Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
Scopri subito le Cronache di Midda!
www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
domenica 17 febbraio 2019
2824
Avventura
055 - Alla ricerca di Midda
« Più per incoscienza che per effettivo coraggio, anche laddove incontestabile avrebbe avuto a doversi riconoscere la temerarietà propria di una bambina posta a confronto con due bestie simili, la piccola Midda non reagì con paura innanzi ai due mastini, non si pietrificò nel terrore posta davanti alle loro fauci mortali. Al contrario, ella riuscì a mantenere pieno controllo sui propri pensieri, e sulle proprie azioni, al punto tale da prepararsi, mentalmente e fisicamente, alla loro carica: carica che la vide, pertanto, scattare a sua volta verso gli stessi, in quello che avrebbe avuto a potersi fraintendere qual un tentativo di suicidio se soltanto ella, allora, non avesse compiuto un mirabile balzo e, in tal balzo, e nella conseguente capriola, non si fosse portata, con meravigliosa dimostrazione di coordinazione e controllo, al di sopra delle loro teste, delle loro spalle, solo per poter, lì, appoggiare le proprie manine e, con forza, spingersi oltre, alle loro spalle, per ricadere dietro di essi e, in ciò, ovviare alla prima carica con eleganza degna della migliore tauromachia. Ma anche laddove il primo attacco era stato in tal maniera mirabilmente vanificato, fugace fu il senso di vittoria concessole, nel vederla, nuovamente, posta sotto la carica di quelle bestie, e di quelle bestie decise, in quel momento più che mai, a dilaniarne le membra con le proprie zanne, nel momento in cui fossero riusciti a raggiungerla. »
« ̶ Midda! ̶ la richiamò Salge, non tanto nello stolido intento di imporle distrazione, e distrazione che avrebbe avuto allor a essere semplicemente fatale, quanto e piuttosto nella volontà di confermarle la propria presenza, e la propria presenza, allora, già in posizione utile per aiutarla. »
« Un aiuto, quello così offertole, al quale ella non si sottrasse e che, pertanto, la vide, come già pocanzi, ripetere la medesima sequenza precedente anche alla nuova carica dei due mastini, salvo, in tal occasione, sfruttare la spinta riservatasi al di sopra delle loro spalle non allo scopo di proiettarsi dietro di essi, quanto, e piuttosto, al di sopra di essi, in un balzo decisamente più rischioso, in una maggiore possibilità di fallimento, e che pur, nel momento in cui avesse avuto successo, le avrebbe permesso di considerare rapidamente conclusa quella disfida, evadendo da essa e da ogni possibilità di feroce aggressione da parte dei due mastini. »
« Perché, lì sopra le loro teste, con le gambe impegnate ad abbracciare il ramo più in basso dell’albero dal quale ella stessa era pocanzi troppo imprudentemente scesa, avrebbe avuto a doversi riconoscere proprio il piccolo Salge, le braccia e le mani del quale, quindi, si stavano proiettando più in basso possibile, tendendosi complici verso la propria compagna, verso la propria amica, nel rappresentare per lei, quindi, un’importante, un’irrinunciabile, occasione di salvezza: un’occasione, quella da lui presentatale, che Midda non volle rifiutare né certamente sprecare, proiettandosi, nel proprio balzo, nel proprio breve volo, proprio in direzione dell’amico, e a lui, alla sua presa, affidandosi con assoluta fiducia, nella quieta consapevolezza di quanto, in quella situazione, il proprio destino, la propria sorte, sarebbe dipesa esclusivamente da lui… e non in senso figurato. »
« Per un lungo, lunghissimo istante scolpito nell’eternità, la piccola furia dai rossi capelli color del fuoco e dagli azzurri occhi color del ghiaccio, si ritrovò così sospesa letteralmente nel vuoto, in quell’incertezza, nel merito del proprio domani, propria di una monetina lanciata in aria a discriminare “testa o croce”: ma a differenza di una monetina lanciata in aria, la sorte della quale non avrebbe avuto a doversi riconoscere in nulla influenzata se non dall’aleatorietà propria di un tal gesto, quanto allor occorse, il destino di Midda, non avrebbe avuto a doversi considerare così indiscriminatamente affidata al capriccio della sorte, quanto, e piuttosto, a quella che, fra i due bambini, avrebbe avuto a doversi riconoscere qual un’intesa, un’armonia, una coordinazione, maturata in più di un anno di vita vissuta quotidianamente uno accanto all’altra a bordo della Fei'Mish. Una complicità, la loro, che vide, in termini pur mai precedentemente ipotizzati, le manine di Salge chiudersi alla perfezione attorno alla caviglia destra di Midda, afferrandola al volo con un’apprezzabile dimostrazione di abilità semplicemente degna di un artista circense. »
« E, nel ritrovarsi letteralmente appesa, a testa in giù al di sopra di due bestie feroci e lì chiaramente bramose della sua carte e del suo sangue, in una situazione tale per cui chiunque avrebbe potuto attendersi nulla di diverso di un’esplosione di pianto, e di pianto quantomeno liberatorio, se non isterico, da parte di una bambina ancor neppur fanciulla; quanto la piccola Midda Namile Bontor, colei che un giorno sarebbe stata conosciuta come la Figlia di Marr’Mahew, ebbe a concedersi, altro non fu che un’esplosione di risa, e di cristalline risate cariche di un palpabile e inconfondibile sentimento di gioia »
« ̶ Lo sapevo… è impazzita. ̶ sospirò il bambino, in una situazione nella quale, francamente, non avrebbe trovato nulla di cui ridere, non a confronto, quantomeno, con la precarietà della propria posizione, e di una posizione che non si sarebbe potuto permettere di mantenere a lungo, dolorosamente teso fra il ramo e la propria compagna. »
« ̶ E’ bellissimo! ̶ si giustificò, per tutta replica, la piccola, aprendo le braccia con entusiasmo ad abbracciare il mondo attorno a sé e quel mondo, allora, osservato a testa in giù, e con due animali rabbiosi intenti a cercare di raggiungerla, e a cercare di raggiungerla attraverso straordinari balzi che, presto o tardi, sarebbero stati in grado di offrire loro appagamento, se soltanto ella non si fosse sbrigata a cambiare aria, arrampicandosi nuovamente al sicuro su quel ramo. »
« ̶ Smettila di sbracciarti! E cerca di risalire sul ramo… non so per quanto riuscirò a trattenerti in questa posizione! ̶ la incalzò egli, semplicemente incredulo per quanto allor stava accadendo, e per l’insensata follia della quale la sua compagna si stava dimostrando vittima. »
« Tale era Midda sin da bambina: incapace a considerare spaventoso quanto avrebbe terrorizzato chiunque altro, incapace a frenarsi innanzi al pericolo a confronto con il quale si sarebbe pietrificato chiunque altro, e, soprattutto, entusiasta della vita, e di quella vita della quale non avrebbe potuto ovviare a godere pienamente se non sotto l’effetto dell’adrenalina, e di quell’adrenalina del sapore della quale non avrebbe mai desiderato essere meno che ebbra, esattamente come in quel momento. »
« A distrarre sia la bambina dal proprio piacere, sia il suo compagno dalla propria preoccupazione, intervenne, tuttavia, una nuova protagonista, la voce della quale ebbe a sorprendere tanto i due pargoli, quanto i due mastini, attirando l’attenzione di tutti loro verso di sé con una domanda indubbiamente semplice e del tutto legittima… »
« ̶ Che cosa sta succedendo qui? ̶ questionò la nuova arrivata, osservando la scena con aria a dir poco perplessa, così come chiunque non avrebbe potuto ovviare a proporsi innanzi a un tale quadro d’insieme. »
« Innanzi agli sguardi dei pargoli, e dei mastini, ebbe così a introdursi una giovane donna, contraddistinta da una bellezza eterea qual quella di una dea, esile nelle proprie forme in termini paragonabili a quelli propri di una silfide, e leggiadra nei propri movimenti non diversamente da una nereide. Lunghi e neri i suoi lisci capelli neri, simili a un manto, scendevano quasi a sfiorare il suolo sotto i suoi piedi e candida la sua pelle contribuiva a rendere quell’immagine ancora più delicata, quasi essa fosse stata modellata nella porcellana più fine. Grandi i suoi occhi castano-rossicci contemplavano, allora, la scena, non senza un certo misto di stupore e sorpresa, nel mentre in cui le sue sottili labbra rosee, delicatamente tratteggiate sul suo volto, si ponevano lì lievemente dischiuse, a meglio sottolineare la sua confusione nel confronto con tutto ciò. »
« Innanzi a tale spettacolo, che ebbe a turbare non poco l’ancor bambino Salge, la piccola Midda, tuttavia, reagì altresì con divertita quiete, piegando appena la testa di lato per cercare di concedersi una migliore occasione di confronto visivo con lei, prima di riprendere voce dicendo: ̶ Lady Losi, suppongo. ̶ »
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