... ma la questione, in quel frangente, avrebbe avuto a doversi intendere ancor decisamente prematura, laddove, in fondo, ella sentiva di aver ancora molto da poter vivere in quel delle terre a lei più note, più familiari. Le terre lungo le quali, dopotutto, anche in quel momento si stava muovendo insieme alla propria sorellina ofidiana.
Come già in altre occasioni, anche allora quell’improprio scherzare, dato il momento tutt’altro che felice, ebbe a servire loro qual utile occasione per rilasciare la tensione psicologica accumulata sino a quel momento, quella tensione a confronto con la quale, altrimenti, la loro personale capacità di giudizio avrebbe potuto ritrovarsi a essere offuscata più di quanto loro utile per affrontare quella situazione.
In tal maniera, quindi, ebbe a trascorrere la prima ora, vedendole procedere con un incedere sufficientemente serrato senza che i cavalli avessero a dimostrare particolare affaticamento di sorta e in termini tali di suggerire persino l’eventualità di spronare quelle medesime bestie in una corsa più intensa, a tentare, in tal maniera, di abbreviare i tempi.
Un’ipotesi a cui, tuttavia, non ebbero a offrire seguito e non tanto nella volontà di non arrischiarsi in termini che avrebbero potuto compromettere la salute dei loro equini sodali, quanto e piuttosto perché ben prima che esse potessero riservarsi occasione di sorta in tal senso, la loro attenzione ebbe a essere attratta verso una scena poco distante dal loro cammino, e una scena che ebbe, allor, a offrire quali protagonisti un gruppo di mercenari della Confraternita del Tramonto, come immediatamente rilevabile dalla presenza del caratteristico color rosso a marcare la loro appartenenza a tale, vasta organizzazione, lì apparentemente impegnati ad assediare una qualche bestia di sorta...
« Che succede laggiù...? » domandò quindi Lys’sh, incapace a distinguere, con precisione, i dettagli visivi di quanto stava accadendo e, ciò non di meno, necessariamente attratta in tal direzione da ogni altro senso, udito e olfatto innanzitutto.
« Nulla di cui credo ci debba importare. » minimizzò la donna guerriero, non desiderando concedere più importanza del dovuto a quella scena, pur non analizzata nel proprio dettaglio, laddove non sarebbero certamente stati dei disgraziati della Confraternita del Tramonto, intenti in chissà qual genere di caccia, a distrarla dal proprio obiettivo « Ti ho già parlato della Confraternita del Tramonto e di quanto sia squisitamente capace di farti perdere tempo nelle occasioni meno adeguate...?! »
« Dobbiamo andare a vedere più da vicino...! » replicò tuttavia l’ofidiana, dopo un attimo di esitazione, in aperto disaccordo con il disinteresse dimostrato dall’amica.
« Non mi pare il momento adatto, ora, per andare ad attar briga con loro. » commentò Midda, scuotendo appena il capo a escludere tale eventualità « Se proprio ti manca di menar le mani, potremo occuparcene al nostro ritorno... non si nega mai una ripassata a quegli idioti. »
Le ragioni di contezioso fra Midda Bontor e la Confraternita del Tramonto avrebbero avuto a doversi intendere decisamente antiche.
Tutto aveva avuto inizio non appena la fama di un’ancor giovane donna guerriero aveva iniziato a diffondersi in quel della provincia di Kriayra, a seguito delle sue prime imprese. Ravvisando un’ottima ragione di investimento, subito gli uomini della Confraternita, un’ampia organizzazione mercenaria che, all’attenzione di Lys’sh, avrebbe potuto essere paragonata a una sorta di sindacato, si erano presentati a Kriarya, per cercare di reclutarla nelle proprie fila. Ma colei che soltanto di lì a diversi anni avrebbe iniziato a essere conosciuta con il nome di Figlia di Marr’Mahew ebbe a rifiutare tale occasione per le stesse ragioni per le quali non aveva accettato l’idea di arruolarsi in maniera stabile all’interno dell’esercito kofreyota o di una qualunque altra organizzazione militare o paramilitare: non desiderava anteporre i capricci di alcuno alla propria indipendenza, alla propria libertà. Ed entrare a far parte della Confraternita, in buona sostanza, avrebbe significato rinunciare in maniera imperitura a ogni propria autonomia, per seguire i desideri di una complessa organizzazione gerarchica sopra di lei, in cima alla quale non era mai neppure stato ben chiaro chi avesse a doversi riconoscere presente.
