11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 13 dicembre 2020

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« In che senso...? » non poté far a meno di domandare Lys’sh, in quella che avrebbe potuto essere intesa una nuova interruzione a discapito della narrazione della compagna e, ciò non di meno, in un’interruzione quasi obbligata, innanzi a quelle parole, nella misura tale per cui, probabilmente, non fosse giunta da lei, quella medesima domanda sarebbe allor stata parimenti formulata da Midda « Cosa intendi dicendo che avevi già perduto Korl...?! »
« A livello mentale. » specificò meglio Lora, rendendosi conto di quanto effettivamente ambigua fosse stata l’espressione da lei adoperata « Non so dirvi se si sia trattato di stregoneria o di cosa... ma è stato come se Korl fosse caduto improvvisamente in uno stato di trance... come ipnotizzato, o qualcosa del genere, da quella musica. » esplicitò, in una spiegazione che sarebbe risultata semplicemente folle se soltanto fosse stata allor proposta nella realtà che, un tempo, avrebbe avuto a dover essere intesa propria per lei così come per Lys’sh, e che pur, altresì, nella nuova quotidianità loro offerta in quel mondo non avrebbe avuto a risultare particolarmente inusuale... anzi.
« Mmm... » si limitò a commentare la Figlia di Marr’Mahew, restando in quieto ascolto di quelle parole.
« E poi...?! » insistette allora Lys’sh, a domandarle di voler proseguire.
« Ha interrotto quello su cui stavamo lavorando. Si è rivestito. E si è incamminato verso la porta, aprendola, uscendo, e chiudendosela dietro le spalle, come se nulla fosse. » continuò a spiegare la feriniana, scuotendo appena il capo « Ovviamente ho provato a chiamarlo. Ho provato anche a trattenerlo. Ma niente: si è divincolato ed è andato avanti, come se non esistessi. » precisò, ad anticipare possibili obiezioni da parte delle proprie interlocutrici « E’ stato quando anch’io sono uscita nel corridoio, per cercare di raggiungerlo, che mi sono resa conto di quanto, allora, non fosse stato l’unico malamente influenzato da quella musica: tutti, muovendosi con la stessa tranquillità con la quale avrebbero potuto incamminarsi in una passeggiata, stavano riversandosi dalle proprie stanze nei corridoi, e, da lì, fino alle scale, diretti verso l’uscita dall’edificio. Tutti ordinatamente vestiti, tutti ben attenti a richiudere la porta alle proprie spalle, e tutti con gli occhi ben aperti e un’espressione rilassata, a assente, sul volto, quasi non si stessero rendendo conto della propria attuale condizione. »
« Mmm... » si ripeté la Figlia di Marr’Mahew, inarcando appena un sopracciglio.
« Nella confusione, ovviamente, non ho notato la vostra assenza: non credevo, in tutta onestà, che qualcuno a parte me fosse riuscita a sfuggire alla morsa di quella musica. Ragione per la quale, all’idea di restare sola in una città improvvisamente deserta, non ho potuto che preferire il pensiero di arrischiarmi a seguire tutta la popolazione, per tentare di meglio comprendere cosa stesse accadendo e perché. » precisò, con una smorfia di disappunto a quelle proprie stesse parole « Non che, in effetti, sarebbe stato difficile farlo: uscita in strada, mi fu infatti immediatamente palese quanto il mondo fosse lì presente, rapito da quella musica. E tutti diretti verso... boh! Impossibile a dirsi. »
« Bella rogna... » commento l’ofidiana, non desiderando interromperla e, ciò non di meno, in tal maniera esprimendosi quasi in un sussurro.
« Purtroppo però, se pur improbabile sarebbe stato perdere di vista quella smisurata folla di persone nella propria generalità, meno immediato sarebbe allor stato mantenere il controllo sulla posizione di un singolo all’interno di quel mare di gente. » sospirò Lora, con ancor palese disapprovazione a confronto con tutto quello e con quanto, tutto quello, avrebbe comportato « Così ho perso di vista Korl. E non ho potuto fare altro che accodarmi alla moltitudine con la presumibile certezza del fatto che anche egli fosse fra quelle schiere... »

