Per quanto la vita di Midda Namile Bontor fosse sempre già stata sufficientemente epica ancor prima di divenire erede della regina Anmel Mal Toise, vedendola confrontarsi con ogni genere di avversario, umano o non umano, mortale o immortale, che esso fosse, e sopravvivendo a ogni sfida che il destino, o la propria caparbietà, le aveva posto innanzi nel corso della propria avventurosa esistenza; gli eventi di quegli ultimi tempi stavano sovente virando verso situazioni così improbabili da sollevare legittimi dubbi sulla capacità, per la stessa Figlia di Marr’Mahew, di poter far fronte a tutto ciò in quanto comune mortale, senza ricorrere, necessariamente, ai poteri che le erano stati consegnati nel momento in cui ella aveva formalmente accettato il proprio retaggio, e quel retaggio di cui si era dimostrata degna nel giorno in cui, a prezzo della propria esistenza, ella era riuscita a riscattare la corona perduta della stessa regina Anmel. Prima l’avvento dei ritornati, e ora la scomparsa di ogni persona da Kriarya, avrebbero avuto a doversi intendere, suo malgrado, questioni di una portata decisamente superiore alla media, e di una portata che, avendone la possibilità come ella aveva, avrebbe potuto giustificare, da parte sua, il ricorso alle proprie nuove prerogative, se non all’impiego dei poteri della Portatrice di Luce o dell’Oscura Mietitrice, quantomeno un appello in direzione dei propri vicari, di quelle creature ancor non meglio comprese nella propria origine, o nella propria natura, che tuttavia sembravano essere ora al suo servizio allo stesso modo in cui, in passato, lo erano stati per la regina Anmel Mal Toise.
In effetti, con la sola eccezione di secondo-fra-tre, soprannominato “Bob” da Nóirín, e residente all’interno del tempo del sogno, Midda Bontor non aveva mai fatto appello ad alcuno degli altri due, né a primo-fra-tre, che già conosceva e con il quale si era confrontata, all’epoca, come antagonista, né tantomeno all’ipotetico terzo-fra-tre, la cui esistenza ella avrebbe potuto soltanto supporre dal nome degli altri due, ma che, sino a quel momento, non aveva mai fatto la propria apparizione, né come antagonista, né come alleato. Una scelta consapevole, quella per lei propria, e volta a ovviare, per l’appunto, al ricorso, giustificato o meno, ai servigi di tali creature, là dove agire in tal senso l’avrebbe avvicinata, idealmente e sostanzialmente, alla propria predecessora. Ciò senza dimenticare quanto, comunque, ella si fosse ritrovata, nel corso della propria esistenza, a confronto con situazioni anche peggiori rispetto a quelle, senza, in ciò, avere necessità di facili scorciatoie stregate. E, anzi, nella propria personalissima esperienza, ogni qual volta che era scesa a patti con la stregoneria, poi le cose non si erano mai evolute nei termini in cui ella avrebbe avuto a sperare potessero evolversi...
« Ho affrontato e sconfitto il dio Kah senza bisogno di ricorrere ad alcun vicario... » replicò quindi, scuotendo il capo ed escludendo, come previsto, simile soluzione « Senza contare che non vedo in quale maniera potrebbero mai aiutarci: non mi risulta siano una squadra investigativa... »
« Tecnicamente, almeno da quello che ci hai raccontato, il dio Kah lo hai sconfitto soltanto in grazia al sangue di Marr’Mahew, che ti ha donato, estemporaneamente, la capacità di uccidere persino un dio immortale. » sottolineò Lys’sh, dimostrando di aver ben prestato attenzione alle cronache delle sue gesta, per così come da lei stessa narrate « Ma, comunque, hai ragione... effettivamente non è detto che possano sapere cosa sia accaduto, o possano avere maggior possibilità rispetto a noi per capirlo. »
« E quindi siamo ancora al punto di partenza... » le fece allora verso la stessa donna guerriero, riproponendo l’affermazione da lei appena suggerita, a descrivere, purtroppo in maniera sufficientemente accurata, la frustrante inutilità del proprio attuale operato.
« ... forse no... » si contraddisse tuttavia Lys’sh, chinando lo sguardo verso il lato destro, con fare riflessivo.
Comprendendo quanto l’amica stesse ponderando attorno a una qualche idea, la donna dagli occhi color del ghiaccio e dai capelli color del fuoco ebbe allora a concederle un attimo di silenzio, nell’attendere paziente quanto avrebbe potuto avere a suggerire, anche in considerazione di quanto, altrimenti, non avrebbero saputo dove andare a sbattere la testa, metaforicamente s’intende.
