« Però questa storia non appartiene a questo mondo... e, in effetti, neppure a questa realtà. » sancì la Figlia di Marr’Mahew, scuotendo il capo « Anche nell’ipotesi che non abbia a doversi fraintendere del tutto frutto della perversa fantasia di Desmair, cosa di cui pur mi sento sufficientemente certa avendo egli fondato quell’intero costrutto mentale sulla realtà di origine di Maddie, come abbiamo già avuto modo di confermare; le persone e i luoghi a cui fa riferimento sono proprie di un altro mondo... di un’altra realtà. »
« Tuttavia abbiamo avuto modo di constatare quanto, soprattutto negli ultimi anni, la supposta separazione esistente fra le varie dimensioni del multiverso si sia fatta estremamente labile: l’altra Anmel, Maddie e, alfine, anche Rín... tutte loro sono giunse sino a qui da un’altra dimensione. »
Lora desiderava restare fedele al proprio impegno volto a mantenere il silenzio, ma a confronto con quelle parole ebbe a rigirarsi verso la coppia con foga tale che quasi perse l’equilibrio, in quella che sarebbe allor stata la propria peggior giornata di sempre come feriniana, qualcosa di cui avere a vergognarsi profondamente.
“Stanno veramente parlando di multiverso...?!” si domandò fra sé e sé, prestando bene attenzione a non intervenire in un discorso e in un discorso che, fosse stato condotto in qualunque altro momento, da qualunque altra persona, non avrebbe esitato a indicare in quanto pura e semplice fola.
Purtroppo, però, nel doversi ricordare quanto ella stessa fosse morta e ritornata in vita, il concetto di “normalità” con il quale Lora avrebbe avuto a doversi confrontare avrebbe avuto a dover essere inteso molto diverso da quanto un tempo fosse. E diverso in termini tali per cui, in effetti, la realtà avrebbe avuto a dover essere riconosciuta qual sospintasi ben oltre a qualunque possibile senso di immaginazione.
Insomma: se ella era morta e risorta come una creatura immortale, non viva e neppur morta; e se ella stava lì vivendo in un mondo probabilmente collocato dal lato opposto dell’universo rispetto ai sistemi da lei un tempo conosciuti e frequentati; perché mai non avrebbe potuto anche esistere, realmente, il concetto di multiverso? E perché mai qualcuno non avrebbe potuto riservarsi la possibilità di viaggiare attraverso di esso...?!
Maddie e Rín, inoltre, pur mai introdotte formalmente alla sua attenzione, Lora era convinta di averle effettivamente già sentite nominare e personalmente incontrate, proprio nel corso delle ultime fasi della battaglia di Lysiath. Prima, infatti, che la battaglia avesse fine, altre due rosse erano comparse in scena, proponendosi qual palesi parenti della Figlia di Marr’Mahew e della sua gemella Nissa, di qualche anno più giovani rispetto a loro. Una parentela, la loro, resa palese da una somiglianza impressionante e una somiglianza che, in effetti, avrebbe avuto a suggerire una ben minimale varietà genetica per produrre, addirittura, quattro donne fra loro sostanzialmente identiche: una parentela, la loro, che alla luce di quelle ultime parole avrebbe avuto a dover essere posta in dubbio e avrebbe allor avuto a dover essere considerata testimonianza dell’esistenza del multiverso e della capacità di viaggiare attraverso lo stesso, in termini tali da rendere, allor, quelle due donne, probabilmente, una versione alternativa delle stesse Midda e Nissa Bontor...
“Cielo. Ma in quale assurdità mi sono andata a cacciare...?!” gemette in cuor proprio la giovane feriniana, provando una sincera nostalgia per la propria vita passata, e per una vita paradossalmente molto più semplice rispetto a tutto quello.
Ignare di star sconvolgendo, a ragion veduta, la loro accompagnatrice, Midda e Lys’sh stavano intanto proseguendo nel proprio ragionamento, nel merito della leggenda ricordata dalla stessa Ucciditrice di Dei nel merito del pifferaio di Hameln.
