11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

giovedì 22 maggio 2008

133


Q
uando il tramonto fu prossimo, nel tempo in cui ormai tutti i mercanti stavano raccogliendo quanto rimasto invenduto in quelle ore di intense contrattazioni, Lafra e Mab’Luk riunirono finalmente le ultime armi ancora in loro possesso prima di allontanarsi tranquillamente, confondendosi nella folla.

« Sii prudente, Mab’Luk. » raccomandò il primo.
« Lo sarò. » annuì l’altro, aggiungendo poi sottovoce quasi una preghiera verso di egli « Non trattenerti presso quella dimora un istante più del dovuto, padre. »

Secondo quanto deciso nel corso delle ultime ore, nel mentre in cui l’anziano sarebbe dovuto recarsi alla residenza di lord Sarnico per consegnare la spada da egli desiderata nel seguire gli accordi presi, il giovane non avrebbe mancato l’appuntamento con la mercenaria. Sebbene, infatti, la figura di Mab’Luk sarebbe risultata più logica nello svolgimento di una semplice commissione da garzone, quale era quella del recapito di una merce al suo acquirente, il fabbro aveva ritenuto meno rischioso occuparsi in prima persona di un simile onere, al fine di evitare colpi di testa da parte del figlio nella considerazione del crescente sentimento di sfiducia e rancore verso il nobile signore, in conseguenza delle premonizioni di pericolo che ad egli aveva evidentemente deciso di collegare.

« Cercherò di raggiungervi prima possibile. » rispose Lafra, con un sorriso sereno « Non avere timore per me. »

Il promesso sposo dovette così salutare il padre e dirigere i propri passi alla volta dei moli, conducendo con sé le spade non vendute fra le quali avevano avuto premura di celare anche la lama della Figlia di Marr’Mahew. Il cammino che egli intraprese, nel seguire il consiglio dell’anziano fabbro, lo vide girare a lungo nella città, rischiando di perdersi in più occasioni attraverso vicoli della stessa nel tentativo di ridurre al minimo le possibilità di essere seguito da qualcuno. Solo nel momento in cui egli ebbe confidenza di essere effettivamente solo nel proprio itinerario, egli svoltò in direzione della propria meta, ritrovando il luogo senza problema alcuno nell’attenersi alle istruzioni offerte loro da Lesia all’interno frammento di pergamena mostrato a Lafra.
Davanti ai suoi occhi si presentò, così, un edificio vasto in larghezza e profondità, forse al punto tale da poter contenere anche un’intera nave, ma ridotto in altezza, tanto da non superare probabilmente quello che sarebbe stato il primo piano di una taverna: in esso, contrariamente alla maggior parte delle costruzioni in Kirsnya ma similmente ad altri depositi posizionati in quella zona, non era presente pietra neppure a consolidamento delle fondamenta, risultando pertanto eretto completamente in legno. Entrando all’interno del medesimo, egli fu accolto da un’enorme serie di casse ordinatamente riposte in lunghe e complesse file, a creare veri e propri corridoi altrimenti assenti in tale spazio originariamente concepito come vuoto. In tale labirintico dove, l’evidenza di alcuna umana presenza gli venne inizialmente donata e per un intero minuto il giovane restò immobile all’ingresso del deposito, sperando di individuare un qualche minimo indizio che si presentasse in suo aiuto: nulla, però, si concesse allo sguardo e, nonostante sapesse che colei che cercava di certo non si sarebbe offerta immediatamente alla vista per evitare nuovi conflitti con le guardie, egli temette di aver sbagliato luogo, di aver confuso il capannone con uno degli altri suoi simili presenti lungo quasi tutta la lunga serie di moli. Incerto su come procedere, alfine decise comunque di avanzare all’interno, richiudendo la porta alle proprie spalle.
Nell’esatto istante in cui la soglia fu serrata, isolando Mab’Luk dal mondo esterno, quasi dal nulla apparve il profilo noto della donna guerriero, stagliandosi davanti a lui con la propria solita fierezza, con il carisma innato in lei, nel concedergli un lieve sorriso quasi a rassicurarlo delle proprie intenzioni.

« Midda! » esclamò sorpreso il giovane, offrendole lo stesso nome con il quale ella era stata identificata dalle guardie nel mostrarsi evidentemente turbato dall’improvvisa comparsa della donna.
« Grazie per essere venuto, Mab’Luk. » lo salutò ella, chinando appena il capo verso di lui « Ma se eviti di far sapere all’intera città dove mi trovo, forse potrò fare qualcosa per liberare la tua gente e la tua sposa. » aggiunse con una nota di sarcasmo nella voce, riferendosi alla di lui reazione.
« Tu sai dove sono? » replicò egli non prestando attenzione a quella frecciatina, ormai trascinato dalle proprie emozioni, le stesse che per tutto il giorno si era ritrovato a dover mettere a tacere e che in quel momento esplodevano in lui, nell’idea di violenta ribellione che ormai era associata alla mercenaria.
« Un’amica mi ha confidato alcuni retroscena morbosi in questa vicenda… » commentò a quel punto la donna guerriero, mentre la figura di Cor-El apparve da dietro alcune casse richiamata da quella frase, avvicinandosi ai due « … tutti collegabili al nome di un certo lord Sarnico. »

