« O vuoi parlare di Seem e Aras... » si dimostrò pronto a continuare egli, ben lontano dall’aver concluso l’elenco di tutti le persone che li circondavano, e per la sorte delle quali, all’occorrenza, Midda avrebbe potuto avere di che temere.
Ma la Figlia di Marr’Mahew non gli diede occasione di proseguire in tal direzione, sollevando la propria mancina e appoggiandone delicatamente le dita sulle sue carnose labbra, a invocarne il silenzio.
Un gesto lieve, mosso con dolcezza, a al quale fece seguire un bacio appena sfiorato, e animato da tutto quel più tenero sentimento che, in tal momento, sentiva di provare per il proprio compagno, per quell’uomo sì capace di comprenderla e di dirle esattamente ciò di cui ella necessitava.
« Basta così... » gli confermò poi, ritraendosi appena dal contatto con lui, e pur restando ancora sì vicina al suo volto che ogni sillaba sussurrata avrebbe potuto apparire simile a un nuovo bacio concesso alle di lui labbra dalle proprie « ... o di questo passo finirai per censire mezza Kriarya. »
« Esagerata... » scosse tuttavia il capo egli, escludendo quell’eventualità « ... non mi risulta che tu abbia a cuore la sorte di così tante persone. » puntualizzò, ammiccando appena.
In effetti ella aveva esagerato. E l’elenco da lui proposto avrebbe avuto a doversi già intendere prossimo alla propria giusta conclusione. Ciò non di meno, non abbisognava che egli avesse a continuare in tal senso, avendo avuto occasione di ben comprendere il punto da lui sollevato e, ancor di più, le ragioni che in tal senso lo avevano quindi ispirato.
Purtroppo, però, al di là di ogni pur legittima e razionale argomentazione da parte sua, ella non avrebbe potuto superare così facilmente l’idea di quanto, quella mattina, al proprio risveglio, tutti loro fossero scomparsi nel nulla. E per quanto, in quell’occasione, fortunatamente, Nessuno non avrebbe avuto a dover essere inteso qual animato da una qualche particolare brama genocida a loro discapito; ciò non avrebbe avuto a escludere l’eventualità che, l’indomani, o il giorno successivo ancora, qualcun altro avesse ad agire in tal maniera mosso da desideri più sanguinari.
« E’ che ho l’impressione di essere una sorta di calamita per i guai. » ammise pertanto ella, storcendo appena le labbra e ritraendosi maggiormente da lui, in un tentativo di prendere le distanze non soltanto fisicamente, ma ancor più psicologicamente, nell’essere ben conscia di quanto, in alternativa, estremamente difficile sarebbe stato riuscire ad apparire convincente « So di esser sempre rifuggita all’idea di una vita tranquilla... ma sembra davvero che il destino si voglia impegnare a offrirmi le peggio sfide innanzi. »
Difficile sarebbe stato, per lei, riservarsi un’aspettativa nel merito della risposta, del commento che avrebbe potuto attendersi dal proprio interlocutore in quel frangente. Forse un quieto diniego di tale verità; o, forse, una battuta divertita a tal riguardo, a sottolineare quanto eufemistico avesse a doversi intendere quanto da lei appena dichiarato, soprattutto nel merito del suo impegno a rifuggire all’idea di una vita tranquilla.
Quanto di certo ella non avrebbe avuto a potersi attendere, da parte di Be’Sihl, ebbe tuttavia a essere esattamente ciò che egli le offrì, accompagnandosi con un sereno sorriso...
« ... e... quindi...?! » domandò egli, stringendosi appena fra le spalle.
« ... e... quindi... cosa...?! » ripeté ella, colta sinceramente in contropiede, e in tal senso non riuscendo neppure a comprendere cosa egli desiderasse dirle in tal maniera.
« Credi davvero di star dicendo qualcosa di nuovo nel puntualizzare quanto i guai ti perseguitino...?! » sorrise ancora il locandiere, ora forse leggermente ironico a tal riguardo, seppur non canzonatorio verso di lei « Spero di non avere a sorprenderti troppo nel dirti che nessuno di noi, francamente, ha mai pensato nulla di diverso. » la rassicurò, confermando quanto, in fondo, quell’ammissione non avesse a doversi fraintendere qual nulla di nuovo per alcuno... non per lui, non per tutti gli altri lì assenti « Perché credi che Duva e Lys’sh siano venute sino a qui, altrimenti...?! Si sono rese conto di quanto sarebbe stata incredibilmente noiosa la loro vita senza di te... e dopo cinque anni di improponibili disavventure, hanno deciso di non essere ancora pronte a darci un taglio. »
A stento Midda riuscì a trattenere una risatina a quel pensiero. Anche e soprattutto perché, in fondo, non avrebbe potuto negare essere vero.
« E pensi forse che io vorrei qualcosa di diverso...? Per carità, non mi dispiacerebbe qualche momento di tranquilla vita domestica di tanto in tanto... ma, se davvero questo fosse per me qualcosa di indispensabile, credi davvero che mi sarei potuto innamorare di te...?! » scosse il capo l’uomo, tirandosi direttamente in causa, per così come pocanzi, in effetti, si era forse dimenticato di fare... o, piuttosto, aveva consciamente evitato di fare, per non sottolineare l’evidenza del fatto di essere già, fondamentalmente, morto per lei « Ora, non per sminuirti, ma ti assicuro che, avendone desiderio, avrei potuto avere un discreto numero di spasimanti più che disposte a occupare il tuo posto nel mio letto. E non che fossero prive di bellezza, o di simpatia, o di molte altre apprezzabili qualità. »
« ... questo discorso sta prendendo una piega strana... » osservò ella, aggrottando appena la fronte, nel rendersi conto, in effetti, di non aver mai preso in esame la questione delle proprie possibili rivali in amore con Be’Sihl... forse, ed egocentricamente, avendo sempre dato per scontato di non poter avere rivali di sorta in tal senso.
« Lasciami finire. » la invitò egli, rassicurandola « Perché per quanto tutte loro potessero vantare indubbia bellezza, o simpatia, o molte altre apprezzabili qualità... nessuna era te. » puntualizzò, a porre un importante punto esclamativo a margine del proprio discorso « E io mi sono innamorato di te. Con tutti i tuoi straordinari pregi e, inutile negarlo, con tutti i tuoi piccoli e grandi difetti. A incominciare, proprio, da una tutt’altro che entusiasmante predisposizione ai guai. »
« Ah... quindi ammetti un certo autolesionismo da parte tua...?! » commentò, non priva di una certa ironia e autoironia in tal senso.
« Se autolesionismo significa avere la possibilità di trascorrere il resto della mia esistenza accanto a te... beh... sì, sono autolesionista. E fiero di esserlo. » ammise egli, con convinzione « Perché io ti amo, Midda Bontor. E tutto ciò che merita di essere vissuto, in questa vita, inizia e finisce accanto a te. »
Difficilmente la Figlia di Marr’Mahew avrebbe mai potuto immaginare di ascoltare parole più cariche d’amore rispetto a quelle. E difficilmente ella avrebbe mai potuto immaginare di esserne degna. Perché, conscia anch’ella di tutti i propri difetti, in misura decisamente maggiore ai propri pregi, difficilmente avrebbe potuto comprendere per quale ragione, autolesionismo a parte, un uomo straordinario come Be’Sihl avrebbe mai potuto avere ragione di amarla.
Con un bacio, allora, ella ebbe a voler rispondere a quella dichiarazione nei propri riguardi. E con un bacio che, ora, accanto alla dolcezza già dimostratagli, volle riservarsi anche la forza della propria passione per quell’uomo, e per quell’uomo capace di porla in tal maniera al centro di tutto, e di offrirle quella fiducia, quella sicurezza che, altrimenti, ella non sarebbe riuscita a provare verso se stessa.
E se con un simile bacio avrebbe potuto anche essere considerato chiuso quel discorso, nel momento in cui le loro labbra si separarono, ella volle riservarsi comunque l’occasione di un piccolo appunto...
« Solo una cosuccia... » sorrise, contro le labbra di lui con le proprie « ... non è che domani mattina potresti farmi avere una lista completa di questo... come lo hai definito?... discreto numero di spasimanti più che disposte a occupare il mio posto nel tuo letto? » domandò con aria falsamente innocua « Mi piacerebbe assicurarmi personalmente che non si siano perse in giro nel tragitto di ritorno a Kriarya. Non si può mai sapere... » si candidò, in una frase che, nel tono da lei adoperato, desiderava ovviamente sottintendere l’esatto contrario di quanto apparentemente suggerito, in termini tali da promettere di preoccuparsi personalmente di farle scomparire nel nulla anche senza bisogno di alcun flauto incantato.
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