11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 30 marzo 2008

080


N
eanche la donna guerriero si oppose di fronte alle ultime parole di Salge: ella, in quella spiegazione, in quelle emozioni così direttamente trasmesse, non poté fare altro che comprendere ed accettare il dolore di un capitano impotente di fronte alla morte del proprio equipaggio, di un uomo disperato di fronte alla perdita di quella che era la propria famiglia. Per quanto egli fosse forte, per quanto il di lui carattere potesse piegare freddamente i nemici a sé e trascinare entusiastici gli amici con sé, il comandante della Jol’Ange era e restava un normale uomo, un mortale che sentiva di avere un debito più grande di se stesso, un debito che non avrebbe mai potuto ripagare se non votando completamente la propria esistenza a quella nave ed a tutti gli equipaggi che essa avrebbe avuto, se non impiegando ogni minima energia, ogni sforzo ad impedire che altre tragedie simili potessero nuovamente offrirsi. Mai avrebbe pertanto potuto ignorare la nave che, apparentemente priva di controllo, si muoveva non lontano dalla loro, affidandosi alle correnti: ai di lui occhi quella era la volontà del suo dio, del mare, che a lui richiedeva espiazione. Neanche un tempo, prima ancora della morte del precedente equipaggio della goletta, egli avrebbe voltato il capo di fronte ad una simile situazione, non essendo tale comportamento parte del proprio carattere, parte dell’animo di quell’uomo di cui Midda non aveva potuto evitare di infatuarsi, di lasciarsi ammaliare: ma ora, ora dopo tutto ciò che era accaduto, l’egoismo che ella gli aveva proposto nel suggerire di ignorare quel veliero, per non rischiare nuovi drammi, nuovi dolori, non poteva in alcun modo essere da lui essere condiviso.

« Noal… vira a dritta. » ordinò Salge, ringraziando con uno sguardo l’implicita comprensione che aveva colto nella donna un tempo amata « Procediamo verso quel brigantino. Con cautela, però. »

Il secondo al comando, posizionato al timone, eseguì immediatamente i desideri del suo capitano, facendo inclinare appena la superficie del ponte, insieme all’intera nave: il vento che fino a quell’istante aveva sospinto il loro cammino sembrò non gradire quella sfida ai propri voleri, quell’affronto alla propria forza, facendo vibrare con forza i due alberi della goletta e le tre vele da loro sorrette.

« Per Tarth! » esclamò con vigore il capitano « Ognuno al suo posto, ciurma di scansafatiche! » inveì con il solito tono da comando verso i presenti « Non siamo qui per divertirci! »

L’immobilità che per un istante aveva bloccato tutti sul ponte della goletta venne così prontamente spezzata da quel richiamo, vedendo ognuno scattare verso le propri posizioni, verso i propri incarichi per riprendere il controllo della nave prima che il vento potesse rischiare di danneggiare il tessuto delle vele: anche la donna guerriero, ritrovando il proprio ruolo di marinaia, non oppose il minimo accento a quel richiamo, ritornando al controllo delle sartie e dei tiranti dell’albero maestro.

« Masva… vai a svegliare anche gli altri. » aggiunse subito dopo il comandante della goletta, tornando a volgere lo sguardo verso la posizione dove intuiva essere la loro meta ma dove, comunque, non poteva ancora vederla.

Senza una parola, la fanciulla dai corti capelli rossi lasciò il compito che stava eseguendo per correre verso la scaletta congiungente il ponte con gli alloggi sotto coperta, non perdendo assolutamente l’equilibrio nei movimenti quasi leggiadri e rapidi che la videro protagonista nonostante la violenza delle raffiche di vento ora a loro non più favorevoli, non più amiche.
In quella virata, nel cambio di rotta che la goletta aveva compiuto, le forze dell’aria sembravano infatti non voler offrire il proprio benestare, non voler concedere la propria benedizione: un presagio che in altre circostanze tutti loro si sarebbero ben guardati dall’ignorare ma che ora, per il legame che li univa l’un l’altro e che li stringeva con forza indomita attorno alla figura di Salge, non avevano esitazione a contrastare. Quella, del resto, era la forza della Jol’Ange e del suo equipaggio: la forza del gruppo che si moltiplicava nell’unico e che per ognuno di loro avrebbe visto tutti impegnarsi fino all’ultimo respiro.

« Ron-Hun, all’armeria: voglio che tutti siano equipaggiati come per un arrembaggio. » continuò il capitano, con tono serio « Se vi fosse qualcuno a bordo di quel brigantino desideroso delle nostre vite, dimostreremo loro tutto l’ardore di cui siamo capaci… e li faremo pentire di questo sciagurato giorno! »

La mercenaria non poté che approvare quell’ordine, sorridendo dentro di sé per il controllo che egli era riuscito in tali parole a dimostrare: nonostante i fantasmi del passato lo stessero tormentando interiormente, non aveva ceduto all’impulsività come lei forse avrebbe fatto al di lui posto, preferendo seguire sì il proprio cuore ma al tempo stesso dando spazio alla propria mente. E dove la di lui emotività lo spingeva verso quella nave, desideroso di prestare soccorso a coloro che credeva in difficoltà al suo interno, il di lui raziocinio non gli faceva ignorare i pericoli di cui anche lei aveva sottolineato la possibile presenza: se l’equipaggio della goletta fosse stato radunato sul ponte ed armato di tutto punto, avrebbero probabilmente conservato ugualmente un fattore di vantaggio qualsiasi avversario si fosse loro offerto.
Anche in una scelta come quella, in un giusto miscuglio fra passione e logica, l’uomo dimostrava quanto il ruolo che egli ricopriva a bordo della nave non era a lui gratuito, non era a lui donato come conseguenza della sua proprietà materiale sull’imbarcazione stessa: ad ogni capitano era richiesto in ogni momento della propria esistenza, in ogni istante della propria attività, di compiere scelte come quella, decisioni per le quali i propri uomini e le proprie donne avrebbero potuto perdere la vita o guadagnare gloria sempiterna. E l’unica possibilità per trovare un corretto equilibrio in tali scelte era quella offerta nell’impiegare mente, anima, cuore e corpo nel compimento delle stesse: solo in tale comunione interiore un comandante poteva condurre il proprio equipaggio a compiere un salto nel buio, confidando nella riuscita di tale balzo, nel successo di tale azione, nella possibilità di tornare ancora una volta al porto conosciuto con il nome di “casa”.

« Vira di altri due gradi, Noal… inizio a distinguerla anche io! » esclamò Salge, indicando un punto nel buio.

E davanti a loro, davanti all’intero ed eterogeneo gruppo ormai radunatosi sul ponte della goletta, un veliero dalle vele strappate e dagli alberi spezzati si presentò affidato unicamente ai capricci del mare: non una figura umana si riusciva ad intravedere sul ponte, non una luce si poteva intuire fra quelle forme, non un segno di vita era sperato in quella desolazione, fra quelle macerie più simili a relitto che ad imbarcazione.
Se quella davanti a loro non era una nave fantasma, essa sicuramente aveva tutte le caratteristiche per essere classificabile come tale.

« Che Tarth ci protegga. » non poté evitare di sussurrare il capitano, stringendo le labbra a quella tetra visione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E qui, per quanto vorrei sperare in un semplice salvataggio, direi che il titolo del capitolo prometta un certo tipo di incontro... :lol:

A proposito, finalmente Canme si trova a suo agio. E venendo da un'isola era in effetti probabile che si trovasse bene in mare. (certo, mi chiedo se Midda arrivati alla fine chiederà davvero una ricompensa. Se non sbaglio ancora non ha chiesto alla fanciulla notizie sulla sua famiglia, vero? O almeno, non sappiamo che si sia informata, giusto?)

Sean MacMalcom ha detto...

In effetti per quanto ci è dato di sapere dalla narrazione Midda non ha richiesto particolari informazioni alla fanciulla.
Ma sul resto non ti anticipo ovviamente nulla.

Anzi, no... una cosa te la dico invece: il viaggio verso Dairlan è appena iniziato e passera tanto tempo prima che esso possa arrivare a compimento. :D

Come sempre grazie per il tuo commento ed il tuo interesse nella lettura!