« Forse ci siamo impegnate a guardare la questione dal punto di vista sbagliato... » suggerì quindi, premettendo l’ennesimo cambio di punto di vista, benché, sino a quel momento, ogni impegno in tal senso non avesse concesso loro alcun frutto « Perché non proviamo ad affrontare questa sparizione in maniera “normale”...? » le domandò, provando ad accennare un sorriso tirato « Ancora prima di avere a prendere in esame cause sovrannaturali a giustificare la cosa, proviamo a ragionare così come se tutti quanti fossero andati via per propria esplicita iniziativa personale. »
« ... sarebbe la più grande festa a sorpresa della storia del pianeta... e forse dell’universo intero... » ironizzò Midda, sorridendo necessariamente divertita a quella prospettiva « Una città intera che decide di partire dalla notte al giorno, riuscendo a scomparire senza lasciare traccia...?! »
« Ma è proprio questo il punto! » esclamò allora Lys’sh, annuendo a quelle sue ultime parole « Siamo certi che non sia stata lasciata alcuna traccia...?! Fino a ora, in effetti, non abbiamo cercato evidenza di prove utili a comprendere dove siano andati... quanto e soltanto cosa possa essere successo. »
« Stai suggerendo di metterci a tentare di trovare le tracce che la popolazione di un’intera città può essersi lasciata dietro, muovendosi altrove...? » riformulò l’altra, per accertarsi di aver compreso l’idea dell’amica.
« Esattamente. » confermò la giovane ofidiana, con un quieto sorriso squisitamente propositivo « Del resto, là dove siamo in grado di trovare e seguire le tracce di una singola persona... a maggior ragione dovremmo essere in grado di trovare e seguire le tracce di qualche migliaio di persone. »
« Sempre ammesso che non siano scomparsi per magia... » puntualizzò l’altra.
« Se vuoi continuare a pensarla solo sulla magia, allora non farti tanti scrupoli e convoca i tuoi vicari. » la provocò Lys’sh, non volendole concedere alibi di sorta a tal riguardo « Ma se non vuoi convocare i tuoi vicari, allora è meglio ripartire da capo... e affrontare la questione con meno spreco di immaginazione e un po’ di pragmatismo in più. »
Lys’sh aveva perfettamente ragione. E Midda Bontor fu estremamente felice che ella fosse accanto a lei in quel frangente, a spronarla, allora, in simili termini.
« Per Thyres... sì! » esclamò pertanto, annuendo vigorosamente a quell’osservazione « Hai perfettamente ragione... l’essermi abituata a confrontarmi sempre con eventi più folli, mi ha fatto perdere di vista la misura della normalità, e la giusta prospettiva dalla quale contemplare il mondo. »
« Beh... per carità: io stessa ti ho appena suggerito di convocare i vicari. » rammentò Lys’sh, a non permetterle di farsi carico di tutta la responsabilità della questione « Forse... anzi, probabilmente, poi, scopriremo come dietro a tutto questo vi è qualche spiegazione sovrannaturale. Ma concentrandoci eccessivamente a riflettere attorno a essa, rischiamo di perdere di vista i fatti. E i fatti nel merito dei quali, ancora, dobbiamo raccogliere gli indizi più basilari... » argomentò, benché, in effetti, non vi sarebbe stato bisogno di alcun’altra parola per convincere l’amica, già più che persuasa della ragionevolezza di quel discorso.
« Assolutamente d’accordo. » confermò quindi la Figlia di Marr’Mahew, voltandosi verso la stanza alle loro spalle per iniziare immediatamente a prendere in esame la situazione per così come offerta ai loro occhi « E, per l’appunto, già qui abbiamo alcuni dettagli tutt’altro che insignificanti da prendere in considerazione. » insistette, a dimostrarsi quanto più focalizzata, allora, su tale nuovo impegno « Esattamente come nella locanda, anche qui tutto è rimasto in quel comune disordine che ci si può attendere di ritrovare al proprio risveglio, al mattino. » indicò, offrendo riferimento, innanzitutto, al letto, lì proposto alla loro attenzione per così come avrebbe potuto essere se qualcuno si fosse appena alzato dallo stesso, e non avesse avuto ancora occasione per rimettere coperte e lenzuola a posto.
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