Purtroppo la Confraternita non era abituata a sentirsi rifiutare, soprattutto laddove, già impropriamente, prodigatasi per una simile azione di arruolamento: in genere, del resto, erano i mercenari a volersi affiliare alla Confraternita, soprattutto quand’ancora privi di un nome e di una fama. E giacché Midda, all’epoca, era ancora priva di un nome e di una fama, tale rifiuto fu mal digerito, vedendo crescere, in un primo momento, l’insistenza dell’offerta; salvo poi, quando il perentorio rifiuto della donna guerriero ebbe nuovamente a riproporsi, trasformarsi tale interesse in una vera e propria rivalità professionale, e una rivalità volta a tentare di stroncare sul nascere la fama professionale di quella tanto irrispettosa figura.
Per anni, quindi, Midda Bontor ebbe a ritrovarsi a rivaleggiare con la Confraternita del Tramonto, in una disfida che, tuttavia, ebbe a comprendersi, con il senno di poi, soltanto a svantaggio della seconda, malgrado l’apparente e incolmabile disparità di forze e risorse fra loro: il solo fatto che una semplice donna, da sola, si stesse dimostrando in grado di tener testa alla Confraternita, infatti, ebbe a motivare sempre più mercenari, soprattutto nei territori di Kriarya, a rifiutare l’affiliazione con tale organizzazione e a impegnarsi in una ricerca, autonoma, di gloria. E così, in maniera paradossale, un’organizzazione sorta proprio per rispondere alla necessità di giovani mercenari di riservarsi una forza contrattuale con mecenati troppo sovente poco desiderosi di riconoscere loro il giusto prezzo per i propri sforzi; in conseguenza a tutto ciò ebbe a essere presto considerata, soprattutto nella città del peccato, qual una sorta di empia iniziativa a discapito della libertà dei propri adepti e, più in generale, di ogni mercenario di Kofreya e dintorni.
Una fama tutt’altro che piacevole, quindi, quella che ebbe a contraddistinguerli a un certo punto, in termini tali per cui, tardivamente, fu chiaro quanto sventurata fosse stata la scelta di inimicarsi apertamente quella caparbia donna guerriero; ragione per la quale, quindi, a un certo punto nel corso della Storia le alte sfere della Confraternita ebbero a invertire completamente marcia nel merito della questione Bontor, disinteressandosi completamente a lei e cercando di ovviare nuovi confronti diretti.
Non che, comunque, tale impegno poté dimostrarsi così saldo come, probabilmente, tutte le parti in causa avrebbero potuto preferire avesse a essere, giacché, negli anni seguenti, non ebbero a mancare comunque nuove occasioni di confronto, quando un eventuale mecenate di turno ebbe a richiederlo. Così come accadde, per esempio, in occasione della grande battaglia che, non meno di tre lustri prima, vide confrontarsi gli uomini della Confraternita del Tramonto e i mercenari liberi di Kriarya, in un sanguinoso conflitto per il dominio stesso della città, e un sanguinoso conflitto al quale, almeno inizialmente, anche Midda Bontor ebbe a essere proprio malgrado coinvolta, in conseguenza di una nuova, e stolida, iniziativa della medesima Confraternita ipoteticamente atta, in maniera grottescamente paradossale, ad assicurarsi che ella non si sarebbe lasciata coinvolgere, rapendo una sua protetta e tenendola in ostaggio.
Comunque tutto ciò avrebbe avuto a doversi intendere, ormai, parte della Storia. E per quanto Midda Bontor non si sarebbe mai tirata indietro a confronto con l’idea di spezzare qualche ossicino a un branco di mercenari della Confraternita, in quel particolare momento, per l’appunto, ella non avrebbe potuto certamente perdonarsi distrazione di sorta dal proprio obiettivo principale... e un obiettivo principale che, difficilmente, avrebbe potuto concernere quei disgraziati.
« Non mi manca menare le mani... » protestò Lys’sh, scuotendo il capo « Ma quegli “idioti”, come li hai appena apostrofati, stanno prendendo d’assedio la nostra amica Lora Gron’d! » annunciò, motivando in maniera or inconfutabile la necessità, per loro, di avere a cambiare estemporaneamente rotta, per dirigersi alla volta di quell’azione non lontana da loro « Il suo odore feriniano è inconfondibile... »
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