Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
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Sean, 18 giugno 2022
lunedì 17 dicembre 2018
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Avventura
054 - L'ira di Be’Sihl
« Imposto la rotta per il sistema Novarts…? »
Ricerca di conferma a dir poco retorica, fu quella così proposta da parte della giovane ofidiana, nel momento in cui fecero ritorno alla propria nave: laddove, infatti, tale direzione avrebbe avuto a doversi considerare definita dalle informazioni tanto brutalmente estorte all’ormai defunto, e non compianto, Korin Holderein, in alcun’altra direzione al di fuori di quella avrebbero mai potuto decidere di muovere metaforicamente i propri passi, in quella tutt’altro che banale caccia al semidio.
Al fine di assicurarsi sufficiente autonomia di azione, in assenza della Kasta Hamina a offrire loro quello che sarebbe altrimenti stato il proprio consueto supporto, tre mesi addietro Be’Sihl e Lys’sh si erano avventurati in quella propria solitaria missione non a bordo di una semplice navetta da sbarco, così come abitualmente avrebbero potuto decidere di impiegare, la quale tuttavia avrebbe avuto a dover esser riconosciuta nulla di più se non l’equivalente tecnologico di una mera scialuppa, quanto e piuttosto trovando supporto, sostegno, in un mezzo più indipendente, in grazia al quale anche ipotizzare di coprire le notevoli distanze fra un sistema stellare e il successivo avrebbe avuto a potersi ritenere fattibile. In loro aiuto, in tal senso, avevano potuto apprezzare l’aiuto logistico offerto dal capitano Atto Rifed, della Maele Libeth, una nave pirata della quale Midda Bontor era stata ospite più di un anno addietro, nave pirata che, pur contraddistinta da un equipaggio a dir poco pittoresco, avrebbe avuto a poter trovare, nel proprio capitano, una persona sicuramente animata da un certo senso dell’onore, e un senso dell’onore utile, in tale frangente, a vederlo ammettere un certo debito innanzi alla Figlia di Marr’Mahew, e un debito tale da non potergli permettere, in fede, di rifiutare a quella coppia il banale sostegno allor rappresentato dal prestito di uno dei propri caccia: un prestito che, nella peggiore delle ipotesi, non avrebbe più veduto la restituzione di quello stesso caccia e, ciò non di meno, un prestito che, dal personale punto di vista di quell’uomo, avrebbe avuto a doversi considerare pressoché obbligato dopo le complesse vicende che lo avevano veduto riservarsi un’opportunità di vittoria morale, e materiale, a discapito di un altro capitano pirata, Lles Vaherz, una donna tanto audace quanto pericolosa il cammino della quale, sempre in quello stesso arco temporale, l’Ucciditrice di Dei aveva avuto il piacere, o, in effetti, il dispiacere di incontrare, vedendosi da lei fondamentalmente sequestrata insieme ai propri amati figliuoli.
In tutto ciò, invero, Be’Sihl avrebbe avuto a dover riconoscere non soltanto verso il capitano Rifed, ma ancor più verso la propria compagna d’arme Lys’sh, un importante debito di gratitudine, giacché, se già nel confronto con una semplice navetta egli non avrebbe potuto vantare alcuna particolare esperienza pregressa utile a permettergli di agire in autonomia nelle vastità siderali, ancor meno avrebbe potuto sperare di ricavare in un eventuale e solitario confronto con quel pur mirabile caccia, in termini tali per cui la propria solitaria missione volta a ritrovare, inseguire e catturare Desmair avrebbe potuto facilmente terminare sul nascere, non fosse stato per la presenza di quella giovane ofidiana accanto a lui, a prestargli le proprie capacità di pilota e, in ciò, ad accompagnarlo, di volta in volta, in quel sempre più breve percorso verso il loro obiettivo finale.
Se infatti, tre mesi prima, lasciando la Kasta Hamina, Be’Sihl non avrebbe potuto neppure vantare un’effettiva consapevolezza della direzione nella quale iniziare a muovere i propri passi, dopo un paio di false piste, lui e Lys’sh avevano avuto finalmente occasione di scoprire come, in un importante sistema periferico del sedicesimo quadrante, Koll-Nos’Sh, il loro obiettivo stesse impegnandosi in una fruttuosa e duplice ascesa al potere, tanto facendo ricorso, sotto un punto di vista pubblico, alla propria nuova identità, e all’identità di Reel Bannihil, quanto agendo parallelamente, e con maggiore discrezione, con il proprio vecchio nome, Desmair, in termini nel confronto con i quali nessuno avrebbe potuto mai rilevare una qualche connessione fra quelle due figure, a meno di non essere, come loro, informati di quanto, obiettivamente, non avrebbero avuto a dover esistere due figure. Purtroppo, l’astuzia propria di Desmair, anche in quel caso, non si era rivelata superficiale, giacché, pur esponendosi forse e persino eccessivamente con nomi che pur i suoi potenziali avversari avrebbero potuto ben riconoscere, la scelta di costruire attorno a uno di tali nomi un profilo pubblico di alta visibilità, divenendo addirittura un riferimento politico per un moto di ribellione populista in contrasto al governo lì esistente, non avrebbe potuto ovviare anche a concedergli una sorta di sostanziale immunità, laddove neppure lo stesso omni-governo di Loicare, pur da lungo tempo interessato al suo nuovo corpo, allora, avrebbe potuto riservarsi occasione di giungere a lui, nelle vesti di Reel Bannihil, pur ben consapevole di dove poterlo trovare, di dove andare a cercarlo, non più contraddistinto dalla stessa clandestinità nel quale avrebbe avuto a doversi riconoscere sino a sei mesi addietro.
