11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

sabato 18 maggio 2019

2914


Sorseggiando ancora un poco di vino, la donna ebbe a sorridere in lieve imbarazzo a fronte delle parole così a lei dedicate e, a non volersi concedere possibilità di dimostrare debolezza di sorta nel confronto con il proprio interlocutore, decise di provare a impiegare immediatamente i “poteri” dei quali egli l’aveva insignita allo scopo di deviare l’attenzione da sé, distraendo il proprio cortese ospite con quella che avrebbe potuto allor essere considerata quasi una domanda a tradimento…

« Parlami un po’ di te, Pitra. » lo invitò ella, roteando la propria mano destra con un gesto elegante e volto, in ciò, a finire per indicare la controparte, a trasferirgli, metaforicamente, il ruolo dell’inquisito, e dell’inquisito in grazia a quell’interrogativo, per quanto lì proposto con tono affermativo, addirittura imperativo, nei termini propri di quella richiesta « Cosa ti ha condotto a essere l’uomo “particolare” che sei oggi…? Sei sempre stato così votato a un profondo senso di giustizia sin da bambino? Oppure è stato qualche torto subito nell’infanzia ad averti fatto diventare l’uomo che sei ora…?! » lo provocò, piegando nuovamente appena la testa di lato, a squadrarlo con aria divertita e incuriosita « Ti prego di non dirmi che, alla base di tutto, altro non è che l’aver subito furto di un giocattolo… » aggrottò la fronte, temendo l’eventualità di una spiegazione così banale e paradossale, volta a motivare l’incedere di un tale individuo.
« No… figurati. » scosse il capo egli, non potendo ovviare a impegnarsi a sua volta in un sorrisetto divertito all’idea « In effetti, anzi, da bambino ero più solito dispensare torti, anziché subirli. » confessò, storcendo poi appena le labbra verso il basso, impietoso a proprio riguardo.
« Nooo… » esclamò sorpresa l’altra, sbarrando gli occhi e spalancando la bocca, a enfatizzare ulteriormente tutto il proprio stupore « Pitra Zafral, il bulletto?! » scandì, cercando di sforzarsi a immaginarlo in tale ruolo, e in un ruolo così distante da ogni ipotesi che mai avrebbe potuto formulare in merito a quell’individuo « Ti chiedo di scusarmi… ma non riesco proprio a crederci! » scosse poi il capo, escludendo tale ipotesi, così estranea a ogni propria capacità d’intendimento.
« Eppure era proprio così. » insistette egli, annuendo e stringendosi appena fra le spalle, cercando, in un nuovo sorso di rosso di contrastare il senso di imbarazzo che, ora, stava egualmente crescendo in lui, e non tanto nel confronto con la propria ospite, quanto e piuttosto nel confronto con il proprio passato, e con quel passato di cui, invero, non andava particolarmente fiero.
« Beh… tipico dei viziati figli di papà. » minimizzò allora l’altra, ridacchiando e tentando, in tal modo, di canzonarlo « Invero speravo in qualcosa di più originale da parte tua, Pitra. » soggiunse poi, a manifestare forzatamente, in maniera giocosa, un certo disappunto per tutto ciò.
« Ancora una volta, mi dispiace, ma ti sbagli. » escluse tuttavia l’accusatore, inspirando profondamente l’aria nei propri polmoni prima di avere a parlare e a parlare per esprimere qualcosa che non avrebbe avuto a dover considerare propriamente un segreto e, ciò non di meno, qualcosa che, pur, abitualmente non avrebbe avuto a doversi giudicare solito raccontare in giro « Libera di non credermi, ma non ho mai conosciuto i miei genitori. E, forse in maniera non propriamente originale, sono cresciuto per strada, arrangiandomi per come potevo, per conquistarmi quotidianamente l’occasione di sopravvivere ancora un altro giorno… » dichiarò, senza alcuna intenzione di ispirare compassione nella propria interlocutrice con simile narrazione, e, ciò non di meno, non potendo ovviare a farlo, per così come apparve chiaramente espresso dalle emozioni che subito ebbero ad affollarsi sul di lei volto, a iniziare da un misto di vergogna e di colpa, per aver proposto proprio un tale argomento e averlo proposto con tanta leggerezza, per poi giungere, ineluttabilmente, a tenerezza e pietà, all’idea di quel pargolo lasciato solo a confronto con un mondo chiaramente troppo grande con il quale confrontarsi.
« Oh… » riuscì solo a commentare, nell’esprimere, in tal misura, tanta confusione emotiva così da lui suscitata con le proprie parole.