Al sorgere di quel nome, il giovane non poté evitare di invocare una complessa e variegata sequenza di divinità del cielo e della terra, suscitando evidente curiosità in entrambe le donne alle quali, senza indugi, egli fornì un rapido resoconto dei fatti degli ultimi giorni ed, in particolare, delle ultime ore, soffermandosi nell’incontro con lo stesso aristocratico, il cui sadismo lo aveva evidentemente condotto a loro solo nella ricerca di vanto e di dimostrazione del proprio potere su ignave vittime delle sue azioni. Nel mentre in cui Mab’Luk concesse sintesi su tali eventi, Cor-El non riuscì a trattenere profuse argomentazioni sugli antenati del giovane nobile e su come essi avrebbero fatto meglio ad evitare l’accoppiamento in virtù di altre più costruttive attività: inutile nascondere l’astio che davanti a tali rivelazioni sorgeva in maniera naturale, in reazione alla grottesca parvenza di umanità incarnata da una creatura tanto vile ed abbietta. Una simile reazione non poté evitare di portare il giovane a domandare nuove spiegazioni, venendo così finalmente informato su ciò che era accaduto alla sua gente da dopo la partenza da Konyso’M e finendo per coinvolgere, in conseguenza, anche le divinità dei mari, fino a quel momento non richiamati in causa.
Contemporaneamente all’evolversi di reciproche spiegazioni fra il giovane ed il capitano, negli occhi di ghiaccio della Figlia di Marr’Mahew, una nuova luce predatoria sembrò trovare lentamente un vigore sempre più forte, fino quasi a risplendere in modo gioioso e, forse, pericoloso per il raggiungimento di una nuova pianificazione strategica.

« Mi serve un vestito. » interruppe ella ogni altra discussione, riportando a sé l’attenzione dei due compagni.
Essi la guardarono per un istante in silenzio, come se non avessero effettivamente compreso cosa ella avesse loro chiesto, attendendo in tale assenza di qualsiasi risposta un’ulteriore spiegazione, un approfondimento che confermasse quanto credevano di aver udito.
« Ho bisogno di un abito. » ripeté la donna, sorridendo « Lungo ed elegante. E se poi riesce ad essere anche provocante, senza farmi apparire come una prostituta, tanto di guadagnato. » aggiunse strizzando l’occhio sinistro.

Dalla coppia ancora nessuna reazione a quella richiesta, completamente spiazzati entrambi dalla medesima, non comprendendo l’utilità in quel momento di un nuovo abito, lungo ed elegante. Oltretutto, pur conoscendo da molto poco la mercenaria, sia agli occhi di Mab’Luk che di Cor-El risultava difficile immaginarla vestita in modo diverso da come era in quel momento, soprattutto se poi agghindata come stava proponendo di fare: era una donna guerriero, il cui abito avrebbe dovuto offrire libertà di movimento o, in contrapposizione, resistenza agli attacchi, non una dama di corte, le cui vesti avevano il solo compito di esaltarne la femminilità.

« Sbaglio o hai parlato di una festa, indetta per questa sera alla dimora di lord Sarnico? » domandò a quel punto verso Mab’Luk, per chiarire il concetto che stava esprimendo nella propria richiesta « Sarebbe estremamente scortese ed incivile presentarsi alla stessa vestita come una stracciona vagabonda, non trovate? »

8 commenti:

Anonimo ha detto...

:D

Chissà cosa mi ricordano le sequele di invocazioni agli Dèi... :P


Comunque, wow! Midda andrà addirittura alla festa! :o
Ok, questa non me l'aspettavo, con le guardie che la stanno cercando ovunque!

Sean MacMalcom ha detto...

In effetti voleva essere un simpatico omaggio a te ed a Palakin, che prima di me avete entrambi usato simili forme (io sono sempre ricorso a nomi diretti). :))

Ovviamente se tu o lui preferite, non ci metto nulla a sostituire quelle due righe con quelle originariamente scritte. ;)

Anonimo ha detto...

Nhaaaa figurati! Anzi, grazie!^_-

E tanto, il riferimento ad una divinità in modo diretto, ci sarà in una delle prossime uscite delle 4 facce... :P

Anonimo ha detto...

appena puoi, passa da me!

Sean MacMalcom ha detto...

@Palakin: Grazie a voi! :D E non vedo l'ora di vedere cosa tirerai fuori dal cappello! :))

@Pugliaboy: Corro subito a leggere! :D Grazie per la visita ed il commento!

Anonimo ha detto...

Sean, mica era un appunto... mostravo solo di aver colto la citazione (se così si può chiamare) ;)

Gli improperi verso dozzine di pantheon sono uno dei marchi di fabbrica delle quattro faccie della luna, ormai han fatto scuola :lol:

Anonimo ha detto...

Coubert! PRRRROOOOOOOUUUUUUUUTTTTTTT!!!!!!!

Sean MacMalcom ha detto...

@Coubert: non l'ho preso come appunto, infatti! :)
Ho solo sottolineato la volontarietà di tale citazione, rendendola evidente a chi, eventualmente, non la cogliesse! :D