E se, in tal contesto, neppure il potere smisurato dell’omni-governo di Loicare avrebbe potuto riservarsi opportunità di azione in contrasto a Reel Bannihil, non, quantomeno, senza volersi sobbarcare il rischio di una nuova guerra planetaria, anche per Be’Sihl e Lys’sh quel profilo di altissimo livello avrebbe avuto a dover essere riconosciuto qual allora intoccabile, a meno di non coinvolgere troppi innocenti nella carneficina che avrebbero dovuto quindi compiere per poterlo raggiungere. Diverso discorso, tuttavia, avrebbe avuto a dover essere considerato, per loro, quello riguardante non tanto Reel, quanto e piuttosto Desmair: una figura ignota all’omni-governo di Loicare, una figura ignota a chiunque, e, sempre in quegli ultimi sei mesi intenta a riservarsi maggiore spazio nel sottobosco criminale dello stesso sedicesimo quadrante, e, ciò non di meno, esattamente colui al quale i due esuli membri dell’equipaggio della Kasta Hamina avrebbero voluto ambire nella propria ricerca, nella propria caccia. Così, anche laddove non avrebbero potuto riservarsi alcuna possibilità di azione contro Reel Bannihil, diverso discorso sarebbe sicuramente stato quello rivolto a Desmair, anche e soprattutto a incominciare dal concetto stesso di potenziali vittime collaterali che il loro operato avrebbe potuto provocare, non più definibili, allora, qual “innocenti”, in termini nei quali lo stesso Korin Holderein avrebbe avuto a dover essere riconosciuto mirabile esemplificazione.
Trovato, quindi, un primo potenziale piccolo criminale connesso alla rete di Desmair, Be’Sihl e Lys’sh non avevano dovuto fare altro che seguire, all’incontrario, quel tortuoso percorso di violenze, estorsioni, spaccio, prostituzione e quant’altro, al vertice del quale, presto o tardi, avrebbero avuto occasione di raggiungere il loro obiettivo finale. Un obiettivo finale che, in grazia alle informazioni lì da loro appena raccolte, avrebbe avuto a potersi giudicare sempre più vicino, sempre più prossimo, nel puntare, allora, al sistema Novarts e, con esso, a quello che era stato loro indicato qual un importante luogotenente del loro antagonista.
« Ovviamente, spero che tu ne sia consapevole, Desmair finirà per essere informato di quanto sta accadendo… » soggiunse e suggerì Lys’sh, non avendo ancora avuto risposta all’interrogativo precedente e, ciò non di meno, già muovendo le proprie mani sulla consolle di comando allo scopo di preparare il loro decollo e, soprattutto, di pianificare la loro successiva rotta verso il sistema Novarts e, in particolare, il terzo pianeta dello stesso « … più risaliamo nella sua gerarchia di sottoposti, più visibilità inizieranno ad avere le nostre azioni. »
« Non potrei essere più felice di ciò. » confermò, allora e semplicemente, Be’Sihl, storcendo appena le labbra verso il basso in quello che, erroneamente, avrebbe potuto essere inteso qual un gesto di critica contrariata all’idea, tale da rendere sarcastica quella sua affermazione, ma che, altresì, avrebbe avuto a dover essere piuttosto riconosciuto qual un mero e quieto assenso nel confronto con l’idea così suggerita dall’interlocutrice.
« … era sarcasmo o…? » esitò tuttavia ella, in quegli ultimi mesi posta in eccessiva difficoltà di confronto con le emozioni proprie di quel compagno d’arme, di quell’amico, per poter effettivamente intendere quanto egli avrebbe potuto voler definire in tal maniera.
« Assolutamente no. » escluse l’altro, scuotendo vigorosamente il capo « Quello che a noi interessa è raggiungere Desmair: se dovesse decidere lui stesso di venire a cercarci, non avrei certamente a lamentarmene. » puntualizzò, aggrottando appena la fronte nel confronto con un’ovvietà simile.
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