« No… davvero. Non c’è bisogno che tu abbia a provare compassione per me… » scosse il capo, levando ambo le mani con i palmi aperti, a dimostrare quanto, allora, non avrebbe avuto ad attendersi qualcosa del genere da parte sua « Anche perché, per l’appunto, tutto questo non mi ha cresciuto qual una debole vittima di un mondo indifferente, quanto e piuttosto qual un piccolo delinquente, arrogante e violento, e destinato, molto probabilmente, a morire accoltellato nel sonno nella cella di una qualche dimenticata prigione lunare. » definì, non dimostrando particolare pietà per il se stesso del passato, lì da lui giudicato con la stessa equa severità che era solito destinare a tutti coloro condotti innanzi a lui.
« … e cosa è successo poi? » domandò Tora, sempre più curiosa, non potendo ovviare a desiderare comprendere come un piccolo senzatetto delinquente potesse poi esser divenuto uno dei più importanti, se non il più importante, accusatore di Loicare « Perché qualcosa deve essere successo per trasformarti in colui che sei ora… no?! »
« Qualcuno, più che qualcosa. » la corresse Pitra, annuendo appena a confermare, effettivamente, l’intervento di una causa esterna al quale attribuire il merito della rivoluzione del proprio destino, e di un destino che, in assenza della quale, non lo avrebbe condotto a nulla di buono « Avevo circa sedici anni, o, per lo meno, tale presumo fosse la mia età, difficile da definire in assenza di informazioni in merito alla tua stessa nascita, quando fui colto in flagranza di reato da un accusatore. » precisò, ancor continuando « Il suo nome era Racum Salempi. »
« Il mentore buono! » sorrise allora la donna, lieta di quella svolta positiva e di quella svolta positiva degna, comunque, del più classico degli stereotipi « Immagino che sia stato lui a porti sulla giusta strada, ravvisando le potenzialità celate in te e, in ciò, costringendoti a percorrere degli studi di legge come alternativa all’incarcerazione… »
« No… figurati. » ridacchiò egli, ancora negando la ragionevolezza della conclusione alla quale ella era forse troppo precipitosamente saltata, nel seguire un proprio percorso mentale tuttavia decisamente distante da quella che avrebbe avuto a doversi riconoscere qual la realtà dei fatti, e dei fatti per così come da lui vissuti « Se io, come accusatore, ho la fama di essere severo, ti assicuro che, in un eventuale confronto con Salempi, io sarei considerato addirittura bonariamente misericordioso nell’approccio con i miei inquisiti. » suggerì, in quello che, pertanto, non avrebbe potuto ovviare a configurare quell’uomo, per così come citato, qual semplicemente terrificante, soprattutto dal punto di vista di un delinquente « Salempi non ebbe alcuna pietà per me: nel confronto con il suo giudizio, la mia storia personale non aveva valore alcuno, solo le mie azioni. E le mie azioni mi stavano lì definendo qual un delinquente, e come tale avrei dovuto essere punito, e punito con il massimo della pena. » dichiarò, tornando quietamente serio nella propria narrazione « Mi condannò a dieci anni ai lavori forzati nelle miniere di idrargirio. Nessuna attenuante, nessuno sconto. Dieci anni… e dieci anni che scontai, dal primo all’ultimo minuto. »
« Maledizione! » esclamò Tora, ancora costretta a sgranare gli occhi e a spalancare la bocca nel confronto con quella realtà, e con quella realtà a dir poco inimmaginabile, soprattutto ove associata a colui che, ora, tutti conoscevano come un uomo decisamente diverso « Ora capisco come hai sviluppato quei muscoli… » soggiunse poi, quasi in una riflessione fra sé e sé, nell’offrire un senso a quella caratteristica fisica sicuramente non trascurabile, e a quella caratteristica fisica che, in tale narrazione, avrebbe avuto a trovare la propria giustificazione, la propria origine, non tanto in una qualche futile passione per il culturismo, quanto e piuttosto in qualcosa di ben diverso, e decisamente più concreto… terribilmente più concreto.
« Già… » annuì Pitra, chinando appena lo sguardo verso il proprio muscoloso petto, a evidenziare quella stessa questione « … in effetti, prima della prigione avevo una corporatura ben diversa. Ma, si sa, in luoghi come quelli non si hanno molte alternative: o si viene spezzati… o si spezza. E io, per come ero, non avrei mai accettato di essere spezzato. »
« Immagino. » storse le labbra l’altra, per quanto, invero, difficile sarebbe stato riuscire a immaginare qual prova devastante egli, appena sedicenne, si era così ritrovato ad affrontare, e ad affrontare per il giudizio impietoso di un accusatore « E poi…?! » insistette quindi ella, desiderosa di proseguire in quella narrazione, a maggior ragione alla luce di quanto sino a quel momento ascoltato, e di quanto, in effetti, tutto avrebbe potuto giustificare da parte sua ma non quella conclusione, e la conclusione testimoniata dall’uomo che egli avrebbe avuto a dover essere lì riconosciuto essere.

Nessun commento: