11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 14 settembre 2008

248


C
on il sorgere del nuovo sole, due uomini ed una donna si proposero accampati con i propri cavalli poco lontano dalla città di Garl’Ohr, in attesa dell’arrivo dell’ultima compagna. La loro era una semplice sosta, senza organizzare nulla che avrebbe potuto lasciare tracce evidenti del loro passaggio, fosse esso anche solo un semplice fuoco: la notte del resto era ormai al termine e l’utilità che esso avrebbe avuto si sarebbe dimostrata assolutamente limitata.

« E’ incredibile… » commentò Howe ridendo di gusto di fronte al resoconto della compagna « Sei davvero riuscita a farti assumere da lord Visga per il ritrovamento del suo medaglione? »
Midda fece spallucce, sorridendo nel far roteare fra le proprie mani la lunga lama dagli azzurri riflessi della propria spada: « Beh… non mi sembra nulla di straordinario. Siamo mercenari, no? »
« Sì… ma per questa missione siamo già stati assunti da lady Lavero. » sottolineò Be’Wahr, con aria preoccupata « Non ti sembra che sussista un conflitto di interessi fra i due contratti? »
« Non hai capito nulla, come al solito. » lo rimproverò l’amico fraterno « E’ ovvio che lo ha fatto unicamente per sviare l’attenzione e guadagnarci un anticipo: non desidera realmente adempiere all’impegno preso… »
« Al contrario, desidero realmente mantenere fede alla parola data e, per la cronaca, non ho accettato alcun anticipo... » intervenne la donna, scuotendo appena il capo « Correggetemi se erro, ma il contratto con lady Lavero, che io sappia, prevede solo la consegna del diadema della regina Anmel… non del medaglione con la mappa utile a recuperarlo. »
Un momento di silenzio e di stupore calo fra la coppia, nel rendersi conto della sottile differenza fra le due questioni e, nel contempo, dell’astuzia della compagna.
« I due incarichi non sono pertanto fra loro contrastanti: per ottenere il diadema dovremo ritrovare il medaglione rubato e, nel riconsegnare l’uno alla lady e l’altro al lord, saranno accontentati due mecenati contemporaneamente, senza che alcuno fra essi possa aver ragioni di rivalsa… » sorrise sorniona la mercenaria.
Ancora silenzio fu l’unica risposta offertale, mentre attoniti i due sbattevano ripetutamente le ciglia cercando di raccapezzarsi di fronte a quanto loro esposto.
« Dai… non fate così. » ridacchiò la donna guerriero spintonando appena Be’Wahr, più vicino fisicamente a lei « Non è nulla di straordinario: ricordo di aver fatto anche di peggio in passato. In fondo, come dicevo, siamo mercenari, no? »
« Credo che tu oggi ci abbia appena aperto gli occhi su una nuova definizione di “essere mercenari”… » commentò Howe, aggrottando la fronte.
« Esagerati. » scosse il capo, per poi aggiungere, inarcando un sopracciglio « Piuttosto… come mai siete tanto reticenti a scendere nei dettagli su quanto successo questa notte? »
« Perché dovrebbe essere accaduto qualcosa? » replicò rapidamente lo shar’tiagho, simulando indifferenza e guardandosi attorno, a cercare di individuare l’arrivo della loro seconda compagna.
« Direi proprio perché non ne desiderate fare parola. » sorrise sorniona « Avete forse avuto problemi? »
« Nulla che un po’ di buona cucina non abbia potuto risolvere… » intervenne il biondo, in aiuto del fratello « Mia madre lo diceva sempre: la via migliore per raggiungere il cuore è quella che passa attraverso lo stomaco. »
« Credo di non aver poi più tanta voglia di sapere cosa sia accaduto di preciso. » storse le labbra la donna, osservando i due compagni « Comunque siete certi delle informazioni reperite, vero? »
« Sebbene non ai tuoi livelli, siamo anche noi dei professionisti… concedici un minimo di fiducia. » richiese ironicamente Howe, sollevando le mani in segno di resa.
« Verificando tutti gli indirizzi forniti da Carsa, abbiamo trovato solo un’abitazione vuota, dove per “vuota” intendo completamente vuota… » spiegò Be’Wahr « A detta dei vicini, c’è stata un po’ di agitazione all’interno della casa prima dell’alba e da allora non hanno più visto alcuno dei membri di quella famiglia. »
« Direi che la questione è decisamente inequivocabile. » ammise Midda, annuendo a quelle parole « E, per curiosità, l’idea di indirizzare il cammino delle ricerche di questi fuggitivi verso il mare da dove nasce? »

Prima che la risposta potesse però essere concessa, un rumore di zoccoli attirò l’attenzione dei tre, che rapidi scattarono in piedi, pronti a dar battaglia ad eventuali aggressori: la fonte di tale allarme, però, si identificò ben presto nelle forme conturbanti dell’affascinante Carsa, liberatasi letteralmente dei panni, oltre che del ruolo, di Cila per fare ritorno a vesti più consone alla sua professione. Il suo corpo, così, si presentò rivestito con una casacca di cuoio nero, priva di maniche e legata sull’addome da una serie di lacci orizzontali e diagonali: sotto ad essa, la di lei pelle nuda si concedeva allo sguardo senza remore, coprendosi solo all’altezza dei seni con una fascia bianca nel contenere le di lei forme e permetterle, in tal modo, migliori possibilità di movimento, non diversamente da come aveva scelto di fare Midda, sebbene le proporzioni fra loro fossero difficilmente paragonabili. Le gambe, più in basso, apparivano fasciate da pantaloni grigi, rinforzati nelle proprie forme da inserti metallici, mentre i piedi si mostravano protetti da semplici sandali di cuoio marrone. Principale sua arma, legata dietro la schiena, era un’ingombrante ascia da battaglia: una scelta decisamente insolita nei confronti di un corpo apparentemente esile, che sarebbe stato forse giudicabile più a suo agio nel maneggiare una più leggera spada, ma in tale scelta doveva restare indubbia la consapevolezza della mercenaria nel valutare con quale compagna d’offesa si sarebbe sentita più a suo agio combattere.

« Il sole sta sorgendo e voi non siete ancora a cavallo, razza di pigroni? » sorrise scherzosamente, arrestando il galoppo della propria bestia nei pressi del gruppo « Mi meraviglio di voi… »
« Sei riuscita a liberarti del tuo amante? » domandò la donna guerriero, rinfoderando la propria spada « Iniziavo a temere che non ti avrebbe lasciata più andare… »
« Non mi ci far pensare, sorellona, o mi verrà la nausea. » rispose l’altra, rabbrividendo in maniera evidente tanto da mostrare tutta la pelle delle proprie braccia increspata « Spero di non dover più adoperare Cila Gane per lungo tempo: non riesco proprio a comprendere come possa sopportare gli uomini. Fra l’altro ricordami di fare un abbondante bagno alla prima occasione possibile… desidero liberarmi dell’odore che ho addosso quanto prima. »
« Ehm… senza offesa ma vorrei sottolineare come anche noi apparteniamo a tale categoria, se non te ne fossi mai accorta prima… » intervenne Be’Wahr, dopo aver riposto a propria volta l’arma estratta « Per il resto: ben ritrovata! »
« Ma voi siete diversi... » replicò Carsa, scuotendo il capo e trattenendo il proprio cavallo fremente per il desiderio di riprendere il cammino « Siete praticamente come due meravigliose amiche… e tali sempre resterete, come ben sapete. »
« Ecco la frase che ogni maschietto ambisce a sentirsi dire da una bella donna… » sospirò Howe, avvicinandosi al proprio animale, nel recuperarne le redini « Midda, per favore… potresti almeno tu dire qualcosa per risollevare il nostro virile orgoglio ferito? »

La Figlia di Marr’Mahew osservò divertita il gruppetto che lady Lavero aveva creato per quella missione, per il recupero di quella reliquia leggendaria, forse inesistente: difficile pensare ad una squadra più eterogenea di quella da lei scelta, composta da personaggi così diversi fra loro, con poco o nulla in comune. Ma vi era effettivamente una potenzialità in quel gruppo, nell’unione di tanti variegati caratteri, ed ogni volta che rivolgeva lo sguardo con divertimento verso Howe e Be’Wahr, ogni volta che guardava con femminile invidia il corpo di Carsa, non poteva evitare di dimenticare come essi avessero abbattuto senza problemi ben cinque cerberi, per aiutarla ad evadere da uno dei luoghi più segreti e protetti di tutta la zona sud-occidentale del continente. E come non era solita sottovalutare i propri avversari, in quell’occasione non avrebbe dovuto permettersi di sottostimare anche i propri alleati e la scelta compiuta dalla loro mecenate nel dar vita a quel gruppo.

« In una relazione, per un uomo è sicuramente molto importante saper divertire la propria compagna. » sorrise in risposta al compagno di ventura, issandosi sul dorso del proprio cavallo « E voi due siete molto divertenti, in effetti. »

3 commenti:

Tanabrus ha detto...

Perchè ho il brutto presentimento che Midda finirà con l'uccidere almeno due membri del gruppo? :(

Sean MacMalcom ha detto...

Perché dovrebbe? O.o

Tanabrus ha detto...

Perchè sei un infame quando crei personaggi che mi piacciono :P