Lys’sh non poté ovviare a provare una certa stima per il mirabile autocontrollo che, a margine di tutto ciò, Lora era stata in grado di dimostrare, incerta nel merito del fatto che anch’ella, posta in eguale situazione, sarebbe stata capace di fare altrettanto.
In verità, comunque, Lora non sarebbe stata poi così d’accordo nel riconoscersi tanta stima. Non a confronto con l’evidenza di quanto, proprio malgrado, quella sua reazione non avrebbe avuto a doversi considerare qual conseguenza di un mirato e razionale piano d’azione, quanto e piuttosto di una certa frenesia emotiva e psicologica a confronto con l’idea di poter restare lì sola in tutta Kriarya e di non aver, quindi, la benché minima idea di cosa poter fare altrimenti.
Che, tuttavia, la sua scelta fosse stata motivata da una razionale scelta tattica, piuttosto che da un’emotiva reazione all’assurdità di quella situazione, quanto compiuto da Lora avrebbe avuto a doversi intendere quanto di più azzeccato avrebbe potuto fare. Almeno innanzi allo spassionato giudizio della stessa Midda Bontor, in ancor quieto ascolto degli eventi, la quale, certamente, ove anch’ella avesse avuto occasione di rendersi conto di quanto stesse accadendo, non avrebbe ovviato ad agire, e reagire, in tal maniera. Purtroppo, però, a differenza di Lora, Midda stava dormendo nel momento in cui gli eventi avevano preso quell’assurda piega. Ed, evidentemente, stava dormendo anche profondamente, per non essersi minimamente resa conto del movimento di Be’Sihl o dei suoi figli, benché, a proprio parziale discapito, avrebbe potuto addurre l’evidenza del fatto che, entro il limitare della propria stanza, al fianco del proprio uomo, ella non avesse a dover ravvisare, abitualmente, particolare ragione di pericolo... e non, di certo, proveniente da Be’Sihl o, men che meno, dai loro due pargoletti.

« Quando siamo giunti alla porta a sud della città, mi sono resa conto di quanto quella questione avesse a doversi considerare veramente grave, nel contemplare migliaia e migliaia, decine di migliaia di persone in quieto cammino in risposta a quella melodia. » proseguì la feriniana nel proprio resoconto « Non un movimento marziale, sia chiaro. Non una marcia o qualcosa di assimilabile a essa. Quanto e piuttosto una sorta di flusso migratorio in direzione di una non ancor evidente meta: una migrazione priva di apparente violenza fisica o psicologica sui malcapitati, per quanto, comunque, palesemente contronatura, fosse anche e soltanto nell’assoluto silenzio lì imperante. » sottolineò, in un particolare che, ancora, non avrebbe potuto ovviare a lasciarla a dir poco impressionata « Voglio dire... ho viaggiato attraverso mezza provincia di Lysiath con l’esercito dei ritornati e, benché anche noi non avessimo all’epoca tutte le rotelle in ordine, nel seguire ciecamente gli ordini di Nissa, eravamo sicuramente molto più chiassosi di quanto l’intera popolazione della città del peccato non abbia avuto a esserlo stanotte: cioè... un esercito di cadaveri ambulanti, perché, specialmente all’inizio, non eravamo propriamente in gran forma, animati da maggior desiderio di interloquire...? Come accidenti è possibile...?! » domandò, con incedere palesemente retorico, in una puntualizzazione lì più che giustificata dall’evidente volontà di evidenziare una qualche stregoneria alla base di tutto ciò, cercando, per quanto in termini estranei alla sua personale cultura, di giustificare con la magia qualcosa di altrimenti inspiegabile.
« E quei fessi della Confraternita del Tramonto come sono entrati in scena...?! » intervenne alfine la donna dagli occhi color ghiaccio, incuriosita dal comprendere anche quell’ultima evoluzione, laddove, per quanto detto sino a quel momento, ella si sarebbe aspettata che Lora potesse star ancora proseguendo accanto agli scomparsi e non avesse avuto occasione di smarrirsi dietro a quel branco di debosciati, assediata dai quali ella era stata raggiunta pocanzi da loro.
« Mi dispiace doverlo ammettere, ma è stata soltanto colpa mia... » dichiarò Lora, con un quieto sospiro « Nel non riuscire a ritrovare Korl, e nel notare quanto ormai ci stessimo allontanando parecchio dalla città, ho deciso di tentare di meglio comprendere la situazione, a partire dall’origine della musica ipnotica. Purtroppo, nel tentare di superare quell’enorme colonna di persone in cammino, su un terreno nel merito del quale non sono particolarmente confidente, mi sono andata a inguaiare in una stretta gola, precipitando per diverse decine di piedi prima di incastrarmi malamente fra le rocce. » sancì, non senza un certo imbarazzo per tutto ciò, anche in considerazione della propria natura feriniana, in grazia alla quale avrebbe dovuto vantare una certa agilità superiore « In conseguenza a ciò, ho dovuto aspettare un po’ prima di riuscire a ritrovarmi con le ossa nel giusto ordine. E quando alla fine sono riuscita ad arrampicarmi fuori, le uniche persone che sono riuscita a distinguere attorno a me sono stati... beh... quei “fessi” della Confraternita del Tramonto, come li avete chiamati. »

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