chiave sul proprio corpo « Qui non dovremmo temere pericoli. »

La fanciulla, ancora scossa per l’accoglienza subita all’ingresso in città, annuì in silenzio, andando a sedersi composta sul bordo del letto, portando le mani congiunte in grembo.

« Se non ti dispiace, approfitterò per prima io della vasca… » sorrise la donna verso la fanciulla, andando a porsi sulla sedia e rivolgendola verso di lei « Non ho più neanche idea di tutto lo schifo che mi ricopre in questo momento, e non vedo l’ora di tornare a sembrare un essere umano. »
« Non ti preoccupare. » rispose la ragazza, timidamente « Hai tutto il diritto di desiderarlo, dopo quello che hai affrontato anche per ridonarmi la libertà. »
« Sei ancora parecchio turbata. » constatò, nel cogliere la chiusura emotiva della giovane « Non ti posso dare torto, bambina. » sorrise, insolitamente quasi materna « Ma vedrai che entro il prossimo mese saremo ritornati alla tua terra, dove ritroverai l’abbraccio delle persone a te care, l’affetto dei tuoi parenti, ed ogni orrore sarà presto dimenticato. »

Camne accennò un lieve sorriso a quelle parole, muovendo il capo ad annuire, per dimostrare tutta la propria approvazione.

« Comunque domani mattina mi alzerò di buonora per fare un giro al mercato. » proseguì la donna, rilassandosi contro lo schienale della sedia « Hai bisogno di un abito decente, qualcosa di meglio di quella tonaca insanguinata. E dato che attualmente non hai neanche un pezzo d’oro, vedrò io di anticiparti qualche spesa. »
« Ma… non c’è bisogno… » cercò di intervenire la giovane, in imbarazzo per quella generosa offerta.
« Non puoi girare, né qui in città, né di certo fuori, così conciata. » scosse il capo Midda « Ce ne è bisogno, fidati. E dopo aver dato una sistemata al tuo aspetto, dovremo pensare anche ai tuoi modi di fare: il viaggio per giungere a Dairlan non sarà una passeggiata e meno malintenzionati riusciremo ad attirare verso di te, meglio sarà per tutti. »

Prima che la giovane potesse tentare di offrire una replica alle parole di lei, due colpi controllati sulla porta della camera attirarono l’attenzione della coppia, facendo scattare la donna guerriero nuovamente in piedi, sempre pronta alla lotta.

2 commenti:

Mirtillangela ha detto...

Ammazza quanto hai scritto!! Se questo è uno sfogo non oso immaginare
cosa tu possa fare quando sei "organizzato"!! ^^

Provo a recuperare, un pezzetto per volta, eh!

Sean MacMalcom ha detto...

Esagerata! ^_^"""
Scrivo un pochettino ogni giorno... per questo sembra tanto!

Grazie comunque per l'interesse! Mi sento onorato ed imbarazzato! ^_^
Se vuoi essere più comoda, comunque, ti consiglio il formato PDF della prima avventura... lo trovi qui di lato! ^_____^