« Veramente stiamo prendendo in considerazione l’idea che qualcuno... qualcun altro, d’accordo, proveniente da un diverso piano di realtà, sia giunto sino a qui conducendo seco un qualche genere di flauto stregato...? E che, animato da un qualche proposito di vendetta, stia conducendo l’intera popolazione di Kriarya alla morte...?! » esitò la donna dagli occhi color del ghiaccio, poco convinta da quell’eventualità, che non si sarebbe ovviamente sentita di considerare impossibile e, ciò non di meno, fortemente improbabile, nel considerare quanto, allora, tutto ciò comunque mancasse di motivazioni « No... io non credo. » scosse il capo, escludendo apertamente la cosa « Temo, piuttosto, che la mia mente abbia sovrascritto qualche altra leggenda locale con quella che vi ho appena raccontato, allo stesso modo in cui, purtroppo, quegli anni vissuti in quella realtà artefatta mi hanno spiacevolmente scombinato il cervello...! »
In effetti, ancor prima che prendere in esame una soluzione tanto complessa, estremamente più semplice e lineare sarebbe stato partire dal presupposto dell’esistenza di un qualche manufatto stregato già appartenente a quel mondo, e da considerarsi, in fondo, in aggiunta a una schiera di per sé già, indubbiamente, amplia. Un manufatto che, qualcuno, spinto da propositi di vendetta non dissimili da quelli del pifferaio della leggenda, doveva aver recuperato e impiegato, in maniera non casuale, contro tutti in città tranne lei...
“Qualcuno”, quindi, che doveva conoscerla. Magari “qualcuno” che doveva anche averla già affrontata e, perché no?, essere morto nel tentativo. “Qualcuno” che, ritornato indietro insieme alla Biblioteca di Lysiath, aveva deciso di ricercare la propria vendetta su di lei, rivolgendo il proprio agire, se non direttamente in suo contrasto, a contrasto di chiunque altro attorno a lei.
« Sarò probabilmente priva di fantasia... » premesse quindi, proseguendo in quella propria riflessione ad alta voce « ... ma per me si tratta ancora di Nissa. »
« La tua gemella...? Di nuovo?! » replicò Lys’sh, trovando quella soluzione forse non meno forzata rispetto all’ipotesi di un nemico proveniente da un’altra dimensione.
« Prendersela con tutti coloro attorno a me è sempre stata una sua prerogativa. » ricordò, scuotendo appena il capo « Pensa che gioia potrebbe rappresentare, per lei, la sola idea di farmi risvegliare in una città deserta, facendomi poi scoprire di aver sterminato chiunque, fra i miei amici e conoscenti...! » osservò, a denti stretti « E la sola ragione per la quale voi due ne siete rimaste escluse, probabilmente ha da considerarsi in relazione alla vostra natura non umana, per così come prima ragionavamo insieme. » suggerì, ricollegandosi alle tante elucubrazioni che le aveva viste protagoniste in quel di Kriarya.
Ancora decisamente confusa da quei discorsi, Lora non avrebbe potuto trovare ragione di che obiettare all’analisi compiuta dalla donna guerriero. Non, quantomeno, dopo aver sperimentato in prima persona la follia di Nissa e quella follia in ascolto alla quale i ritornati avrebbero dovuto seminare morte e distruzione non soltanto in quel di Lysiath, ma per l’intera Kofreya, se non per tutto il continente di Qahr.
« In effetti... avendone la possibilità, credo proprio che non si farebbe scrupoli ad agire in tal maniera. » confermò quindi la feriniana, dal basso della propria ignoranza sull’argomento.
« Se così fosse, sarebbe più prioritario che mai riuscire a raggiungere tutti prima che il peggio possa tradursi in realtà. » deglutì Lys’sh, non sentendosi di contraddire l’opinione di entrambe e, ciò non di meno, non riuscendo a sentirsi pienamente convinta di una sì banale conclusione.
Nessun commento:
Posta un commento